Cristina di Svezia. Ambizioni, fortuna e reinterpretazioni moderne di un'icona eccentrica.

The aim of this paper is to analyse how Queen Christina of Sweden has been represented over the centuries, particularly in the 17th, 19th, 20th and early 2000s, through various artistic forms. Analyses were conducted on the basis of scholarly articles and journals, plays, novels and films. The first chapter deals with the eccentric personality of the queen, who appears especially in male attire, is involved in homosexual love affairs, political intrigues and swinging relationships with the papacy following her conversion. The second chapter looks at Christina and the way she propagated her image through court ballet, theatre and her Academies, so much so that she received the title of Minerva of the North in Sweden and Patron of the Arts in Rome. In the third chapter, the figure of her majesty is analysed: in the 19th century in Alexander Dumas's play ‘Christine ou Stockholm, Fontainebleau et Rome’; in the 20th century in August Strindberg's ‘Kristine’ and Rouben Mamoulian's film ‘Queen Christina’; and in the early 2000s in Dario Fo's novel ‘Almost by chance a woman. Christina of Sweden'. One can see how in the 17th century Christina is portrayed as a goddess, endowed with heroic virtue and masculine strength, while in later centuries she is depicted for her passions and the split between her being and her role.

Il presente elaborato ha l’obbiettivo di analizzare come la regina Cristina di Svezia è stata rappresentata nel corso dei secoli, in particolare nel Seicento, Ottocento, Novecento, e primi anni Duemila, attraverso varie forme artistiche. Le analisi sono state condotte sulla base di articoli e riviste scientifiche, opere teatrali, romanzi e film. Nel primo capitolo viene affrontata la personalità eccentrica della regina, che si presenta specialmente in panni maschili, è coinvolta in amori omosessuali, in intrighi politici e in altalenanti relazioni con il papato a seguito della sua conversione. Il secondo capitolo vede Cristina e il suo modo di propagandare la sua immagine tramite il balletto di corte, il teatro e le sue Accademie, tanto da ricevere il titolo di Minerva del Nord in Svezia e Patrona delle Arti a Roma. Nel terzo capitolo è analizzata la figura di sua maestà: nell’Ottocento nel teatro di Alexander Dumas «Christine ou Stockholm, Fontainebleau et Rome»; nel Novecento nel teatro di August Strindberg «Kristine» e nel film di Rouben Mamoulian «Queen Christina»; nei primi anni Duemila nel romanzo di Dario Fo «Quasi per caso una donna. Cristina di Svezia». Si può osservare come nel Seicento Cristina viene dipinta come una dea, dotata di virtù eroica e forza maschile, mentre nei secoli successivi viene rappresentata per le sue passioni e la scissione tra il suo essere e il suo ruolo.