Holocaust Denial and freedom of expression: an irreconcilable conflict?

This paper aims to analyse the conflict between the phenomenon of Holocaust denialism and the right to freedom of expression in several European countries. A significant part of the thesis will be devoted to presenting the main deniers who, since the 1970s, have questioned the existence of the gas chambers and the Shoah itself, with particular reference to the British historian David Irving. This thesis also delves into the anti-negationist laws in Italy and elsewhere, and into the numerous memory laws implemented in recent decades to advance the memory of the Holocaust. The climax of the denialist phenomenon culminates in what is referred to as the "Great Holocaust Trial", in which the subject of Holocaust remembrance and freedom of expression found ample room for debate. Finally, the concluding considerations will lead the reader to ask numerous questions about the study of the Shoah and the possible improvements that can be made in the field of education and memory policies, in order to understand whether or not their implementation, albeit imperfect, has been helpful in preventing genocidal events from occurring.

Il presente elaborato intende analizzare il conflitto tra il fenomeno del negazionismo dell'Olocausto e il diritto alla libertà di espressione in diversi paesi Europei. Una parte rilevante della tesi sarà dedicata alla presentazione dei principali negazionisti che, fin dagli anni ’70, hanno messo in dubbio l’esistenza delle camere a gas e della Shoah stessa, con particolare riferimento allo storico inglese David Irving. La presente tesi approfondisce inoltre le leggi antinegazioniste italiane e non solo, e le numerose politiche della memoria attuate negli ultimi decenni, volte a portare avanti la memoria dell'Olocausto. L’apice del fenomeno negazionista culmina in quello che viene definito il grande processo dell’Olocausto, in cui il tema della memoria della Shoah e della libertà di espressione trovano un ampio spazio di dibattito. Infine, le considerazioni conclusive porteranno il lettore a porsi numerosi quesiti circa lo studio della Shoah e i possibili miglioramenti che possono essere realizzati nel campo dell’educazione e in quello delle politiche della memoria, per capire se la loro attuazione, seppur imperfetta, sia stata o meno utile ad evitare l’avvenimento di eventi genocidari.