Documentazione non invasiva dei tessuti archeologici

This thesis explores the application of non-invasive analytical techniques to the study of ancient textiles, with a focus on samples selected from archaeological contexts. Aiming to balance the need for detailed material investigation with the imperative of preserving fragile cultural heritage, the research applies three complementary non-destructive methods to each textile sample. These techniques—digital microscopy, 3D scanning, and multispectral imaging—are employed to reveal insights into the textiles' structure, weaving technology, and material composition without compromising their integrity. Drawing on interdisciplinary methodologies from archaeology, conservation science, and textile analysis, the study demonstrates how these advanced imaging tools can enrich our understanding of ancient textile production and use. The results underscore the value of non-invasive strategies in both safeguarding and interpreting delicate archaeological fabrics, contributing to the broader discourse on the preservation of organic heritage materials.

Questa tesi esplora l'applicazione di tecniche analitiche non invasive allo studio dei tessuti antichi, concentrandosi su campioni provenienti da contesti archeologici selezionati. L’obiettivo è ottenere informazioni dettagliate sulla struttura, la tecnologia tessile e la composizione dei materiali senza compromettere l’integrità dei manufatti, spesso fragili e delicati. A ciascun campione sono stati applicati tre metodi complementari e non distruttivi: microscopia digitale, scansione 3D e imaging multispettrale. Attraverso un approccio interdisciplinare che integra l’archeologia, la scienza della conservazione e gli studi tessili, la ricerca dimostra come questi strumenti avanzati possano arricchire la comprensione della produzione e dell’uso dei tessuti nell’antichità. I risultati sottolineano il valore delle tecniche non invasive sia nella salvaguardia a lungo termine sia nell’interpretazione scientifica dei materiali tessili archeologici, contribuendo al più ampio dibattito sulla conservazione del patrimonio organico.