Lavorare in ambienti estremi, come l'alta quota, può indurre stress ossidativo e infiammazione, influenzando l'invecchiamento biologico e la salute. Questo studio multidisciplinare proof-of-concept ha valutato gli effetti dell'esposizione all'ipossia ipobarica acuta su un gruppo di 11 soggetti (6 donne, 5 uomini, età media 30 anni) durante una spedizione di 10 giorni nella regione di Puna de Atacama, in Cile, con quote superiori a 3000 metri (fino a un picco di 6600 metri). Obbiettivi: valutare l'invecchiamento biologico, l'alterazione neurocognitiva, i cambiamenti nelle capacità visuospaziali e di ragionamento, l'impatto sulla qualità del sonno, la saturazione arteriosa di ossigeno, la frequenza cardiaca, le variazioni dell'emocromo, della filtrazione renale e della proteina C-reattiva (PCR). Materiali e Metodi: Sono stati raccolti campioni di sangue prima (T0) e dopo (T1) la spedizione per valutare parametri ematochimici, infiammazione, filtrazione renale e indicatori molecolari di invecchiamento biologico. Campioni di urina e saliva sono stati raccolti a giorni alterni per l'analisi della funzione renale e dei livelli di glutammato, dopamina, acido gamma-amminobutirrico (GABA), serotonina, cortisolo, chetoni, marcatori di danneggiamento del DNA e fattore neurotrofico cerebrale (BDNF). La conta giornaliera dei passi, la qualità del sonno e la frequenza cardiaca sono state misurate tramite Mi Band Smart Band. I sintomi del mal di montagna sono stati misurati tre volte al giorno tramite la Lake Louise Scale, mentre la saturazione arteriosa di O2 e la pressione arteriosa sono state misurate tre volte al giorno e correlate con l'altitudine. I risultati dello studio sono stati influenzati da diversi bias, tra cui la variabilità del campione, la strumentazione utilizzata e l'adattamento individuale alla quota. Risultati: è emerso un aumento significativo dei livelli di emoglobina, coerente con l'adattamento all'ipossia. Non è stato rilevato un aumento significativo dei marcatori di infiammazione sistemica, suggerendo che l'esposizione all'ipossia ipobarica non causa necessariamente infiammazione clinicamente rilevante. La pressione sistolica è diminuita, mentre la pressione diastolica è aumentata, suggerendo un possibile scarso acclimatamento all'alta quota. La frequenza cardiaca è aumentata in risposta all'ipossia, con una tendenza alla normalizzazione con l'acclimatamento. L'aumento significativo del Lake Louise Score ha confermato che la gravità dei sintomi della malattia da alta quota (AMS) tende a peggiorare in risposta a una riduzione progressiva della pressione di ossigeno. Conclusioni: Questo studio contribuisce all'esplorazione degli effetti dell'ipossia ipobarica acuta e di altri fattori ambientali estremi sull'uomo, aprendo nuove prospettive per la sorveglianza sanitaria mirata e la prevenzione delle patologie legate alla permanenza in alta quota. La ricerca sui cambiamenti fisiologici implicati nella permanenza in ambienti estremi potrebbe avere rilevanza traslazionale per le situazioni cliniche nello spazio e in altri pianeti, supportando la colonizzazione di habitat extraterrestri. L'ipossia ipobarica acuta è considerata un passaggio fondamentale nell'adattamento alla vita nello spazio. Tuttavia, è importante considerare i bias dello studio e la necessità di ulteriori ricerche con campioni più ampi e protocolli più rigorosi per confermare questi risultati.
Lavoro in Ambienti Estremi
SZTAJNKRYCER, NINA
2022/2023
Abstract
Lavorare in ambienti estremi, come l'alta quota, può indurre stress ossidativo e infiammazione, influenzando l'invecchiamento biologico e la salute. Questo studio multidisciplinare proof-of-concept ha valutato gli effetti dell'esposizione all'ipossia ipobarica acuta su un gruppo di 11 soggetti (6 donne, 5 uomini, età media 30 anni) durante una spedizione di 10 giorni nella regione di Puna de Atacama, in Cile, con quote superiori a 3000 metri (fino a un picco di 6600 metri). Obbiettivi: valutare l'invecchiamento biologico, l'alterazione neurocognitiva, i cambiamenti nelle capacità visuospaziali e di ragionamento, l'impatto sulla qualità del sonno, la saturazione arteriosa di ossigeno, la frequenza cardiaca, le variazioni dell'emocromo, della filtrazione renale e della proteina C-reattiva (PCR). Materiali e Metodi: Sono stati raccolti campioni di sangue prima (T0) e dopo (T1) la spedizione per valutare parametri ematochimici, infiammazione, filtrazione renale e indicatori molecolari di invecchiamento biologico. Campioni di urina e saliva sono stati raccolti a giorni alterni per l'analisi della funzione renale e dei livelli di glutammato, dopamina, acido gamma-amminobutirrico (GABA), serotonina, cortisolo, chetoni, marcatori di danneggiamento del DNA e fattore neurotrofico cerebrale (BDNF). La conta giornaliera dei passi, la qualità del sonno e la frequenza cardiaca sono state misurate tramite Mi Band Smart Band. I sintomi del mal di montagna sono stati misurati tre volte al giorno tramite la Lake Louise Scale, mentre la saturazione arteriosa di O2 e la pressione arteriosa sono state misurate tre volte al giorno e correlate con l'altitudine. I risultati dello studio sono stati influenzati da diversi bias, tra cui la variabilità del campione, la strumentazione utilizzata e l'adattamento individuale alla quota. Risultati: è emerso un aumento significativo dei livelli di emoglobina, coerente con l'adattamento all'ipossia. Non è stato rilevato un aumento significativo dei marcatori di infiammazione sistemica, suggerendo che l'esposizione all'ipossia ipobarica non causa necessariamente infiammazione clinicamente rilevante. La pressione sistolica è diminuita, mentre la pressione diastolica è aumentata, suggerendo un possibile scarso acclimatamento all'alta quota. La frequenza cardiaca è aumentata in risposta all'ipossia, con una tendenza alla normalizzazione con l'acclimatamento. L'aumento significativo del Lake Louise Score ha confermato che la gravità dei sintomi della malattia da alta quota (AMS) tende a peggiorare in risposta a una riduzione progressiva della pressione di ossigeno. Conclusioni: Questo studio contribuisce all'esplorazione degli effetti dell'ipossia ipobarica acuta e di altri fattori ambientali estremi sull'uomo, aprendo nuove prospettive per la sorveglianza sanitaria mirata e la prevenzione delle patologie legate alla permanenza in alta quota. La ricerca sui cambiamenti fisiologici implicati nella permanenza in ambienti estremi potrebbe avere rilevanza traslazionale per le situazioni cliniche nello spazio e in altri pianeti, supportando la colonizzazione di habitat extraterrestri. L'ipossia ipobarica acuta è considerata un passaggio fondamentale nell'adattamento alla vita nello spazio. Tuttavia, è importante considerare i bias dello studio e la necessità di ulteriori ricerche con campioni più ampi e protocolli più rigorosi per confermare questi risultati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/81701