La tesi affronta la possibilità di riconvertire parzialmente gli invasi artificiali, nati con finalità idroelettrica, per assegnare loro anche un ruolo nella laminazione delle piene. Il lavoro nasce dalla consapevolezza che, in contesti montani soggetti a eventi meteorici sempre più estremi, l’ipotesi di un utilizzo multiplo di queste opere merita oggi una valutazione tecnica più approfondita. Nel corso dell’elaborato è stato analizzato il quadro normativo, tecnico e gestionale attualmente in vigore, con particolare attenzione alle modalità di esercizio, ai criteri di regolazione e all’inquadramento delle diverse finalità funzionali previste. La tesi ha approfondito in che misura tali elementi possano incidere sulla possibilità di introdurre una funzione di laminazione in opere esistenti, valutandone compatibilità, limiti e potenziali margini di adattamento. L’indagine è stata condotta attraverso lo l’analisi di due casi studio nel bacino del Piave: gli invasi di Pieve di Cadore e Valle di Cadore. Per ciascun invaso sono state ricostruite le principali caratteristiche tecniche, analizzate le configurazioni degli scarichi e valutate le condizioni operative attuali, anche alla luce del progressivo interrimento del bacino, al fine di verificarne la potenziale adattabilità a una gestione multifunzionale. Sono stati inoltre esaminati alcuni ipotetici scenari migliorativi, con l’obiettivo di individuare possibili interventi tecnici o gestionali in grado di aumentare la flessibilità d’uso delle opere. Il lavoro si propone come contributo tecnico a una più ampia riflessione sul possibile impiego plurimo dei serbatoi esistenti nella gestione del rischio idraulico.

Alcune considerazioni sulla capacità di laminazione dei serbatoi di Pieve e di Valle di Cadore sulle piene del Piave e del Boite

SCHIAVON, MARCO
2024/2025

Abstract

La tesi affronta la possibilità di riconvertire parzialmente gli invasi artificiali, nati con finalità idroelettrica, per assegnare loro anche un ruolo nella laminazione delle piene. Il lavoro nasce dalla consapevolezza che, in contesti montani soggetti a eventi meteorici sempre più estremi, l’ipotesi di un utilizzo multiplo di queste opere merita oggi una valutazione tecnica più approfondita. Nel corso dell’elaborato è stato analizzato il quadro normativo, tecnico e gestionale attualmente in vigore, con particolare attenzione alle modalità di esercizio, ai criteri di regolazione e all’inquadramento delle diverse finalità funzionali previste. La tesi ha approfondito in che misura tali elementi possano incidere sulla possibilità di introdurre una funzione di laminazione in opere esistenti, valutandone compatibilità, limiti e potenziali margini di adattamento. L’indagine è stata condotta attraverso lo l’analisi di due casi studio nel bacino del Piave: gli invasi di Pieve di Cadore e Valle di Cadore. Per ciascun invaso sono state ricostruite le principali caratteristiche tecniche, analizzate le configurazioni degli scarichi e valutate le condizioni operative attuali, anche alla luce del progressivo interrimento del bacino, al fine di verificarne la potenziale adattabilità a una gestione multifunzionale. Sono stati inoltre esaminati alcuni ipotetici scenari migliorativi, con l’obiettivo di individuare possibili interventi tecnici o gestionali in grado di aumentare la flessibilità d’uso delle opere. Il lavoro si propone come contributo tecnico a una più ampia riflessione sul possibile impiego plurimo dei serbatoi esistenti nella gestione del rischio idraulico.
2024
Some considerations on the flood attenuation capacity of the Pieve and Valle di Cadore reservoirs on the Piave and Boite flood waves
Laminazione
Serbatoi
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