The study aims to explore the relationship between revolution and literature, focusing on a specific case. The revolutionary scene, in its various pre- and post-modern manifestations, is consistently characterized by endemic features brought to the surface by those who conceptualized and wrote about the revolution. This analysis centers on the epistemological shift of the 1970s, particularly its representation in Italian literature from 1968 to 1977. During this period, women and men engaged in collective dialogue through organized movements—student, labor, and feminist—gained awareness and voice; they possessed the critical strength to confront two modes of existence perceived as unbearable and unsustainable: patriarchy and capitalism. Due to its global implications, this period has been referred to as a "world revolution" and a "revolution of indiscipline." Poetic language serves as a stratigraphic probe into Italian society undergoing transformation through the crisis of traditional codes. A period of experimentation is inaugurated, where writing becomes the space for testing new relationships among man, work, and the world, redefining boundaries. The works of Nanni Balestrini and Carla Lonzi will be examined in greater depth; their narratives are characterized by unconventional modes, styles, and content that exemplify a courageous and modern awakening through a representative choice of thought expressed in words, where writing intertwines experience and history. Criticism has yet to categorize the works produced during this "revolutionary two decades," and it is possible that a more effective understanding may arise from circumventing self-referential theories to develop an analysis that historicizes literary products while remaining unscathed by dogmatic risks.

Il lavoro intende esplorare il rapporto tra rivoluzione e letteratura declinato in un caso specifico. La scena rivoluzionaria, nelle sue diverse manifestazioni pre e post-moderne, è sempre identificata con caratteristiche endemiche proprie, portate in superficie da chi ha pensato e scritto la rivoluzione. Quella presa in analisi in questa sede è la svolta epistemologica degli anni Settanta del Novecento, la sua rappresentazione nella letteratura italiana tra il 1968 e il 1977. Sono gli anni in cui donne e uomini, con un dialogo collettivo messo in atto attraverso dei movimenti organizzati, studentesco, operaio e femminista, sono riusciti a prendere coscienza e parola; hanno avuto la forza critica di muovere un confronto e un affronto contro due modus vivendi sentiti come insopportabili e insostenibili: il patriarcato e il capitalismo. Per loro portata globale si è parlato di “rivoluzione mondiale” e di “rivoluzione dell’indisciplina” . Il linguaggio poetico è una sonda stratigrafica della società italiana che subisce il mutamento attraverso la crisi dei codici tradizionali. Si inaugura un periodo di sperimentazioni e la scrittura diventa il luogo in cui si saggiano i nuovi rapporti tra uomo, opera e mondo, e si ridefiniscono confini. Verranno esaminati più approfonditamente i testi di Nanni Balestrini e Carla Lonzi, le cui narrazioni sono per modalità, stile e contenuto narrazioni al di fuori dell’ordinario, alzabandiera di una coraggiosa e moderna presa di coscienza attraverso una scelta rappresentativa di pensiero in parola, dove la scrittura mescola esperienza e storia. La critica non riesce ancora a categorizzare le opere scritte in questo “ventennio rivoluzionario” ed è possibile che un modo per comprenderle meglio sia aggirare le teorie più autoreferenzialiste e sviluppare un’analisi che storicizzi maggiormente il prodotto letterario, seppur rimanendo illesi dal rischio di dogmatismi.

Pensare e scrivere la rivoluzione: gli anni Settanta nelle opere di Nanni Balestrini e Carla Lonzi

MORRA, ALESSIA
2024/2025

Abstract

The study aims to explore the relationship between revolution and literature, focusing on a specific case. The revolutionary scene, in its various pre- and post-modern manifestations, is consistently characterized by endemic features brought to the surface by those who conceptualized and wrote about the revolution. This analysis centers on the epistemological shift of the 1970s, particularly its representation in Italian literature from 1968 to 1977. During this period, women and men engaged in collective dialogue through organized movements—student, labor, and feminist—gained awareness and voice; they possessed the critical strength to confront two modes of existence perceived as unbearable and unsustainable: patriarchy and capitalism. Due to its global implications, this period has been referred to as a "world revolution" and a "revolution of indiscipline." Poetic language serves as a stratigraphic probe into Italian society undergoing transformation through the crisis of traditional codes. A period of experimentation is inaugurated, where writing becomes the space for testing new relationships among man, work, and the world, redefining boundaries. The works of Nanni Balestrini and Carla Lonzi will be examined in greater depth; their narratives are characterized by unconventional modes, styles, and content that exemplify a courageous and modern awakening through a representative choice of thought expressed in words, where writing intertwines experience and history. Criticism has yet to categorize the works produced during this "revolutionary two decades," and it is possible that a more effective understanding may arise from circumventing self-referential theories to develop an analysis that historicizes literary products while remaining unscathed by dogmatic risks.
2024
Thinking and writing the revolution: the Seventies in the works of Nanni Balestrini and Carla Lonzi
Il lavoro intende esplorare il rapporto tra rivoluzione e letteratura declinato in un caso specifico. La scena rivoluzionaria, nelle sue diverse manifestazioni pre e post-moderne, è sempre identificata con caratteristiche endemiche proprie, portate in superficie da chi ha pensato e scritto la rivoluzione. Quella presa in analisi in questa sede è la svolta epistemologica degli anni Settanta del Novecento, la sua rappresentazione nella letteratura italiana tra il 1968 e il 1977. Sono gli anni in cui donne e uomini, con un dialogo collettivo messo in atto attraverso dei movimenti organizzati, studentesco, operaio e femminista, sono riusciti a prendere coscienza e parola; hanno avuto la forza critica di muovere un confronto e un affronto contro due modus vivendi sentiti come insopportabili e insostenibili: il patriarcato e il capitalismo. Per loro portata globale si è parlato di “rivoluzione mondiale” e di “rivoluzione dell’indisciplina” . Il linguaggio poetico è una sonda stratigrafica della società italiana che subisce il mutamento attraverso la crisi dei codici tradizionali. Si inaugura un periodo di sperimentazioni e la scrittura diventa il luogo in cui si saggiano i nuovi rapporti tra uomo, opera e mondo, e si ridefiniscono confini. Verranno esaminati più approfonditamente i testi di Nanni Balestrini e Carla Lonzi, le cui narrazioni sono per modalità, stile e contenuto narrazioni al di fuori dell’ordinario, alzabandiera di una coraggiosa e moderna presa di coscienza attraverso una scelta rappresentativa di pensiero in parola, dove la scrittura mescola esperienza e storia. La critica non riesce ancora a categorizzare le opere scritte in questo “ventennio rivoluzionario” ed è possibile che un modo per comprenderle meglio sia aggirare le teorie più autoreferenzialiste e sviluppare un’analisi che storicizzi maggiormente il prodotto letterario, seppur rimanendo illesi dal rischio di dogmatismi.
rivoluzione
letteratura
sperimentalismo
lotta operaia
femminismo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/83792