Imputabilità e vizio di mente. Metodologia valutativa e consenso tra i Consulenti

The issue of criminal responsibility and mental insanity represents one of the most controversial and debated aspects of forensic psychiatry. Despite the high level of certainty required in criminal proceedings, numerous studies have shown that expert evaluations are often influenced by inadequate scientific standards and cognitive biases, with significant repercussions on trial outcomes. This study aims to analyze the professional background and forensic psychiatric training of expert witnesses and technical consultants, examine the evaluation methodologies used, and assess the level of agreement among experts in an Italian case series. A total of 90 expert reports related to 35 criminal cases were reviewed. The results highlighted a marked heterogeneity in the experts' educational backgrounds and methodological approaches. The agreement between Court experts and experts of opposing adversarial roles was found to be very limited, both regarding psychiatric diagnoses and assessments of the defendant's criminal responsibility, particularly between prosecuting and defense consultants (k = -0.08). This preliminary study—the first conducted on an Italian case series—underscores the need to develop shared guidelines and more uniform and certifiable training paths to ensure more reliable forensic psychiatric evaluations and provide greater scientific soundness for judicial decisions.

Il tema dell’imputabilità e del vizio di mente rappresenta uno degli aspetti più complessi e dibattuti della psichiatria forense. Nonostante l’elevato grado di certezza richiesto in ambito penale, numerosi studi hanno evidenziato come gli accertamenti peritali in questo ambito siano spesso influenzati da inadeguati standard scientifici e da bias cognitivi, con significative ripercussioni sull’esito processuale. Il presente studio si propone di analizzare il background professionale e la formazione psichiatrico-forense di periti e consulenti tecnici, di esaminare le metodologie valutative impiegate e di valutare il grado di concordanza tra gli esperti su una casistica italiana. Sono stati esaminati 90 elaborati consulenziali e peritali relativi a 35 casi giudiziari penalistici. I risultati hanno evidenziato una marcata eterogeneità nei percorsi formativi degli esperti e nell’approccio metodologico impiegato. La concordanza tra periti e consulenti delle parti è risultata molto limitata, sia per quanto riguarda la diagnosi sia relativamente al giudizio sull’imputabilità dell’autore di reato, in particolar modo tra consulenti del Pubblico Ministero e consulenti della difesa (k=-0,08). Questo studio preliminare, il primo su casistica italiana, evidenzia la necessità di sviluppare linee guida condivise e percorsi formativi più uniformi e certificabili, per garantire valutazioni psichiatrico-forensi più affidabili e supportare con maggiore solidità scientifica le decisioni processuali.