Introduzione: Le linee guida internazionali e l’AIFA indicano il litio come prima scelta per il disturbo bipolare, sia in acuto che in profilassi dai 12 anni. In letteratura il litio è l’unico stabilizzante dell’umore con effetto anti-suicidario (la clozapina è efficace in pazienti con schizofrenia/sintomi psicotici e rischio suicidario); questo è rilevante poichè il suicidio rappresenta la seconda causa di morte in età evolutiva. Tuttavia l’uso clinico del litio è limitato a causa di incertezze relative al basso indice terapeutico e al rischio di tossicità. Obiettivi: 1) valutare l’impatto anti suicidario del litio 2) caratterizzare i pazienti in terapia con litio rispetto a variabili sociodemografiche, psicopatologiche e farmacoterapeutiche 3) valutare la tollerabilità a breve termine (2-4 settimane) 4) analizzare il sottogruppo dei riospedalizzati nei 12 mesi di follow up per IAC o TS, per valutarne le caratteristiche 5) analizzare differenze nella metodica anticonservativa e se il litio è stato ingerito a scopo suicidario 6) valutare la tollerabilità nel follow up di 12 mesi. Materiali e metodi: Tra i pazienti ricoverati presso la UOC NPI della AOUPD nel periodo gennaio 2018 – dicembre 2023 è stato selezionato il campione in terapia con litio. Le analisi statistiche descrivono il campione, esplorando le caratteristiche generali e gli indici di gravità e rischio nelle due popolazioni. Risultati: La popolazione in terapia con litio è di 168 minori di età media di 14,3 anni, prevalentemente femmine (76,8%). Valutando il numero di riospedalizzazioni nel follow up di 12 mesi, è stato possibile misurare l’impatto anti-suicidario a breve termine del litio; infatti un quinto dei soggetti (21%) è stato nuovamente ricoverato per presenza IAC o TS, percentuale minore rispetto alle riospedalizzazioni per recidiva di TS in letteratura. I soggetti sui quali il litio aveva avuto un’efficacia minore erano femmine (89%), più giovani (13,8 anni), con più NSSI (77,8%), disregolazione emotivo comportamentale e IAC (91,7%) ma non TS (52,8%). L’ingestione incongrua è stata la metodica AC prevalente (38%), solo in un caso è stato impiegato il litio. La tollerabilità a breve e lungo termine è stata buona. Conclusioni: in base alle analisi condotte nel campione di pazienti ricoverati presso la UOC NPI della AOUPD, il litio appare in età evolutiva come un presidio terapeutico con un effettivo impatto anti-suicidario oltre che un profilo di efficacia, tollerabilità e sicurezza rassicuranti, valido per popolazioni pediatriche con disturbi dell’umore, in particolare disturbo dell’umore misto o bipolare, e/o con elevato rischio di suicidio.
Impatto anti suicidario del litio in pazienti neuropsichiatrici in età evolutiva. Studio di follow up retrospettivo presso la Neuropsichiatria Ospedaliera di Padova.
GALDIOLO, LAURA
2022/2023
Abstract
Introduzione: Le linee guida internazionali e l’AIFA indicano il litio come prima scelta per il disturbo bipolare, sia in acuto che in profilassi dai 12 anni. In letteratura il litio è l’unico stabilizzante dell’umore con effetto anti-suicidario (la clozapina è efficace in pazienti con schizofrenia/sintomi psicotici e rischio suicidario); questo è rilevante poichè il suicidio rappresenta la seconda causa di morte in età evolutiva. Tuttavia l’uso clinico del litio è limitato a causa di incertezze relative al basso indice terapeutico e al rischio di tossicità. Obiettivi: 1) valutare l’impatto anti suicidario del litio 2) caratterizzare i pazienti in terapia con litio rispetto a variabili sociodemografiche, psicopatologiche e farmacoterapeutiche 3) valutare la tollerabilità a breve termine (2-4 settimane) 4) analizzare il sottogruppo dei riospedalizzati nei 12 mesi di follow up per IAC o TS, per valutarne le caratteristiche 5) analizzare differenze nella metodica anticonservativa e se il litio è stato ingerito a scopo suicidario 6) valutare la tollerabilità nel follow up di 12 mesi. Materiali e metodi: Tra i pazienti ricoverati presso la UOC NPI della AOUPD nel periodo gennaio 2018 – dicembre 2023 è stato selezionato il campione in terapia con litio. Le analisi statistiche descrivono il campione, esplorando le caratteristiche generali e gli indici di gravità e rischio nelle due popolazioni. Risultati: La popolazione in terapia con litio è di 168 minori di età media di 14,3 anni, prevalentemente femmine (76,8%). Valutando il numero di riospedalizzazioni nel follow up di 12 mesi, è stato possibile misurare l’impatto anti-suicidario a breve termine del litio; infatti un quinto dei soggetti (21%) è stato nuovamente ricoverato per presenza IAC o TS, percentuale minore rispetto alle riospedalizzazioni per recidiva di TS in letteratura. I soggetti sui quali il litio aveva avuto un’efficacia minore erano femmine (89%), più giovani (13,8 anni), con più NSSI (77,8%), disregolazione emotivo comportamentale e IAC (91,7%) ma non TS (52,8%). L’ingestione incongrua è stata la metodica AC prevalente (38%), solo in un caso è stato impiegato il litio. La tollerabilità a breve e lungo termine è stata buona. Conclusioni: in base alle analisi condotte nel campione di pazienti ricoverati presso la UOC NPI della AOUPD, il litio appare in età evolutiva come un presidio terapeutico con un effettivo impatto anti-suicidario oltre che un profilo di efficacia, tollerabilità e sicurezza rassicuranti, valido per popolazioni pediatriche con disturbi dell’umore, in particolare disturbo dell’umore misto o bipolare, e/o con elevato rischio di suicidio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81548