I Crostacei Decapodi di maggiori dimensioni, quali aragoste, astici e granchi, vengono tradizionalmente commercializzati vivi. Numerosi studi sostengono che questi animali sono in grado di provare dolore; l’EFSA stessa, nel report del 2005 sul benessere degli animali usati a fini scientifici, li inserisce nella Categoria 1, cioè animali “i quali l’evidenza scientifica indica chiaramente, direttamente o per analogia con animali negli stessi gruppi tassonomici, che sono in grado di provare sofferenza e stress”. Nonostante ciò, attualmente la maggior parte dei Paesi non ha linee guida etiche o regolamenti per l’uso e la gestione degli Invertebrati. Non vengono presi in considerazione neanche nei principali Regolamenti europei sul benessere animale. Secondo il Regolamento (CE) n. 178/2002 non i crostacei commercializzati vivi non vengono nemmeno considerati animali, ma rientrano a far parte della definizione di “alimento”. Diversi Comuni italiani hanno approvato regolamenti locali a favore del benessere dei crostacei, ma la mancanza di leggi o linee guida nazionali o europee rende difficoltosa sia la tutela di questi animali sia la gestione della filiera commerciale da parte degli operatori. Visto anche il sempre maggiore interesse dei consumatori per l’aspetto etico delle produzioni alimentari, sarebbe opportuno che il legislatore elaborasse misure che proteggano questi animali da sofferenze inutili, senza trascurare l’aspetto della sicurezza alimentare.
I Crostacei commercializzati vivi: alimenti o animali?
CODELUPPI, ARIANNA
2023/2024
Abstract
I Crostacei Decapodi di maggiori dimensioni, quali aragoste, astici e granchi, vengono tradizionalmente commercializzati vivi. Numerosi studi sostengono che questi animali sono in grado di provare dolore; l’EFSA stessa, nel report del 2005 sul benessere degli animali usati a fini scientifici, li inserisce nella Categoria 1, cioè animali “i quali l’evidenza scientifica indica chiaramente, direttamente o per analogia con animali negli stessi gruppi tassonomici, che sono in grado di provare sofferenza e stress”. Nonostante ciò, attualmente la maggior parte dei Paesi non ha linee guida etiche o regolamenti per l’uso e la gestione degli Invertebrati. Non vengono presi in considerazione neanche nei principali Regolamenti europei sul benessere animale. Secondo il Regolamento (CE) n. 178/2002 non i crostacei commercializzati vivi non vengono nemmeno considerati animali, ma rientrano a far parte della definizione di “alimento”. Diversi Comuni italiani hanno approvato regolamenti locali a favore del benessere dei crostacei, ma la mancanza di leggi o linee guida nazionali o europee rende difficoltosa sia la tutela di questi animali sia la gestione della filiera commerciale da parte degli operatori. Visto anche il sempre maggiore interesse dei consumatori per l’aspetto etico delle produzioni alimentari, sarebbe opportuno che il legislatore elaborasse misure che proteggano questi animali da sofferenze inutili, senza trascurare l’aspetto della sicurezza alimentare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81391