La presente ricerca nasce in seguito all’analisi della letteratura disponibile e alle riflessioni circa il legame tra l’autostima e il fenomeno cognitivo di prioritizzazione del sé, in particolar modo per quanto riguarda l’influenza che l’autostima sembra esercitare sulla prioritizzazione del sé. L’obiettivo principale dello studio è indagare se e in che misura l’autostima (esplicita e implicita) possa influenzare la prioritizzazione del sé, intesa come la tendenza umana a elaborare in modo preferenziale le informazioni associate al sé (Sui et al., 2012). Tale effetto è stato ampiamente documentato in letteratura in vari ambiti cognitivi (percezione, attenzione, memoria) e si configura come una forma di bias adattivo che contribuisce alla costruzione e al mantenimento del concetto di sé. Nonostante l’apparente robustezza dell’effetto di prioritizzazione del sé, rimane ancora aperta la questione relativa alla modulazione interindividuale di tale fenomeno. La presente ricerca esplorativa vuole porsi all’interno di questa linea di indagine, con l’obiettivo di dare risposta al quesito riguardo l’eventuale influenza esercitata da caratteristiche psicologiche come l’autostima sulla forza o sulla presenza della prioritizzazione del sé. Partendo da queste considerazioni, l’ipotesi principale del presente lavoro è che livelli diversi di autostima implicita ed esplicita possano modulare l’effetto di prioritizzazione del sé. In particolare, si ipotizza una relazione di proporzionalità diretta, per cui individui con punteggi elevati alle scale di valutazione dell’autostima implicita ed esplicita (Self-Esteem Implicit Association Test, Rosenberg Self-Esteem Scale, Rosenberg Self-Esteem – Relational Responding Task) dovrebbero mostrare una maggiore inclinazione all’elaborazione preferenziale di stimoli associati al sé nel compito di perceptual matching (Sui et al., 2012), rispetto a individui con bassa autostima. Nel presente studio abbiamo replicato l’effetto di prioritizzazione del sé, un effetto ampiamente consolidato in letteratura, evidenziando tempi di reazione significativamente più rapidi per i trial matching associati al sé rispetto a quelli associati allo sconosciuto nel Matching Task. I risultati del t-test hanno confermato che la differenza media tra le due condizioni è robusta e statisticamente significativa. Anche le misure di autostima esplicita (RSES) e implicita (SE-IAT, RRT, NLT) hanno mostrato distribuzioni coerenti con la letteratura esistente. Tuttavia, nessuna delle analisi di correlazione tra l’SPE e le misure di autostima è risultata statisticamente significativa. Questi risultati sono stati interpretati come evidenza del fatto che, da un lato, il grado di prioritizzazione del sé potrebbe non dipendere dal valore soggettivo che gli individui attribuiscono a sé stessi (autostima), né in modo esplicito né in modo implicito e, dall’altro lato, questi costrutti (autostima esplicita e implicita e prioritizzazione del sé) potrebbero avere basi cognitive diverse.

L'influenza dell'autostima sulla prioritizzazione del sé: uno studio sperimentale esplorativo

BIANCHINI, MARTINA
2024/2025

Abstract

La presente ricerca nasce in seguito all’analisi della letteratura disponibile e alle riflessioni circa il legame tra l’autostima e il fenomeno cognitivo di prioritizzazione del sé, in particolar modo per quanto riguarda l’influenza che l’autostima sembra esercitare sulla prioritizzazione del sé. L’obiettivo principale dello studio è indagare se e in che misura l’autostima (esplicita e implicita) possa influenzare la prioritizzazione del sé, intesa come la tendenza umana a elaborare in modo preferenziale le informazioni associate al sé (Sui et al., 2012). Tale effetto è stato ampiamente documentato in letteratura in vari ambiti cognitivi (percezione, attenzione, memoria) e si configura come una forma di bias adattivo che contribuisce alla costruzione e al mantenimento del concetto di sé. Nonostante l’apparente robustezza dell’effetto di prioritizzazione del sé, rimane ancora aperta la questione relativa alla modulazione interindividuale di tale fenomeno. La presente ricerca esplorativa vuole porsi all’interno di questa linea di indagine, con l’obiettivo di dare risposta al quesito riguardo l’eventuale influenza esercitata da caratteristiche psicologiche come l’autostima sulla forza o sulla presenza della prioritizzazione del sé. Partendo da queste considerazioni, l’ipotesi principale del presente lavoro è che livelli diversi di autostima implicita ed esplicita possano modulare l’effetto di prioritizzazione del sé. In particolare, si ipotizza una relazione di proporzionalità diretta, per cui individui con punteggi elevati alle scale di valutazione dell’autostima implicita ed esplicita (Self-Esteem Implicit Association Test, Rosenberg Self-Esteem Scale, Rosenberg Self-Esteem – Relational Responding Task) dovrebbero mostrare una maggiore inclinazione all’elaborazione preferenziale di stimoli associati al sé nel compito di perceptual matching (Sui et al., 2012), rispetto a individui con bassa autostima. Nel presente studio abbiamo replicato l’effetto di prioritizzazione del sé, un effetto ampiamente consolidato in letteratura, evidenziando tempi di reazione significativamente più rapidi per i trial matching associati al sé rispetto a quelli associati allo sconosciuto nel Matching Task. I risultati del t-test hanno confermato che la differenza media tra le due condizioni è robusta e statisticamente significativa. Anche le misure di autostima esplicita (RSES) e implicita (SE-IAT, RRT, NLT) hanno mostrato distribuzioni coerenti con la letteratura esistente. Tuttavia, nessuna delle analisi di correlazione tra l’SPE e le misure di autostima è risultata statisticamente significativa. Questi risultati sono stati interpretati come evidenza del fatto che, da un lato, il grado di prioritizzazione del sé potrebbe non dipendere dal valore soggettivo che gli individui attribuiscono a sé stessi (autostima), né in modo esplicito né in modo implicito e, dall’altro lato, questi costrutti (autostima esplicita e implicita e prioritizzazione del sé) potrebbero avere basi cognitive diverse.
2024
The Influence of Self-Esteem on Self-Prioritization: An Exploratory Experimental Study
Self-Esteem
Self-Prioritization
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/88739