Nata come riscrittura della Liberata, la Gerusalemme conquistata rappresenta l’ultima tappa del lungo e tormentato percorso artistico di Torquato Tasso, nonché il compimento del suo progetto di rifondazione dell’epica in senso cristiano. Tuttavia, nonostante l’ambizione poetica e la densità ideologica che lo sostanziano, il poema non conobbe un’accoglienza favorevole: il pubblico colto, ormai lettore affezionato della Liberata, guardò con diffidenza alla nuova versione, percependola come irrigidita e priva di quella energia immaginativa che aveva consacrato il successo letterario della prima redazione. Tali giudizi furono in larga parte determinati dal nuovo impianto poetico della Conquistata, profondamente debitore del modello epico di Omero, in particolare del modello iliadico che Tasso assume come paradigma fondante della riscrittura. Questo lavoro di tesi nasce pertanto dalla volontà di rivalutare criticamente la Gerusalemme conquistata, nella convinzione che proprio il legame con l’Iliade costituisce una chiave di lettura moderna per riabilitare e comprendere il valore e la portata del poema tassiano. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo capitolo ricostruisce il contesto teorico e letterario intorno al quale nasce e si sviluppa la parabola tassiana. Il secondo capitolo entra nel vivo della Gerusalemme conquistata e ne studia genesi, tempi e modalità di composizione. Qui si prendono in esame le principali direttrici che guidano la riforma del poema a partire dalla lettura della lettera al Malpiglio. Successivamente si approfondiscono le macro-modifiche strutturali e l’influenza delle auctoritates sia classiche sia cristiane che si celano dietro alla riscrittura. Il terzo capitolo, dopo una ricognizione sullo status quaestionis sull’omerismo tassiano, illustra in che modo si articola il dialogo fra Conquistata e Iliade, indagando le modalità attraverso cui avviene la progressiva omerizzazione del poema. Si insiste, poi, sui materiali iliadici dell’incremento narrativo nonché sulle convergenze strutturali tra Iliade e Conquistata. Segue un’analisi della riconfigurazione dei personaggi tassiani sulla scorta di quelli iliadici, della quale viene presentato un caso approfondito: il rapporto fra Goffredo e Riccardo. Infine, la seconda parte del capitolo è dedicata all’analisi di un nucleo tematico particolarmente fecondo per l’indagine sulle radici omeriche della Conquistata. In questa cornice si approfondiscono la parabola della morte di Ruperto, «novello Patroclo», e l’episodio della morte di Argante, «novo Ettore». Attraverso una metodologia di comparazione testuale, l’indagine vuole mettere in evidenza la portata e la complessità poetica dell’omerismo tassiano, mostrando come l’adozione del modello omerico non sfocia né in uno sterile irrigidimento dei motivi epici né in un mero esercizio imitativo, ma piuttosto rivela l’ambizione tassiana di cercare nella struttura e nei motivi omerici un paradigma non alternativo bensì complementare per riformulare il proprio disegno epico. Infatti, il dialogo e il confronto con il modello greco contribuiscono a innestare lucidamente l’epica classica su un orizzonte teologico e ideologico profondamente moderno per l’epoca. Emergerà, quindi, come il «riformato poema» è il risultato di un progetto ambizioso, sorretto da una intenzione di grandissima lucidità autoriale, a compimento del quale la Conquistata appare come un’opera intrisa di memoria classica, riscritta alla luce di un modello esemplare e sine tempore che Tasso interroga, interpreta, scandaglia a fondo, con la consapevolezza che per fondare un nuovo canone epico non si può rinunciare al confronto con chi quel genere lo ha reso grande.
L'omerismo tassiano nella «Gerusalemme conquistata»
CARROZZO, GIANNA CARMEN
2024/2025
Abstract
Nata come riscrittura della Liberata, la Gerusalemme conquistata rappresenta l’ultima tappa del lungo e tormentato percorso artistico di Torquato Tasso, nonché il compimento del suo progetto di rifondazione dell’epica in senso cristiano. Tuttavia, nonostante l’ambizione poetica e la densità ideologica che lo sostanziano, il poema non conobbe un’accoglienza favorevole: il pubblico colto, ormai lettore affezionato della Liberata, guardò con diffidenza alla nuova versione, percependola come irrigidita e priva di quella energia immaginativa che aveva consacrato il successo letterario della prima redazione. Tali giudizi furono in larga parte determinati dal nuovo impianto poetico della Conquistata, profondamente debitore del modello epico di Omero, in particolare del modello iliadico che Tasso assume come paradigma fondante della riscrittura. Questo lavoro di tesi nasce pertanto dalla volontà di rivalutare criticamente la Gerusalemme conquistata, nella convinzione che proprio il legame con l’Iliade costituisce una chiave di lettura moderna per riabilitare e comprendere il valore e la portata del poema tassiano. L’indagine si articola in tre capitoli. Il primo capitolo ricostruisce il contesto teorico e letterario intorno al quale nasce e si sviluppa la parabola tassiana. Il secondo capitolo entra nel vivo della Gerusalemme conquistata e ne studia genesi, tempi e modalità di composizione. Qui si prendono in esame le principali direttrici che guidano la riforma del poema a partire dalla lettura della lettera al Malpiglio. Successivamente si approfondiscono le macro-modifiche strutturali e l’influenza delle auctoritates sia classiche sia cristiane che si celano dietro alla riscrittura. Il terzo capitolo, dopo una ricognizione sullo status quaestionis sull’omerismo tassiano, illustra in che modo si articola il dialogo fra Conquistata e Iliade, indagando le modalità attraverso cui avviene la progressiva omerizzazione del poema. Si insiste, poi, sui materiali iliadici dell’incremento narrativo nonché sulle convergenze strutturali tra Iliade e Conquistata. Segue un’analisi della riconfigurazione dei personaggi tassiani sulla scorta di quelli iliadici, della quale viene presentato un caso approfondito: il rapporto fra Goffredo e Riccardo. Infine, la seconda parte del capitolo è dedicata all’analisi di un nucleo tematico particolarmente fecondo per l’indagine sulle radici omeriche della Conquistata. In questa cornice si approfondiscono la parabola della morte di Ruperto, «novello Patroclo», e l’episodio della morte di Argante, «novo Ettore». Attraverso una metodologia di comparazione testuale, l’indagine vuole mettere in evidenza la portata e la complessità poetica dell’omerismo tassiano, mostrando come l’adozione del modello omerico non sfocia né in uno sterile irrigidimento dei motivi epici né in un mero esercizio imitativo, ma piuttosto rivela l’ambizione tassiana di cercare nella struttura e nei motivi omerici un paradigma non alternativo bensì complementare per riformulare il proprio disegno epico. Infatti, il dialogo e il confronto con il modello greco contribuiscono a innestare lucidamente l’epica classica su un orizzonte teologico e ideologico profondamente moderno per l’epoca. Emergerà, quindi, come il «riformato poema» è il risultato di un progetto ambizioso, sorretto da una intenzione di grandissima lucidità autoriale, a compimento del quale la Conquistata appare come un’opera intrisa di memoria classica, riscritta alla luce di un modello esemplare e sine tempore che Tasso interroga, interpreta, scandaglia a fondo, con la consapevolezza che per fondare un nuovo canone epico non si può rinunciare al confronto con chi quel genere lo ha reso grande.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/90620