La tesi analizza l’evoluzione dell’iconografia di Fortuna dall’antichità classica fino all’età moderna, con un focus specifico sul periodo moderno, in cui la personificazione della dea conosce il suo massimo sviluppo, dando luogo a rappresentazioni caratterizzate da una notevole diversificazione di attributi e simboli. A partire dall’antica Grecia, dove l’idea di fortuna è incarnata dalla figura di Tyche, si osserva come questa, inizialmente assimilabile a una semplice ninfa acquatica, assuma progressivamente maggiore rilievo fino a essere elevata al rango di divinità. Questo status le verrà riconosciuto anche durante il Medioevo, epoca in cui il suo culto convive con la religione cristiana. In età moderna, invece, la figura della dea tende a diventare più marginale, lasciando spazio a una concettualizzazione della "fortuna" come simbolo della mutevolezza del potere e della precarietà della condizione umana. Attraverso l’analisi di un’ampia selezione di opere artistiche, la ricerca si propone di esaminare le trasformazioni iconografiche e iconologiche della figura di Fortuna, prestando particolare attenzione all’evoluzione dei suoi attributi e al loro significato, in relazione alle fonti scritte e al contesto culturale, politico e sociale di riferimento. Il concetto di fortuna diviene centrale soprattutto nel Rinascimento, periodo in cui le maggiori menti dell’epoca riflettono profondamente sul suo ruolo nella vita umana, dando origine alla celebre contrapposizione tra fortuna e virtù, divenuta un topos del pensiero moderno e largamente rappresentata anche a livello iconografico.
L'iconografia di Fortuna tra antico e moderno
ROSSI, MARTA
2024/2025
Abstract
La tesi analizza l’evoluzione dell’iconografia di Fortuna dall’antichità classica fino all’età moderna, con un focus specifico sul periodo moderno, in cui la personificazione della dea conosce il suo massimo sviluppo, dando luogo a rappresentazioni caratterizzate da una notevole diversificazione di attributi e simboli. A partire dall’antica Grecia, dove l’idea di fortuna è incarnata dalla figura di Tyche, si osserva come questa, inizialmente assimilabile a una semplice ninfa acquatica, assuma progressivamente maggiore rilievo fino a essere elevata al rango di divinità. Questo status le verrà riconosciuto anche durante il Medioevo, epoca in cui il suo culto convive con la religione cristiana. In età moderna, invece, la figura della dea tende a diventare più marginale, lasciando spazio a una concettualizzazione della "fortuna" come simbolo della mutevolezza del potere e della precarietà della condizione umana. Attraverso l’analisi di un’ampia selezione di opere artistiche, la ricerca si propone di esaminare le trasformazioni iconografiche e iconologiche della figura di Fortuna, prestando particolare attenzione all’evoluzione dei suoi attributi e al loro significato, in relazione alle fonti scritte e al contesto culturale, politico e sociale di riferimento. Il concetto di fortuna diviene centrale soprattutto nel Rinascimento, periodo in cui le maggiori menti dell’epoca riflettono profondamente sul suo ruolo nella vita umana, dando origine alla celebre contrapposizione tra fortuna e virtù, divenuta un topos del pensiero moderno e largamente rappresentata anche a livello iconografico.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87868