The analytical method developed for the detection of microplastics in the tissues of blue crab and in the whole processed product using W15 technology, includes the phases of digestion of the organic matter, filtration and identification of microplastics under the microscope. In particular, an initial digestion of the sample occurs by adding hydrogen peroxide (40:1) and leaving it to rest overnight in an oven at 65°C. This is followed by a filtration phase of the whole or, in the case of tissues containing higher percentages of chitin, of the supernatant after sedimentation with a saturated sodium chloride solution. The identification of microplastics finally becomes possible through optical microscopy with a 10x magnification. The analyses conducted on 96 blue crabs caught in the Sacca degli Scardovari in August 2023 confirmed the absence of microplastics in each muscle sample; muscle that normally represents the edible part of the crab. From a food safety point of view, the muscle, which generally forms the crab meat, therefore represents a safe food for the consumer with regard to this chemical-physical hazard. However, the consumption of whole crabs in the molting phase as "moeche" is starting to spread and studies are being done to produce animal feed by transforming the whole blue crab. It was therefore decided to expand the research on microplastics also to tissues that are most at risk of contamination such as the gills and the digestive tract. The water that passes through the gills and the food ingested by crabs have been confirmed as sources of microplastic pollution. The greatest number of them was identified above all in samples taken from the digestive tract and, at the moment, the weight of the crab does not seem to be influential if a division is made between specimens weighing more or less than 200 g. The most commonly found form of microplastic was fiber and blue was the prevalent color.

Il metodo analitico sviluppato per la rilevazione delle microplastiche nei tessuti tal quali di Granchio blu nonché nel prodotto intero trasformato impiegando la tecnologia W15, comprende le fasi di digestione della materia organica, di filtrazione e di identificazione delle microplastiche al microscopio. Nel particolare, una prima digestione del campione avviene aggiungendo perossido di idrogeno (40:1) e lasciando riposare overnight in stufa a 65°C. Segue quindi una fase di filtrazione del campione in toto o, nel caso dei tessuti contenenti maggiori percentuali di chitina, del surnatante dopo sedimentazione con soluzione satura di cloruro di sodio. L’identificazione delle microplastiche diventa infine possibile tramite microscopia ottica con un ingrandimento 10x. Le analisi condotte su 96 Granchi blu catturati nella Sacca degli Scardovari nell’agosto 2023 hanno confermato l’assenza di microplastiche in ogni campione di muscolo che è la parte edibile del granchio. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il muscolo, che generalmente va a formare la polpa di granchio, rappresenta quindi un alimento sicuro per il consumatore circa questo pericolo chimico-fisico. Tuttavia, inizia a diffondersi il consumo di granchi interi in fase di muta come “moeche” e si sta studiando per produrre mangimi per animali trasformando il Granchio blu intero. Si è deciso quindi di espandere la ricerca di microplastiche anche a tessuti maggiomente a rischio di contaminazione come quello branchiale e al tratto digerente. L’acqua che passa attraverso le branchie e l’alimento ingerito dai granchi si sono confermate fonti di inquinamento da microplastiche. Il maggior numero di esse è stato individuato soprattutto nei campioni prelevati dal tratto digerente e, al momento, non sembra essere influente il peso del granchio se si effettua una divisione tra esemplari di peso superiore o inferiore ai 200 g. La forma di microplastica più riscontrata è stata la fibra e il blu il colore prevalente.

Il Granchio blu nel Delta del Po: indagine sulla presenza di microplastiche e trasformazione del crostaceo in possibile risorsa

ALBERGHINI, GIULIA
2023/2024

Abstract

The analytical method developed for the detection of microplastics in the tissues of blue crab and in the whole processed product using W15 technology, includes the phases of digestion of the organic matter, filtration and identification of microplastics under the microscope. In particular, an initial digestion of the sample occurs by adding hydrogen peroxide (40:1) and leaving it to rest overnight in an oven at 65°C. This is followed by a filtration phase of the whole or, in the case of tissues containing higher percentages of chitin, of the supernatant after sedimentation with a saturated sodium chloride solution. The identification of microplastics finally becomes possible through optical microscopy with a 10x magnification. The analyses conducted on 96 blue crabs caught in the Sacca degli Scardovari in August 2023 confirmed the absence of microplastics in each muscle sample; muscle that normally represents the edible part of the crab. From a food safety point of view, the muscle, which generally forms the crab meat, therefore represents a safe food for the consumer with regard to this chemical-physical hazard. However, the consumption of whole crabs in the molting phase as "moeche" is starting to spread and studies are being done to produce animal feed by transforming the whole blue crab. It was therefore decided to expand the research on microplastics also to tissues that are most at risk of contamination such as the gills and the digestive tract. The water that passes through the gills and the food ingested by crabs have been confirmed as sources of microplastic pollution. The greatest number of them was identified above all in samples taken from the digestive tract and, at the moment, the weight of the crab does not seem to be influential if a division is made between specimens weighing more or less than 200 g. The most commonly found form of microplastic was fiber and blue was the prevalent color.
2023
The blue crab in the Po Delta: investigation into the presence of microplastics and transformation of the crustacean into a potential resource
Il metodo analitico sviluppato per la rilevazione delle microplastiche nei tessuti tal quali di Granchio blu nonché nel prodotto intero trasformato impiegando la tecnologia W15, comprende le fasi di digestione della materia organica, di filtrazione e di identificazione delle microplastiche al microscopio. Nel particolare, una prima digestione del campione avviene aggiungendo perossido di idrogeno (40:1) e lasciando riposare overnight in stufa a 65°C. Segue quindi una fase di filtrazione del campione in toto o, nel caso dei tessuti contenenti maggiori percentuali di chitina, del surnatante dopo sedimentazione con soluzione satura di cloruro di sodio. L’identificazione delle microplastiche diventa infine possibile tramite microscopia ottica con un ingrandimento 10x. Le analisi condotte su 96 Granchi blu catturati nella Sacca degli Scardovari nell’agosto 2023 hanno confermato l’assenza di microplastiche in ogni campione di muscolo che è la parte edibile del granchio. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il muscolo, che generalmente va a formare la polpa di granchio, rappresenta quindi un alimento sicuro per il consumatore circa questo pericolo chimico-fisico. Tuttavia, inizia a diffondersi il consumo di granchi interi in fase di muta come “moeche” e si sta studiando per produrre mangimi per animali trasformando il Granchio blu intero. Si è deciso quindi di espandere la ricerca di microplastiche anche a tessuti maggiomente a rischio di contaminazione come quello branchiale e al tratto digerente. L’acqua che passa attraverso le branchie e l’alimento ingerito dai granchi si sono confermate fonti di inquinamento da microplastiche. Il maggior numero di esse è stato individuato soprattutto nei campioni prelevati dal tratto digerente e, al momento, non sembra essere influente il peso del granchio se si effettua una divisione tra esemplari di peso superiore o inferiore ai 200 g. La forma di microplastica più riscontrata è stata la fibra e il blu il colore prevalente.
Microplastiche
Granchio blu
Delta del Po
Sicurezza alimentare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/81393