Questa tesi vuole indagare il tema della libertà e del cambiamento nell'esistenzialismo sartriano, ed in particolare nei suoi rapporti con la teoria psicoanalitica freudiana. L’esposizione sull’essere dell'uomo ne L’Essere e il Nulla di Sartre ci porta ad una concezione ontologico-fenomenologica dell’umano che può ridefinire le nozioni di cambiamento e libertà, con importanti ricadute nella clinica. Il discorso di Sartre è sull’essere: l’essere è in sé, ossia è identico a sé, immodificabile; l’essere della coscienza è invece il per sé, e consiste nel suo continuo nullificarsi. Nel trascendere sé stessa la coscienza attua la sua libertà, la quale è quindi questa nullificazione. L’uomo è coscienza, trascendimento continuo di sé, continuo divenire. L'essere umano è libero proprio perché è a sé stesso insufficiente, perché costantemente sottratto a sé stesso. L’uomo è sempre separato dalla sua essenza per un nulla. La realtà umana, quindi, esiste fin da subito come mancanza, essendo ciò che non è e non essendo ciò che è; è il proprio superamento verso ciò che le manca, è superamento continuo verso una coincidenza con sé stessa che non è mai data. Se allora la realtà umana è vista come mancanza, il cambiamento non può più essere inteso in termini deterministici (propri anche della psicoanalisi, perché viene postulato un inconscio che determina le azioni coscienti, ed un passato che determina un presente e un futuro): non è il motivo a determinare l’azione, bensì esso appare solamente attraverso il progetto di un’azione (invece in psicologia il movente è ciò di cui c’è coscienza). La libertà non è una posizione di motivi e moventi come oggetti e poi come decisione a partire da questi oggetti; al contrario, poiché ci sono motivo e moventi c’è già una posizione dei fini, una scelta. La scelta non trae origine da alcuna realtà anteriore, ed è, anzi, tale da dover fungere da fondamento dell'insieme dei significati che costituiscono la realtà. Poiché il nostro essere è scelta, e scelta e coscienza sono la stessa cosa (perché la scelta fa tutt’uno con la coscienza che l’uomo ha di sé stesso), l’inconscio psicoanalitico viene a cadere: per Sartre lo psichico è coestensivo alla coscienza. La psicoanalisi esistenziale punta quindi a trovare la totalità dello slancio verso l’essere, a scoprire nella persona il suo progetto originale, il progetto di essere. Ecco allora che questa visione può portare ad una diversa concezione del cambiamento e, di conseguenza, ad un diverso modo di fare terapia.
Esistenzialismo sartriano e teoria psicoanalitica a confronto: letture per una psicoanalisi esistenziale
BENINI, ANNA
2024/2025
Abstract
Questa tesi vuole indagare il tema della libertà e del cambiamento nell'esistenzialismo sartriano, ed in particolare nei suoi rapporti con la teoria psicoanalitica freudiana. L’esposizione sull’essere dell'uomo ne L’Essere e il Nulla di Sartre ci porta ad una concezione ontologico-fenomenologica dell’umano che può ridefinire le nozioni di cambiamento e libertà, con importanti ricadute nella clinica. Il discorso di Sartre è sull’essere: l’essere è in sé, ossia è identico a sé, immodificabile; l’essere della coscienza è invece il per sé, e consiste nel suo continuo nullificarsi. Nel trascendere sé stessa la coscienza attua la sua libertà, la quale è quindi questa nullificazione. L’uomo è coscienza, trascendimento continuo di sé, continuo divenire. L'essere umano è libero proprio perché è a sé stesso insufficiente, perché costantemente sottratto a sé stesso. L’uomo è sempre separato dalla sua essenza per un nulla. La realtà umana, quindi, esiste fin da subito come mancanza, essendo ciò che non è e non essendo ciò che è; è il proprio superamento verso ciò che le manca, è superamento continuo verso una coincidenza con sé stessa che non è mai data. Se allora la realtà umana è vista come mancanza, il cambiamento non può più essere inteso in termini deterministici (propri anche della psicoanalisi, perché viene postulato un inconscio che determina le azioni coscienti, ed un passato che determina un presente e un futuro): non è il motivo a determinare l’azione, bensì esso appare solamente attraverso il progetto di un’azione (invece in psicologia il movente è ciò di cui c’è coscienza). La libertà non è una posizione di motivi e moventi come oggetti e poi come decisione a partire da questi oggetti; al contrario, poiché ci sono motivo e moventi c’è già una posizione dei fini, una scelta. La scelta non trae origine da alcuna realtà anteriore, ed è, anzi, tale da dover fungere da fondamento dell'insieme dei significati che costituiscono la realtà. Poiché il nostro essere è scelta, e scelta e coscienza sono la stessa cosa (perché la scelta fa tutt’uno con la coscienza che l’uomo ha di sé stesso), l’inconscio psicoanalitico viene a cadere: per Sartre lo psichico è coestensivo alla coscienza. La psicoanalisi esistenziale punta quindi a trovare la totalità dello slancio verso l’essere, a scoprire nella persona il suo progetto originale, il progetto di essere. Ecco allora che questa visione può portare ad una diversa concezione del cambiamento e, di conseguenza, ad un diverso modo di fare terapia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/84980