Razionale: I tumori maligni nasosinusali sono un gruppo eterogeneo, che rappresenta l’1% di tutte le neoplasie maligne, il 3% di tutte le neoplasie del distretto testa-collo, con un’incidenza di un caso l’anno ogni 100.000 abitanti, con maggiore prevalenza maschile (rapporto 2:1) tra la quinta e la settima decade. Salvo alcune eccezioni, i tumori maligni nasosinusali con rapporto critico con la base cranica anteriore hanno come trattamento di elezione la resezione chirurgica endoscopica con craniectomia transnasale (ERTC) seguita da radioterapia adiuvante. Tale procedura richiede una ricostruzione della base cranica anteriore, per separare la fossa cranica anteriore dal compartimento nasosinusale e quindi prevenire complicanze, tra cui le meningiti ascendenti. Il presente studio ha come obiettivo la valutazione della capacità di guarigione delle plastiche della base cranica anteriore, effettuando una valutazione radiologica ed endoscopica seriata nel tempo, analizzando i fattori che possono influenzare il processo di guarigione. Materiali e metodi È stato effettuato uno studio retrospettivo multicentrico su 173 pazienti con tumori maligni nasosinusali sottoposti a resezione endoscopica transnasale con craniectomia e plastica della base cranica anteriore, dal 2016 al 2024, presso i Centri delle Università di Brescia, Padova e Varese. Risultati Il processo di guarigione delle ricostruzioni della base cranica anteriore è stato valutato endoscopicamente utilizzando una classificazione divisa in 6 stadi e radiologicamente andando a studiare la visibilità e lo spessore degli strati di ricostruzione ed il brain sagging. In questa casistica, diabete, vasculopatie periferiche, rinosinusiti croniche, precedenti trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici non sembrano influenzare in maniera significativa il processo di guarigione. Al contrario, la radioterapia adiuvante riduce significativamente la probabilità e la velocità di guarigione, in particolare quando eseguita adroterapia con protoni rispetto al trattamento radiante con fotoni. La ricostruzione con lembi locali ha mostrato un effetto positivo sulla probabilità e sulla velocità di guarigione, sebbene senza raggiungere una significatività statistica. Conclusioni La guarigione delle ricostruzioni della base cranica anteriore è inficiata negativamente dalla radioterapia adiuvante, mentre l’utilizzo di lembi locali potrebbe conferire un beneficio.
Guarigione delle ricostruzioni della base cranica anteriore in pazienti sottoposti a resezione endoscopica con craniectomia transnasale per tumori maligni nasosinusali: uno studio multicentrico su 173 pazienti
SOZZI, MOSÈ
2022/2023
Abstract
Razionale: I tumori maligni nasosinusali sono un gruppo eterogeneo, che rappresenta l’1% di tutte le neoplasie maligne, il 3% di tutte le neoplasie del distretto testa-collo, con un’incidenza di un caso l’anno ogni 100.000 abitanti, con maggiore prevalenza maschile (rapporto 2:1) tra la quinta e la settima decade. Salvo alcune eccezioni, i tumori maligni nasosinusali con rapporto critico con la base cranica anteriore hanno come trattamento di elezione la resezione chirurgica endoscopica con craniectomia transnasale (ERTC) seguita da radioterapia adiuvante. Tale procedura richiede una ricostruzione della base cranica anteriore, per separare la fossa cranica anteriore dal compartimento nasosinusale e quindi prevenire complicanze, tra cui le meningiti ascendenti. Il presente studio ha come obiettivo la valutazione della capacità di guarigione delle plastiche della base cranica anteriore, effettuando una valutazione radiologica ed endoscopica seriata nel tempo, analizzando i fattori che possono influenzare il processo di guarigione. Materiali e metodi È stato effettuato uno studio retrospettivo multicentrico su 173 pazienti con tumori maligni nasosinusali sottoposti a resezione endoscopica transnasale con craniectomia e plastica della base cranica anteriore, dal 2016 al 2024, presso i Centri delle Università di Brescia, Padova e Varese. Risultati Il processo di guarigione delle ricostruzioni della base cranica anteriore è stato valutato endoscopicamente utilizzando una classificazione divisa in 6 stadi e radiologicamente andando a studiare la visibilità e lo spessore degli strati di ricostruzione ed il brain sagging. In questa casistica, diabete, vasculopatie periferiche, rinosinusiti croniche, precedenti trattamenti chirurgici, chemioterapici e radioterapici non sembrano influenzare in maniera significativa il processo di guarigione. Al contrario, la radioterapia adiuvante riduce significativamente la probabilità e la velocità di guarigione, in particolare quando eseguita adroterapia con protoni rispetto al trattamento radiante con fotoni. La ricostruzione con lembi locali ha mostrato un effetto positivo sulla probabilità e sulla velocità di guarigione, sebbene senza raggiungere una significatività statistica. Conclusioni La guarigione delle ricostruzioni della base cranica anteriore è inficiata negativamente dalla radioterapia adiuvante, mentre l’utilizzo di lembi locali potrebbe conferire un beneficio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81510