Introduzione: la sepsi è una disfunzione d’organo potenzialmente letale che può complicare un’infezione. Il riconoscimento di tale patologia dovrebbe avvenire il più precocemente possibile, così da impostare un tempestivo trattamento e ridurre la mortalità. Al fine di identificare il danno d’organo, in assenza di un biomarcatore validato come gold standard e considerando che la diagnosi clinica può essere molto complessa, è stato indicato l’utilizzo di due score, i quali, tuttavia, hanno dimostrato limitazioni applicative. Scopo della tesi: in questo studio abbiamo valutato se la determinazione della concentrazione plasmatica della pro-adrenomedullina medio-regionale (MR-proADM) avrebbe potuto influire sulla gestione dei pazienti febbrili afferenti al Pronto Soccorso e se sarebbe potuta essere di aiuto nella scelta del reparto di ricovero. Inoltre, abbiamo valutato l’affidabilità di tale biomarcatore, della proteina C reattiva (PCR) e della procalcitonina (PCT) e ne abbiamo monitorato le concentrazioni plasmatiche in corso di ricovero. Metodi: sono stati raccolti i dati anamnestici e laboratoristici di 36 pazienti febbrili giunti al Pronto Soccorso ed è stata determinata la concentrazione plasmatica dell’MR-proADM presente nei campioni utilizzati per l’esame emocromocitometrico. Le analisi statistiche hanno valutato la concordanza fra lo standard di cura e l’MR-proADM, l’affidabilità dei biomarcatori in uso e dell’MR-proADM nella diagnosi di infezione e sepsi/shock settico e la mortalità a 30 giorni. Infine, è stato effettuato il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche dei biomarcatori in corso di ricovero per identificare eventuali trend. Risultati: la concordanza tra MR-proADM e standard di cura è risultata moderata (k = 0,57) rispetto ai rule-in/rule-out in T0 e sostanziale (k = 0,67) rispetto alle decisioni finali. Al contrario, era scarsa per la PCR (k = 0,01 e k = 0,19) e modesta per la PCT (k = 0,24 e k = 0,32). Nessun biomarcatore si è dimostrato complessivamente affidabile nella diagnosi di infezione e di sepsi/shock settico, ma l’associazione con l’MR-proADM ha migliorato la sensibilità della PCT nella diagnosi di infezione (53,8% vs 84,6%) e di sepsi/shock settico (85,7% vs 100,0%), oltre che la sensibilità (85,2% vs 88.2%) e la specificità (66,7% vs 100,0%) della PCR nella diagnosi di infezione. La mortalità a 30 giorni è stata del 13,9%. Il monitoraggio ha evidenziato tre principali trend nelle concentrazioni plasmatiche di MR-proADM, che hanno confermato l’importanza del biomarcatore nel monitoraggio del danno tissutale e nella valutazione della durata del ricovero. Conclusioni: il dosaggio dell’MR-proADM nei pazienti febbrili afferenti al PS, insieme alla valutazione del quadro clinico e al calcolo degli opportuni score, potrebbe essere di aiuto nell’individuare precocemente coloro che necessitano di cure a elevata intensità e nell’identificare i pazienti che possono essere dimessi in sicurezza. Inoltre, tale biomarcatore potrebbe essere utilizzato per migliorare l’affidabilità della PCT e della PCR rispetto alla diagnosi di infezione e/o sepsi/shock settico e per ipotizzare l’insorgenza di un danno d’organo in pazienti ricoverati.

Valutazione della pro-adrenomedullina medio-regionale nella stratificazione del rischio e nel management del paziente febbrile afferente al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Belluno: primi dati e possibili future applicazioni

CENTA, PAOLA
2022/2023

Abstract

Introduzione: la sepsi è una disfunzione d’organo potenzialmente letale che può complicare un’infezione. Il riconoscimento di tale patologia dovrebbe avvenire il più precocemente possibile, così da impostare un tempestivo trattamento e ridurre la mortalità. Al fine di identificare il danno d’organo, in assenza di un biomarcatore validato come gold standard e considerando che la diagnosi clinica può essere molto complessa, è stato indicato l’utilizzo di due score, i quali, tuttavia, hanno dimostrato limitazioni applicative. Scopo della tesi: in questo studio abbiamo valutato se la determinazione della concentrazione plasmatica della pro-adrenomedullina medio-regionale (MR-proADM) avrebbe potuto influire sulla gestione dei pazienti febbrili afferenti al Pronto Soccorso e se sarebbe potuta essere di aiuto nella scelta del reparto di ricovero. Inoltre, abbiamo valutato l’affidabilità di tale biomarcatore, della proteina C reattiva (PCR) e della procalcitonina (PCT) e ne abbiamo monitorato le concentrazioni plasmatiche in corso di ricovero. Metodi: sono stati raccolti i dati anamnestici e laboratoristici di 36 pazienti febbrili giunti al Pronto Soccorso ed è stata determinata la concentrazione plasmatica dell’MR-proADM presente nei campioni utilizzati per l’esame emocromocitometrico. Le analisi statistiche hanno valutato la concordanza fra lo standard di cura e l’MR-proADM, l’affidabilità dei biomarcatori in uso e dell’MR-proADM nella diagnosi di infezione e sepsi/shock settico e la mortalità a 30 giorni. Infine, è stato effettuato il monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche dei biomarcatori in corso di ricovero per identificare eventuali trend. Risultati: la concordanza tra MR-proADM e standard di cura è risultata moderata (k = 0,57) rispetto ai rule-in/rule-out in T0 e sostanziale (k = 0,67) rispetto alle decisioni finali. Al contrario, era scarsa per la PCR (k = 0,01 e k = 0,19) e modesta per la PCT (k = 0,24 e k = 0,32). Nessun biomarcatore si è dimostrato complessivamente affidabile nella diagnosi di infezione e di sepsi/shock settico, ma l’associazione con l’MR-proADM ha migliorato la sensibilità della PCT nella diagnosi di infezione (53,8% vs 84,6%) e di sepsi/shock settico (85,7% vs 100,0%), oltre che la sensibilità (85,2% vs 88.2%) e la specificità (66,7% vs 100,0%) della PCR nella diagnosi di infezione. La mortalità a 30 giorni è stata del 13,9%. Il monitoraggio ha evidenziato tre principali trend nelle concentrazioni plasmatiche di MR-proADM, che hanno confermato l’importanza del biomarcatore nel monitoraggio del danno tissutale e nella valutazione della durata del ricovero. Conclusioni: il dosaggio dell’MR-proADM nei pazienti febbrili afferenti al PS, insieme alla valutazione del quadro clinico e al calcolo degli opportuni score, potrebbe essere di aiuto nell’individuare precocemente coloro che necessitano di cure a elevata intensità e nell’identificare i pazienti che possono essere dimessi in sicurezza. Inoltre, tale biomarcatore potrebbe essere utilizzato per migliorare l’affidabilità della PCT e della PCR rispetto alla diagnosi di infezione e/o sepsi/shock settico e per ipotizzare l’insorgenza di un danno d’organo in pazienti ricoverati.
2022
Evaluation of Mid-Regional Pro-Adrenomedullin in Risk Stratification and Management of Febrile Patient Incoming to Belluno Hospital Emergency Department: First Data and Possible Future Usages
MR-proADM
pro-adrenomedullina
sepsi
biomarker
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/82009