Negli ultimi decenni la ricerca si è concentrata sulla possibilità di individuare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare una malattia mentale severa; grazie a questi studi e alle nuove conoscenze acquisite, si è assistito allo sviluppo di numerosi test e strumenti di screening utili a tale scopo in ambito clinico, tra i quali il PQ-16. Lo studio, attraverso un’analisi retrospettiva, ha analizzato le caratteristiche psicometriche del PQ-16, un test di screening per identificare lo stato mentale a rischio (At-Risk Mental Status, ARMS), somministrato presso l’Ambulatorio “Prevenzione della Malattia Mentale” dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Sono stati reclutati 178 giovani (15-24 anni), valutati con il PQ-16 e la CAARMS (utilizzata come gold-standard diagnostico). Con un cut-off iniziale (punteggio grezzo ≥4 e/o pesato ≥6), il test ha mostrato un’elevata sensibilità (94%) e un discreto valore predittivo negativo (73,9%), ma una bassa specificità (21,8%). Applicando un cut-off più alto (punteggio grezzo ≥6 e/o pesato ≥8), si è osservato un miglioramento della specificità (37,2%) e dell’accuratezza diagnostica (64,6%), mantenendo una buona sensibilità (86%). Le analisi hanno evidenziato una debole correlazione positiva tra i punteggi del PQ-16 e i risultati della CAARMS (coefficiente di Pearson r=0.23-0.27). Il test ha inoltre dimostrato di possedere una buona consistenza interna. I soggetti più giovani (15-19 anni) presentano una maggiore probabilità di risultare positivi alla CAARMS rispetto al gruppo 20-24 anni. Il PQ-16 si conferma uno strumento utile per lo screening preliminare all’interno di un approccio diagnostico a due fasi. La bassa specificità limita la capacità di riconoscere i casi negativi, imponendo quindi la somministrazione di un’intervista semi-strutturata come la CAARMS per confermare la diagnosi. I risultati sembrano suggerire l’utilizzo di cut-off più alti per migliorare la specificità, ma confermano, comunque sia, la validità del PQ-16 come strumento di screening iniziale anche con i cut-off considerati inizialmente. Studi futuri multicentrici con campioni più ampi potrebbero migliorare la validità generale dei risultati e verificare la possibilità dell’utilizzo del test in altri contesti clinici e non clinici.

Utilizzo del PQ-16 come Strumento di Screening per la Prevenzione della Malattia Mentale: Studio Retrospettivo su Giovani Help-Seeking

ZATTA, DAVIDE
2022/2023

Abstract

Negli ultimi decenni la ricerca si è concentrata sulla possibilità di individuare precocemente i soggetti a rischio di sviluppare una malattia mentale severa; grazie a questi studi e alle nuove conoscenze acquisite, si è assistito allo sviluppo di numerosi test e strumenti di screening utili a tale scopo in ambito clinico, tra i quali il PQ-16. Lo studio, attraverso un’analisi retrospettiva, ha analizzato le caratteristiche psicometriche del PQ-16, un test di screening per identificare lo stato mentale a rischio (At-Risk Mental Status, ARMS), somministrato presso l’Ambulatorio “Prevenzione della Malattia Mentale” dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Sono stati reclutati 178 giovani (15-24 anni), valutati con il PQ-16 e la CAARMS (utilizzata come gold-standard diagnostico). Con un cut-off iniziale (punteggio grezzo ≥4 e/o pesato ≥6), il test ha mostrato un’elevata sensibilità (94%) e un discreto valore predittivo negativo (73,9%), ma una bassa specificità (21,8%). Applicando un cut-off più alto (punteggio grezzo ≥6 e/o pesato ≥8), si è osservato un miglioramento della specificità (37,2%) e dell’accuratezza diagnostica (64,6%), mantenendo una buona sensibilità (86%). Le analisi hanno evidenziato una debole correlazione positiva tra i punteggi del PQ-16 e i risultati della CAARMS (coefficiente di Pearson r=0.23-0.27). Il test ha inoltre dimostrato di possedere una buona consistenza interna. I soggetti più giovani (15-19 anni) presentano una maggiore probabilità di risultare positivi alla CAARMS rispetto al gruppo 20-24 anni. Il PQ-16 si conferma uno strumento utile per lo screening preliminare all’interno di un approccio diagnostico a due fasi. La bassa specificità limita la capacità di riconoscere i casi negativi, imponendo quindi la somministrazione di un’intervista semi-strutturata come la CAARMS per confermare la diagnosi. I risultati sembrano suggerire l’utilizzo di cut-off più alti per migliorare la specificità, ma confermano, comunque sia, la validità del PQ-16 come strumento di screening iniziale anche con i cut-off considerati inizialmente. Studi futuri multicentrici con campioni più ampi potrebbero migliorare la validità generale dei risultati e verificare la possibilità dell’utilizzo del test in altri contesti clinici e non clinici.
2022
The Use of the PQ-16 as a Screening Tool for Mental Illness Prevention: A Retrospective Study on Help-Seeking Youth
PQ-16
ARMS
Prevention
oupatient
prodrome
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Zatta_Davide.pdf

accesso riservato

Dimensione 3.17 MB
Formato Adobe PDF
3.17 MB Adobe PDF

The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/81385