Introduzione: negli anni recenti si è visto un importante cambiamento nella relazione medico-paziente, con un passaggio da un approccio “paternalistico”, in cui il medico decideva e attuava ciò che riteneva più opportuno per il suo paziente, ad un approccio “contrattualistico” in cui le decisioni di cura vengono condivise da entrambe le figure. In caso di atti medici eseguiti in assenza di consenso da parte del paziente, quest’ultimo subisce un danno giuridicamente rilevante, ovvero la lesione del proprio diritto all’autodeterminazione, che può dar luogo ad un risarcimento. Scopo: lo studio si propone di analizzare le richieste di risarcimento sanitarie con lamentata problematica in punto di consenso di due aziende sanitarie del Veneto, ovvero Azienda Ospedale Università di Padova (AOUPD) e Azienda Unità Socio-Sanitaria 7 Pedemontana (AULSS7), pervenute dal gennaio 2018 al dicembre 2024, al fine di studiare e comprendere la diffusione e l’entità del fenomeno, in quanti casi il danno lamentato sia stato effettivamente riconosciuto e ipotizzare strumenti per farvi fronte e ridurne l’impatto. Materiali e metodi: attraverso il portale di Gestione Sinistri e Rischio Clinico della Regione Veneto sono stati estratti i dati relativi a tutte le richieste di risarcimento pervenute nel periodo indicato e successivamente sono stati individuati i casi in cui si lamentasse una lesione del diritto all’autodeterminazione. Risultati e Discussione: nel periodo descritto sono pervenute 743 richieste di risarcimento presso l’AOUPD e 405 all’AULSS7. Di queste, sono stati individuati 9 casi per l’AOUPD (1,2%) e 11 per AULSS7 Pedemontana (2,7%) nella cui richiesta risarcitoria erano lamentate problematiche consenso-relate. L’analisi dei casi ha evidenziato come i reparti chirurgici siano più di frequente coinvolti in questo tipo di problematiche. In entrambe le Aziende la maggior parte delle lamentele riguardavano un’asserita inadeguata informazione circa le possibili conseguenze negative dell’atto sanitario proposto, ovvero delle possibili alternative terapeutiche presenti, tipicamente in relazione a procedure chirurgiche. La successiva analisi dell’iter della pratica, talune volte proseguito anche in sede giudiziale (30 % dei casi totali), ha portato al riconoscimento dell’esistenza di una lesione del diritto all’autodeterminazione del paziente in 9 casi sui 20 totali di entrambe le Aziende (45%), ravvedendo una maggiore concordanza tra valutazione aziendale interna ed eventuale parere di un CTU nell’AOUPD rispetto all’AULSS7. Conclusioni: il fenomeno è di fatto numericamente contenuto, ma è indice di un contenzioso del tutto prevenibile. Altrettanto prevenibili sono i relativi costi, rappresentati sia dai risarcimenti erogati sia dalle spese connesse (spese processuali), che nella maggior parte dei casi gravano sui bilanci delle strutture sanitarie. La medicina legale, di concerto con il rischio clinico, possono giocare un ruolo fondamentale di supporto alle unità operative clinico-chirurgiche al fine di ridurre ulteriormente (fino potenzialmente ad abbattere) tale fenomeno.
La lesione del diritto all'autodeterminazione. Analisi comparativa dei sinistri sanitari dell'AULSS 7 Pedemontana e dell'Azienda Ospedale Università di Padova
FRANCESCHETTO, LISA
2022/2023
Abstract
Introduzione: negli anni recenti si è visto un importante cambiamento nella relazione medico-paziente, con un passaggio da un approccio “paternalistico”, in cui il medico decideva e attuava ciò che riteneva più opportuno per il suo paziente, ad un approccio “contrattualistico” in cui le decisioni di cura vengono condivise da entrambe le figure. In caso di atti medici eseguiti in assenza di consenso da parte del paziente, quest’ultimo subisce un danno giuridicamente rilevante, ovvero la lesione del proprio diritto all’autodeterminazione, che può dar luogo ad un risarcimento. Scopo: lo studio si propone di analizzare le richieste di risarcimento sanitarie con lamentata problematica in punto di consenso di due aziende sanitarie del Veneto, ovvero Azienda Ospedale Università di Padova (AOUPD) e Azienda Unità Socio-Sanitaria 7 Pedemontana (AULSS7), pervenute dal gennaio 2018 al dicembre 2024, al fine di studiare e comprendere la diffusione e l’entità del fenomeno, in quanti casi il danno lamentato sia stato effettivamente riconosciuto e ipotizzare strumenti per farvi fronte e ridurne l’impatto. Materiali e metodi: attraverso il portale di Gestione Sinistri e Rischio Clinico della Regione Veneto sono stati estratti i dati relativi a tutte le richieste di risarcimento pervenute nel periodo indicato e successivamente sono stati individuati i casi in cui si lamentasse una lesione del diritto all’autodeterminazione. Risultati e Discussione: nel periodo descritto sono pervenute 743 richieste di risarcimento presso l’AOUPD e 405 all’AULSS7. Di queste, sono stati individuati 9 casi per l’AOUPD (1,2%) e 11 per AULSS7 Pedemontana (2,7%) nella cui richiesta risarcitoria erano lamentate problematiche consenso-relate. L’analisi dei casi ha evidenziato come i reparti chirurgici siano più di frequente coinvolti in questo tipo di problematiche. In entrambe le Aziende la maggior parte delle lamentele riguardavano un’asserita inadeguata informazione circa le possibili conseguenze negative dell’atto sanitario proposto, ovvero delle possibili alternative terapeutiche presenti, tipicamente in relazione a procedure chirurgiche. La successiva analisi dell’iter della pratica, talune volte proseguito anche in sede giudiziale (30 % dei casi totali), ha portato al riconoscimento dell’esistenza di una lesione del diritto all’autodeterminazione del paziente in 9 casi sui 20 totali di entrambe le Aziende (45%), ravvedendo una maggiore concordanza tra valutazione aziendale interna ed eventuale parere di un CTU nell’AOUPD rispetto all’AULSS7. Conclusioni: il fenomeno è di fatto numericamente contenuto, ma è indice di un contenzioso del tutto prevenibile. Altrettanto prevenibili sono i relativi costi, rappresentati sia dai risarcimenti erogati sia dalle spese connesse (spese processuali), che nella maggior parte dei casi gravano sui bilanci delle strutture sanitarie. La medicina legale, di concerto con il rischio clinico, possono giocare un ruolo fondamentale di supporto alle unità operative clinico-chirurgiche al fine di ridurre ulteriormente (fino potenzialmente ad abbattere) tale fenomeno.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81332