Introduzione: L’arsenico (As) è un elemento ubiquitario riscontrabile nel suolo, nell’acqua e negli alimenti, ed è utilizzato in vari settori industriali. A differenza delle sue forme organiche, quali l’arsenobetaina, le forme inorganiche dell’As sono tossiche e classificate come cancerogene. Una volta introdotto nell’organismo, l’As viene metabolizzato ad acido dimetilarsinico (DMA) ed acido monometilarsonico (MMA), ed escreto per via urinaria sotto forma organica, inorganica e metilata. La determinazione attraverso il monitoraggio biologico dell’As totale nelle urine non permette la differenziazione dell’As derivante dalla dieta da quello di origine occupazionale, pertanto la concentrazione delle forme organiche può interferire nella valutazione dell’esposizione dei lavoratori. Obiettivi: Obiettivo dello studio è stato valutare la potenziale esposizione ad As per un gruppo di lavoratori attraverso la determinazione delle specie dell’As, al fine di differenziare l’eventuale esposizione professionale da quella derivante da fattori extralavorativi. Metodi: Lo studio ha coinvolto una coorte di 34 lavoratori esposti e di 32 controlli (di cui 17 controlli interni e 15 controlli esterni). Per ogni soggetto la raccolta dei campioni urinari è avvenuta in tre tempi: il lunedì mattina prima dell’inizio dell’attività lavorativa, il venerdì al termine dell’attività lavorativa e il lunedì mattina successivo. Sui campioni, oltre alla concentrazione totale di As, sono state dosate le specie AsIII, AsV, MMA, DMA e arsenobetaina con tecnica HPLC-ICP-MS. Per la normalizzazione dei risultati è stata dosata la creatinina urinaria per via spettrofotometrica. Ai soggetti sottoposti a monitoraggio è stato somministrato un questionario con informazioni relative alle abitudini alimentari nelle 48 ore precedenti la raccolta. Risultati e conclusioni: Livelli elevati di As totale urinario sono stati riscontrati nei campioni di soggetti appartenenti a tutti e tre i gruppi studiati (esposti 2.4 - 592 µg/L, controlli interni 2.2 - 575 µg/L, controlli esterni 7 - 253 µg/L). La specie di As presente in maggior quantità è risultata essere l’arsenobetaina (<0,5 - 500 µg/L) mentre la somma delle specie dell’As dotate di tossicità (AsIII, AsV, MMA, DMA) è risultata inferiore al BEI proposto dall’ACGIH di 15 µg/g creatinina (pari al 95° percentile dei livelli riscontrati nella popolazione generale non professionalmente esposta) nel 98% dei campioni dei lavoratori esposti, nel 97% dei controlli interni e nel 98% dei controlli esterni. In particolare, nei campioni raccolti il venerdì a fine potenziale esposizione lavorativa, la somma dei livelli delle 4 specie dell’As è risultata inferiore per tutti i soggetti oggetto di monitoraggio (range <0.05 - 9,75 µg/g creatinina). Inoltre, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i livelli misurati nei tre differenti giorni relativamente alla somma delle specie in nessuno dei tre gruppi, neppure considerando esposti e controlli interni come un unico gruppo. La determinazione dell’As totale può portare a false conclusioni tossicologiche, soprattutto dopo il consumo di pesce o altri frutti di mare, e quindi ad una notevole sopravvalutazione del rischio per la salute. La determinazione delle diverse specie dell’As e la valutazione della somma dell’As inorganico (AsIII e AsV) e delle specie metilate (MMA e DMA) rappresenta un metodo pertanto migliore per valutare l’esposizione occupazionale.
Monitoraggio biologico dell'arsenico occupazionale: utilità della speciazione
MARCHESIN, ALBERTO
2022/2023
Abstract
Introduzione: L’arsenico (As) è un elemento ubiquitario riscontrabile nel suolo, nell’acqua e negli alimenti, ed è utilizzato in vari settori industriali. A differenza delle sue forme organiche, quali l’arsenobetaina, le forme inorganiche dell’As sono tossiche e classificate come cancerogene. Una volta introdotto nell’organismo, l’As viene metabolizzato ad acido dimetilarsinico (DMA) ed acido monometilarsonico (MMA), ed escreto per via urinaria sotto forma organica, inorganica e metilata. La determinazione attraverso il monitoraggio biologico dell’As totale nelle urine non permette la differenziazione dell’As derivante dalla dieta da quello di origine occupazionale, pertanto la concentrazione delle forme organiche può interferire nella valutazione dell’esposizione dei lavoratori. Obiettivi: Obiettivo dello studio è stato valutare la potenziale esposizione ad As per un gruppo di lavoratori attraverso la determinazione delle specie dell’As, al fine di differenziare l’eventuale esposizione professionale da quella derivante da fattori extralavorativi. Metodi: Lo studio ha coinvolto una coorte di 34 lavoratori esposti e di 32 controlli (di cui 17 controlli interni e 15 controlli esterni). Per ogni soggetto la raccolta dei campioni urinari è avvenuta in tre tempi: il lunedì mattina prima dell’inizio dell’attività lavorativa, il venerdì al termine dell’attività lavorativa e il lunedì mattina successivo. Sui campioni, oltre alla concentrazione totale di As, sono state dosate le specie AsIII, AsV, MMA, DMA e arsenobetaina con tecnica HPLC-ICP-MS. Per la normalizzazione dei risultati è stata dosata la creatinina urinaria per via spettrofotometrica. Ai soggetti sottoposti a monitoraggio è stato somministrato un questionario con informazioni relative alle abitudini alimentari nelle 48 ore precedenti la raccolta. Risultati e conclusioni: Livelli elevati di As totale urinario sono stati riscontrati nei campioni di soggetti appartenenti a tutti e tre i gruppi studiati (esposti 2.4 - 592 µg/L, controlli interni 2.2 - 575 µg/L, controlli esterni 7 - 253 µg/L). La specie di As presente in maggior quantità è risultata essere l’arsenobetaina (<0,5 - 500 µg/L) mentre la somma delle specie dell’As dotate di tossicità (AsIII, AsV, MMA, DMA) è risultata inferiore al BEI proposto dall’ACGIH di 15 µg/g creatinina (pari al 95° percentile dei livelli riscontrati nella popolazione generale non professionalmente esposta) nel 98% dei campioni dei lavoratori esposti, nel 97% dei controlli interni e nel 98% dei controlli esterni. In particolare, nei campioni raccolti il venerdì a fine potenziale esposizione lavorativa, la somma dei livelli delle 4 specie dell’As è risultata inferiore per tutti i soggetti oggetto di monitoraggio (range <0.05 - 9,75 µg/g creatinina). Inoltre, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative tra i livelli misurati nei tre differenti giorni relativamente alla somma delle specie in nessuno dei tre gruppi, neppure considerando esposti e controlli interni come un unico gruppo. La determinazione dell’As totale può portare a false conclusioni tossicologiche, soprattutto dopo il consumo di pesce o altri frutti di mare, e quindi ad una notevole sopravvalutazione del rischio per la salute. La determinazione delle diverse specie dell’As e la valutazione della somma dell’As inorganico (AsIII e AsV) e delle specie metilate (MMA e DMA) rappresenta un metodo pertanto migliore per valutare l’esposizione occupazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81699