La malattia di Parkinson (MP) è la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer e il generale aumento d’età della popolazione ha portato a prevedere che sia la prevalenza che l’incidenza della MP aumenteranno in modo esponenziale. Tra i sintomi non motori più debilitanti per i pazienti con MP vi è la fatica, intesa come mancanza di energia o bisogno di aumentare lo sforzo necessario a svolgere le attività quotidiane, che ha un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti. È quindi molto importante studiare delle nuove strategie non farmacologiche finalizzate ad alleviare questi sintomi. Tra i possibili interventi, la procedura placebo si è dimostrata una strategia cognitiva efficace per modulare i sintomi motori e non motori nella MP, ma ad oggi nessuno studio ha testato il suo effetto sull’affaticamento. Questo studio aveva l’obiettivo di testare l’impatto dell’effetto placebo a livello prestazionale e neurofisiologico. Abbiamo testato se una procedura placebo, che consisteva nell’applicazione di Stimolazione transcutanea elettrica nervosa (TENS) insieme ad suggerimenti verbali positivi riguardo alla sua efficacia, potesse ridurre l’affaticamento oggettivo e la percezione di fatica in pazienti con MP senza il sintomo della fatica, con il sintomo della fatica, e in partecipanti sani. Dai risultati è emerso come dopo l’intervento placebo, i pazienti senza il sintomo della fatica e i partecipanti sani mostrassero la stessa risposta placebo, con un aumento di affaticamento dopo l’intervento controllo e una prestazione stabile dopo l’intervento placebo, e un aumento nell’attivazione delle fibre muscolari dopo l’intervento placebo. Al contrario, i pazienti con il sintomo della fatica hanno mostrato una stabile prestazione sia nella condizione placebo che controllo, e un generale ridotto affaticamento a livello neuromuscolare. Nei pazienti senza fatica, il punteggio relativo alle funzioni esecutive mediava l’effetto, con un maggiore effetto placebo in quei pazienti che presentavano una migliore funzionalità esecutiva. Questi risultati chiariscono come una procedura placebo sia efficace per ridurre l’affaticamento in pazienti con MP e partecipanti sani. E’ emerso come il sintomo della fatica determini un particolare comportamento durante il compito affaticante, suggerendo peculiari strategie neuromuscolari al fine di resistere al compito affaticante. Questi risultati suggeriscono che una strategia cognitiva che fa leva sull’aspettativa possa essere implementata in associazione ad altri interventi per favorire una migliore resistenza alla fatica nella vita quotidiana e durante l’esercizio fisico in pazienti con MP che presentano un funzionamento cognitivo preservato.

L’impatto dell’effetto placebo sull’affaticamento nella malattia di Parkinson: uno studio comportamentale e neurofisiologico.

BRAGA, MIRIAM
2023/2024

Abstract

La malattia di Parkinson (MP) è la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer e il generale aumento d’età della popolazione ha portato a prevedere che sia la prevalenza che l’incidenza della MP aumenteranno in modo esponenziale. Tra i sintomi non motori più debilitanti per i pazienti con MP vi è la fatica, intesa come mancanza di energia o bisogno di aumentare lo sforzo necessario a svolgere le attività quotidiane, che ha un impatto rilevante sulla qualità di vita dei pazienti. È quindi molto importante studiare delle nuove strategie non farmacologiche finalizzate ad alleviare questi sintomi. Tra i possibili interventi, la procedura placebo si è dimostrata una strategia cognitiva efficace per modulare i sintomi motori e non motori nella MP, ma ad oggi nessuno studio ha testato il suo effetto sull’affaticamento. Questo studio aveva l’obiettivo di testare l’impatto dell’effetto placebo a livello prestazionale e neurofisiologico. Abbiamo testato se una procedura placebo, che consisteva nell’applicazione di Stimolazione transcutanea elettrica nervosa (TENS) insieme ad suggerimenti verbali positivi riguardo alla sua efficacia, potesse ridurre l’affaticamento oggettivo e la percezione di fatica in pazienti con MP senza il sintomo della fatica, con il sintomo della fatica, e in partecipanti sani. Dai risultati è emerso come dopo l’intervento placebo, i pazienti senza il sintomo della fatica e i partecipanti sani mostrassero la stessa risposta placebo, con un aumento di affaticamento dopo l’intervento controllo e una prestazione stabile dopo l’intervento placebo, e un aumento nell’attivazione delle fibre muscolari dopo l’intervento placebo. Al contrario, i pazienti con il sintomo della fatica hanno mostrato una stabile prestazione sia nella condizione placebo che controllo, e un generale ridotto affaticamento a livello neuromuscolare. Nei pazienti senza fatica, il punteggio relativo alle funzioni esecutive mediava l’effetto, con un maggiore effetto placebo in quei pazienti che presentavano una migliore funzionalità esecutiva. Questi risultati chiariscono come una procedura placebo sia efficace per ridurre l’affaticamento in pazienti con MP e partecipanti sani. E’ emerso come il sintomo della fatica determini un particolare comportamento durante il compito affaticante, suggerendo peculiari strategie neuromuscolari al fine di resistere al compito affaticante. Questi risultati suggeriscono che una strategia cognitiva che fa leva sull’aspettativa possa essere implementata in associazione ad altri interventi per favorire una migliore resistenza alla fatica nella vita quotidiana e durante l’esercizio fisico in pazienti con MP che presentano un funzionamento cognitivo preservato.
2023
The impact of the placebo effect on fatigability in Parkinson's disease: a behavioral and neurophysiological investigation.
Parkinson's disease
Placebo effect
Fatigability
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