Prati, pascoli e praterie abbandonate: analisi vegetazionale e attitudine al recupero nelle Prealpi Vicentine

Since the mid-20th century, the Vicentine Prealps have also experienced a progressive abandonment of mountain areas, leading to a reduction in permanent grasslands and the various ecological and agricultural functions they provide.. This study aimed to investigate the types of vegetation that establish after the abandonment of permanent grasslands, assessing the consequences on floristic composition and forage value by comparing them with managed meadows. Additionally, a recovery suitability map of abandoned grasslands was developed using data provided by the Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti, with support from the forestry consultancy Landes Group. Abandoned areas were selected based on annual records of mowing subsidy requests and divided into three temporal categories: recent abandonment (2015–2021), intermediate abandonment (2008–2014), and ancient abandonment (2001–2007). For both managed and abandoned meadows and pastures, 100 m² sample plots were surveyed using the Braun-Blanquet method, with species identified and their cover visually estimated. To develop the recovery suitability map, the following factors were selected: last year of subsidy request, slope (%), area (m²), distance from roads (m), and elevation (m a.s.l.). Each factor was weighted to calculate a composite score for each plot. Based on these scores, three recovery classes were defined: low, medium, and high. Due to the large number of plots in the high-recovery class, only those with scores ≥89 were selected, and adjacent plots were added to expand the intervention areas. This strategy aims to reduce operational costs and improve the feasibility of future management. From the phytosociological analysis, fertile meadows were classified under the association Centaureo carniolicae–Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini & Oriolo 1995. Poorer meadows belonged to Anthoxantho–Brometum erecti Poldini 1980, subassociation brometosum erecti Poldini 1989. Fertile pastures were assigned to the alliance Cynosurion cristati Tüxen 1947, while less fertile ones were mostly under the order Brometalia erecti Koch 1926, with a Festuco–Cynosureta type in the basiphilous subtype characterized by Knautia pyramidata. In abandoned meadows, a progressive divergence from managed grassland vegetation was observed, with a decline in herbaceous species and an increase in woody species. The species Brachypodium rupestre was consistently present and identified as an indicator of abandonment, playing a significant role in vegetation dynamics. Recently abandoned meadows showed greater similarity to managed ones, both in forage quality and presence of species from the Molinio-Arrhenatheretea class (Tx. 1937), indicating higher recovery potential. In contrast, meadows abandoned for longer (intermediate and ancient) had more woody species and less herbaceous cover, making recovery more difficult and requiring individual assessment. The oldest meadows, now colonized by forest species, appear more suitable for natural succession or silvicultural management. Cartographic analysis showed that areas with medium and high recovery potential also had favorable topographic features. The most influential factors for recovery were the year of last subsidy and slope, which remained favorable even in the adjacent plots. Finally, combining vegetation and topographic data suggests that recovery interventions are most effective when carried out within the first seven years after abandonment, although a comprehensive evaluation of all topographic characteristics remains necessary.

A partire dalla metà del secolo scorso anche nelle Prealpi Vicentine, si è cominciato a osservare un progressivo abbandono delle aree montane, con la conseguente riduzione delle praterie permanenti e delle varie funzioni che esse svolgono. Il presente studio ha cercato di indagare quali sono le vegetazioni che si instaurano dopo l’abbandono dei prati permanenti valutando le conseguenze riguardo la composizione floristica e il valore foraggero, confrontandole con i prati gestiti. Inoltre, è stata elaborata una mappa dell’attitudine al recupero dei prati abbandonati, grazie ai dati forniti dall’Unione Montana Pasubio Piccole Dolomiti e con il supporto di Landes Group. Le aree abbandonate sono state scelte in base all’informazione annuale della richiesta per il contributo allo sfalcio, suddividendole in tre intervalli temporali: abbandono recente (2015-2021 compresi); abbandono intermedio (2008-2014 compresi); abbandono antico (2001-2007 compresi). Sia per i prati, pascoli e le zone abbandonate sono state svolte delle aree di saggio di 100 m2 ciascuna e applicato il metodo Braun-Blanquet con l’identificazione delle specie presenti e per ciascuna la stima a vista della copertura. Per la creazione della mappa dell’attitudine al recupero sono stati scelti i seguenti fattori: anno di ultima richiesta del contributo; pendenza; estensione; distanza dalla strada; altitudine. A ognuno di questi sono stati assegnati dei punteggi ponderati. Dopodiché, sono state create tre fasce di bassa, media e alta recuperabilità. Data l’elevata quantità di particelle nella fascia di alta recuperabilità, si è scelto di selezionare le particelle con punteggio uguale e superiore a 89 così da diminuire il campione, ma aggiungere la selezione delle particelle adiacenti a quelle inizialmente individuate. Dai risultati dell’analisi fitosociologica dei prati è emerso che i prati pingui appartengono all’associazione Centaureo carniolicae-Arrhenatheretum elatioris Oberdorfer 1964 corr. Poldini et Oriolo 1995. I prati magri, invece, appartengono all’associazione Anthoxantho-Brometum erecti Poldini 1980 subassociazione brometosum erecti Poldini 1989. Per i pascoli pingui è stata assegnata l’alleanza Cynosurion cristati Tüxen 1947. Mentre, per i pascoli meno fertili, l’ordine più rappresentato è Brometalia-erecti Koch 1926 e il tipo di pascolo identificato è il festuco-cinosureto nel sottotipo basifilo a K. pyramidata. Nei prati abbandonati si osserva un progressivo allontanamento dalla vegetazione tipica dei prati gestiti, con una riduzione della numerosità delle specie erbacee e un aumento di specie legnose. Una specie indicatrice di abbandono, Brachypodium rupestre, è presente in modo costante e condiziona l’evoluzione vegetazionale. I prati abbandonati più di recente sono più simili a quelli gestiti, sia per qualità foraggera che presenza di specie della classe Molinio-Arrhenatheretea a Tx. 1937, suggerendo una maggiore attitudine al recupero. Al contrario, i prati abbandonati da più tempo (intermedi e antichi) mostrano una maggiore presenza di specie legnose e una minore copertura erbacea, rendendo il recupero più complesso e da valutare caso per caso. I prati più antichi, ormai colonizzati da specie forestali, risultano più adatti a un’evoluzione naturale o a una gestione selvicolturale. Dall’analisi cartografica emerge che le aree con media e alta attitudine al recupero hanno caratteristiche topografiche favorevoli. I fattori più influenti sulla recuperabilità sono l’anno dell’ultimo contributo e la pendenza, che restano vantaggiosi anche nelle particelle adiacenti selezionate. Infine, incrociando i dati vegetazionali e topografici emerge che l’intervento di recupero risulta più efficace se attuato entro i primi 7 anni dall’abbandono, a cui è necessaria, comunque, la valutazione complessiva delle restanti caratteristiche topografiche.