La presente tesi analizza il fenomeno del blending in un paziente affetto da afasia di Wernicke con l’obiettivo di indagare il ruolo della trasparenza morfotattica nella riconoscibilità delle parole di origine (source words, SW) che compongono i blend. Una forma linguistica è definita morfotatticamente trasparente quando la struttura morfologica del significante consente di identificare facilmente i morfi riconducibili a componenti del significato. Lo studio prevede un’analisi linguistico-sperimentale della trasparenza morfotattica condotta su blend prodotti da un paziente afasico in contesto conversazionale. Ai fini sperimentali è stata inoltre impostata una prova di riconoscibilità delle SW dei blend somministrata sia al paziente sia a un gruppo di controllo costituito da soggetti neurologicamente sani al fine di confrontarne le prestazioni. I risultati suggeriscono che nel caso esaminato il grado di trasparenza morfotattica non facilita la riconoscibilità delle componenti dei blend, in contrasto con quanto osservato nei soggetti di controllo.
Blending e trasparenza morfotattica nell'afasia: analisi linguistico-sperimentale di un caso singolo
SERINI, VIVIANA
2024/2025
Abstract
La presente tesi analizza il fenomeno del blending in un paziente affetto da afasia di Wernicke con l’obiettivo di indagare il ruolo della trasparenza morfotattica nella riconoscibilità delle parole di origine (source words, SW) che compongono i blend. Una forma linguistica è definita morfotatticamente trasparente quando la struttura morfologica del significante consente di identificare facilmente i morfi riconducibili a componenti del significato. Lo studio prevede un’analisi linguistico-sperimentale della trasparenza morfotattica condotta su blend prodotti da un paziente afasico in contesto conversazionale. Ai fini sperimentali è stata inoltre impostata una prova di riconoscibilità delle SW dei blend somministrata sia al paziente sia a un gruppo di controllo costituito da soggetti neurologicamente sani al fine di confrontarne le prestazioni. I risultati suggeriscono che nel caso esaminato il grado di trasparenza morfotattica non facilita la riconoscibilità delle componenti dei blend, in contrasto con quanto osservato nei soggetti di controllo.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/87951