In epoca contemporanea, l’aumento della concentrazione di gas ad effetto serra e di altri fonti di inquinamento derivanti dall’attività dell’uomo ha determinato un innalzamento significativo delle temperature medie globali rendendo di conseguenza gli ambienti di lavoro indoor ed outdoor sempre più caldi. Come confermato da numerosi studi in letterature, l’aumento delle temperature e dei tassi di umidità indotti dal cambiamento climatico ha portato non solo all’introduzioni di nuovi rischi per la salute e la sicurezza, ma anche ad un aumento significativo del numero di casi di malattie professionali e decessi dovuti a condizioni di “stress da calore”, soprattutto tra coloro che operano in ambienti outdoor (come quelli del settore agricolo e edili) o in ambienti indoor caldi non climatizzati. Al fine di prevenire e ridurre al minimo il numero di infortuni e casi di malattie professionali, è necessario saper valutare correttamente le condizioni microclimatiche presenti negli ambienti di lavoro, ovvero il complesso di parametri ambientali che caratterizzano localmente l’ambiente poiché tali parametri, insieme ai parametri individuali quali l’intensità dell’attività metabolica del compito lavorativo svolto e l’isolamento termico dell’abbigliamento indossato, sono in grado di influenzare gli scambi termici tra il soggetto e l’ambiente circostante. In particolare, la normativa tecnica che introduce le metodologie di analisi che consentono la determinazione del metabolismo energetico nell’ambito dell’ergonomia termica degli ambienti di lavoro è la norma UNI EN ISO 8996. Tale normativa introduce quattro livelli di analisi del metabolismo energetico, la cui accuratezza cresce procedendo dal primo al quarto livello; ciononostante ai fini della stima degli indici microclimatici che consentono di valutare la condizione di comfort/discomfort e di stress termico provata dagli individui, si predilige l’utilizzo dei metodi Livello 1 – Controllo ed il Livello 2 – Analisi. Infatti, nonostante forniscano incertezze inferiori, le altre due metodologie, ossia il Livello 3 – Analisi ed il Livello 4 – Valutazione di esperti, vengono normalmente utilizzate per finalità di ricerca essendo difficilmente utilizzabili ai fini operativi. Tuttavia, grazie allo sviluppo negli ultimi decenni di dispositivi indossabili sempre più economici e precisi in grado di monitorare la frequenza cardiaca, come i cardiofrequenzimetri, il metodo d’analisi di terzo livello sembra essere tra le quattro metodologie d’analisi proposte dalla normativa quello che, al netto della praticità e facilità di utilizzo in un contesto lavorativo, consente di ottenere la migliore stima del metabolismo energetico. Pertanto l’obbiettivo di questa tesi sarà quello di verificare se l’utilizzo di tale metodologia di analisi consenta di ottenere una stima più accurata degli indici microclimatici che definiscono le condizioni di comfort/discomfort e stress termico attraverso l’analisi di un caso studio.
Il microclima nei luoghi di lavoro: luci ed ombre del vigente apparato normativo e nuove metodologie di indagine
ZANARDI, MATTEO
2024/2025
Abstract
In epoca contemporanea, l’aumento della concentrazione di gas ad effetto serra e di altri fonti di inquinamento derivanti dall’attività dell’uomo ha determinato un innalzamento significativo delle temperature medie globali rendendo di conseguenza gli ambienti di lavoro indoor ed outdoor sempre più caldi. Come confermato da numerosi studi in letterature, l’aumento delle temperature e dei tassi di umidità indotti dal cambiamento climatico ha portato non solo all’introduzioni di nuovi rischi per la salute e la sicurezza, ma anche ad un aumento significativo del numero di casi di malattie professionali e decessi dovuti a condizioni di “stress da calore”, soprattutto tra coloro che operano in ambienti outdoor (come quelli del settore agricolo e edili) o in ambienti indoor caldi non climatizzati. Al fine di prevenire e ridurre al minimo il numero di infortuni e casi di malattie professionali, è necessario saper valutare correttamente le condizioni microclimatiche presenti negli ambienti di lavoro, ovvero il complesso di parametri ambientali che caratterizzano localmente l’ambiente poiché tali parametri, insieme ai parametri individuali quali l’intensità dell’attività metabolica del compito lavorativo svolto e l’isolamento termico dell’abbigliamento indossato, sono in grado di influenzare gli scambi termici tra il soggetto e l’ambiente circostante. In particolare, la normativa tecnica che introduce le metodologie di analisi che consentono la determinazione del metabolismo energetico nell’ambito dell’ergonomia termica degli ambienti di lavoro è la norma UNI EN ISO 8996. Tale normativa introduce quattro livelli di analisi del metabolismo energetico, la cui accuratezza cresce procedendo dal primo al quarto livello; ciononostante ai fini della stima degli indici microclimatici che consentono di valutare la condizione di comfort/discomfort e di stress termico provata dagli individui, si predilige l’utilizzo dei metodi Livello 1 – Controllo ed il Livello 2 – Analisi. Infatti, nonostante forniscano incertezze inferiori, le altre due metodologie, ossia il Livello 3 – Analisi ed il Livello 4 – Valutazione di esperti, vengono normalmente utilizzate per finalità di ricerca essendo difficilmente utilizzabili ai fini operativi. Tuttavia, grazie allo sviluppo negli ultimi decenni di dispositivi indossabili sempre più economici e precisi in grado di monitorare la frequenza cardiaca, come i cardiofrequenzimetri, il metodo d’analisi di terzo livello sembra essere tra le quattro metodologie d’analisi proposte dalla normativa quello che, al netto della praticità e facilità di utilizzo in un contesto lavorativo, consente di ottenere la migliore stima del metabolismo energetico. Pertanto l’obbiettivo di questa tesi sarà quello di verificare se l’utilizzo di tale metodologia di analisi consenta di ottenere una stima più accurata degli indici microclimatici che definiscono le condizioni di comfort/discomfort e stress termico attraverso l’analisi di un caso studio.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/88242