Il panorama politico italiano è caratterizzato da una moltitudine di figure più o meno di spicco che si contendono l’attenzione e le preferenze dell’elettorato attraverso l’uso di un proprio specifico linguaggio arricchito di espressioni, costruzioni sintattiche e strategie retoriche volte ad entrare in risonanza con il pubblico al quale si rivolgono. I principali media, mainstream e non, riportano quotidianamente le loro dichiarazioni, i loro interventi e i loro discorsi, con ospiti ed esperti vari che analizzano quanto detto e provano a fare il sunto dei prossimi passi che attendono il Paese. Un filone di studi molto ricco, tuttavia, si occupa di analizzare i discorsi dei principali esponenti politici e di estrapolare da ciascuno gli elementi cardine che danno vita alla loro lingua. Per “lingua” di un politico si intende, infatti, tutto l’insieme di costruzioni sintattiche, scelte lessicali e strategie retoriche che caratterizzano la comunicazione di uno specifico personaggio politico. Tra tutti i leader politici principali, cioè quelli che più spesso vengono citati dalle testate giornalistiche, invitati in trasmissioni televisive a tema politico e, in generale, più conosciuti dall’opinione pubblica, Carlo Calenda è il politico meno studiato da questo punto di vista. Quando si parla di Calenda sotto i riflettori finiscono quasi esclusivamente giudizi di valore legati al suo rapporto con l’elettorato e alla sua coerenza, piuttosto che al suo stile linguistico o comunicativo. Elemento, quest’ultimo, che negli studi riguardo gli altri leader politici è decisamente più presente. Da questa differenza di base nasce la mia curiosità nel comprendere meglio come mai questo accada e se, analizzando approfonditamente il materiale a disposizione, si può riuscire a delineare uno stile linguistico riconoscitivo anche per un leader politico finora poco studiato sotto questo aspetto. Il Corpus analizzato nasce dalla raccolta delle trascrizioni, sia ufficiali che automatiche, di numerosi discorsi che Calenda ha tenuto in differenti contesti e riguardo differenti tematiche nell’arco degli ultimi dieci anni. Nel caso di trascrizioni automatiche mi sono successivamente premurato di confrontarle con il video del discorso, in modo da correggere eventuali refusi o imprecisioni. Ho dunque diviso il corpus in cinque aree tematiche: Calenda Ministro, Calenda europarlamentare, Calenda Senatore, campagne elettorali e infine interviste. Ciascuna di queste aree contiene in media tra le quindici e le venti pagine di interventi trascritti. Le fonti principali a cui ho fatto affidamento sono state i siti istituzionali, come quelli del Parlamento italiano ed europeo, alcuni importanti quotidiani nazionali e l’archivio di trascrizioni di Radio Radicale. Sono state poi condotte sui testi raccolti analisi sintattiche, semantiche, retoriche e del contenuto. Panoramica dei risultati E' emerso che effettivamente Calenda possiede un proprio linguaggio caratteristico, fatto di espressioni semplici e popolari con sporadici richiami dialettali, che tuttavia non sfociano mai nella palese volgarità, nemmeno quando si tratta di delegittimare gli avversari politici, cosa che il senatore fa spesso servendosi di sarcasmo, dell'oggettività dei dati e facendo leva sulla competenza. Molto presente nei suoi discorsi è anche la contrapposizione con il populismo e i movimenti considerati populisti, che egli esprime sia direttamente, che operando una differenza nelle modalità espressive rispetto a tali movimenti.

La lingua del discorso politico di Carlo Calenda

NICOLI, ALESSIO
2024/2025

Abstract

Il panorama politico italiano è caratterizzato da una moltitudine di figure più o meno di spicco che si contendono l’attenzione e le preferenze dell’elettorato attraverso l’uso di un proprio specifico linguaggio arricchito di espressioni, costruzioni sintattiche e strategie retoriche volte ad entrare in risonanza con il pubblico al quale si rivolgono. I principali media, mainstream e non, riportano quotidianamente le loro dichiarazioni, i loro interventi e i loro discorsi, con ospiti ed esperti vari che analizzano quanto detto e provano a fare il sunto dei prossimi passi che attendono il Paese. Un filone di studi molto ricco, tuttavia, si occupa di analizzare i discorsi dei principali esponenti politici e di estrapolare da ciascuno gli elementi cardine che danno vita alla loro lingua. Per “lingua” di un politico si intende, infatti, tutto l’insieme di costruzioni sintattiche, scelte lessicali e strategie retoriche che caratterizzano la comunicazione di uno specifico personaggio politico. Tra tutti i leader politici principali, cioè quelli che più spesso vengono citati dalle testate giornalistiche, invitati in trasmissioni televisive a tema politico e, in generale, più conosciuti dall’opinione pubblica, Carlo Calenda è il politico meno studiato da questo punto di vista. Quando si parla di Calenda sotto i riflettori finiscono quasi esclusivamente giudizi di valore legati al suo rapporto con l’elettorato e alla sua coerenza, piuttosto che al suo stile linguistico o comunicativo. Elemento, quest’ultimo, che negli studi riguardo gli altri leader politici è decisamente più presente. Da questa differenza di base nasce la mia curiosità nel comprendere meglio come mai questo accada e se, analizzando approfonditamente il materiale a disposizione, si può riuscire a delineare uno stile linguistico riconoscitivo anche per un leader politico finora poco studiato sotto questo aspetto. Il Corpus analizzato nasce dalla raccolta delle trascrizioni, sia ufficiali che automatiche, di numerosi discorsi che Calenda ha tenuto in differenti contesti e riguardo differenti tematiche nell’arco degli ultimi dieci anni. Nel caso di trascrizioni automatiche mi sono successivamente premurato di confrontarle con il video del discorso, in modo da correggere eventuali refusi o imprecisioni. Ho dunque diviso il corpus in cinque aree tematiche: Calenda Ministro, Calenda europarlamentare, Calenda Senatore, campagne elettorali e infine interviste. Ciascuna di queste aree contiene in media tra le quindici e le venti pagine di interventi trascritti. Le fonti principali a cui ho fatto affidamento sono state i siti istituzionali, come quelli del Parlamento italiano ed europeo, alcuni importanti quotidiani nazionali e l’archivio di trascrizioni di Radio Radicale. Sono state poi condotte sui testi raccolti analisi sintattiche, semantiche, retoriche e del contenuto. Panoramica dei risultati E' emerso che effettivamente Calenda possiede un proprio linguaggio caratteristico, fatto di espressioni semplici e popolari con sporadici richiami dialettali, che tuttavia non sfociano mai nella palese volgarità, nemmeno quando si tratta di delegittimare gli avversari politici, cosa che il senatore fa spesso servendosi di sarcasmo, dell'oggettività dei dati e facendo leva sulla competenza. Molto presente nei suoi discorsi è anche la contrapposizione con il populismo e i movimenti considerati populisti, che egli esprime sia direttamente, che operando una differenza nelle modalità espressive rispetto a tali movimenti.
2024
Language of Carlo Calenda's political speech
lingua
Calenda
discorso politico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/83600