Background: le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità a livello globale. il trattamento dell'ipercolesterolemia, secondo le più recenti linee guida, richiede il raggiungimento di livelli di colesterolo LDL (LDL-C) sempre più difficili da ottenere. L’acido bempedoico è un agente ipolipemizzante che agisce sulla biosintesi del colesterolo inibendo l’attività l’ATP citrato liasi e determinando un'efficace riduzione del LDL-C. Svariati studi clinici (programma studi CLEAR) hanno dimostrato la sua efficacia e sicurezza, in particolare nei pazienti intolleranti alle statine o che necessitano di una riduzione aggiuntiva di LDL-C per raggiungere i target raccomandati dalle linee guida. Materiali e metodi: questo studio monocentrico ha analizzato retrospettivamente 67 pazienti che, nonostante la massima terapia ipolipemizzante tollerata, avevano livelli di LDL-C superiori ai target raccomandati dalle più recenti linee guida ESC e che, pertanto, hanno iniziato la terapia con acido bempedoico. Risultati: dopo tre mesi di trattamento, il 42% dei pazienti ha raggiunto i target desiderati di LDL-C, con una riduzione media di LDL-C del 33%. Dalla prima sottoanalisi effettuata è emerso che i pazienti in terapia concomitante con statine hanno raggiunto i target nel 31% dei casi rispetto al 46% di quelli senza statine, con riduzioni medie di LDL-C del 24% e 37%, rispettivamente. Da una seconda sottoanalisi è invece risultato che i pazienti in trattamento con inibitori PCSK9 (PCSK9i) hanno raggiunto i target nel 48,5% dei casi contro il 35% di quelli senza PCSK9i, con riduzioni rispettive medie di LDL-C del 36% e 30%. Conclusioni: i risultati confermano l’efficacia dell’acido bempedoico nel ridurre i livelli di LDL-C e nel raggiungere i target raccomandati dalle linee guida, dimostrando la sua utilità nei regimi di trattamento personalizzati in contesti real-world. Tuttavia, le conclusioni dello studio sono limitate dall’esiguità e dall’eterogeneità del campione e dalla natura retrospettiva dello studio, che non consente di ottenere risultati statisticamente significativi.
Efficacia dell’acido bempedoico nei pazienti a rischio cardiovascolare: dati da un'esperienza monocentrica "real world”.
SILIBERTI, MICHELANGELO
2022/2023
Abstract
Background: le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità a livello globale. il trattamento dell'ipercolesterolemia, secondo le più recenti linee guida, richiede il raggiungimento di livelli di colesterolo LDL (LDL-C) sempre più difficili da ottenere. L’acido bempedoico è un agente ipolipemizzante che agisce sulla biosintesi del colesterolo inibendo l’attività l’ATP citrato liasi e determinando un'efficace riduzione del LDL-C. Svariati studi clinici (programma studi CLEAR) hanno dimostrato la sua efficacia e sicurezza, in particolare nei pazienti intolleranti alle statine o che necessitano di una riduzione aggiuntiva di LDL-C per raggiungere i target raccomandati dalle linee guida. Materiali e metodi: questo studio monocentrico ha analizzato retrospettivamente 67 pazienti che, nonostante la massima terapia ipolipemizzante tollerata, avevano livelli di LDL-C superiori ai target raccomandati dalle più recenti linee guida ESC e che, pertanto, hanno iniziato la terapia con acido bempedoico. Risultati: dopo tre mesi di trattamento, il 42% dei pazienti ha raggiunto i target desiderati di LDL-C, con una riduzione media di LDL-C del 33%. Dalla prima sottoanalisi effettuata è emerso che i pazienti in terapia concomitante con statine hanno raggiunto i target nel 31% dei casi rispetto al 46% di quelli senza statine, con riduzioni medie di LDL-C del 24% e 37%, rispettivamente. Da una seconda sottoanalisi è invece risultato che i pazienti in trattamento con inibitori PCSK9 (PCSK9i) hanno raggiunto i target nel 48,5% dei casi contro il 35% di quelli senza PCSK9i, con riduzioni rispettive medie di LDL-C del 36% e 30%. Conclusioni: i risultati confermano l’efficacia dell’acido bempedoico nel ridurre i livelli di LDL-C e nel raggiungere i target raccomandati dalle linee guida, dimostrando la sua utilità nei regimi di trattamento personalizzati in contesti real-world. Tuttavia, le conclusioni dello studio sono limitate dall’esiguità e dall’eterogeneità del campione e dalla natura retrospettiva dello studio, che non consente di ottenere risultati statisticamente significativi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81328