Il presente lavoro intende studiare l’eclettica figura del filosofo e politico Emilio Bodrero (1874-1949), che, muovendo da posizioni nazionaliste, fin dall’ascesa al potere di Mussolini si avvicina al Fascismo, arrivando a ricoprire diversi incarichi in seno al Regime. Dopo un inquadramento biografico dell’intellettuale tra Nazionalismo e Fascismo, si prenderà in considerazione il suo contributo alla costruzione e diffusione dell’ideologia fascista durante il Ventennio, in particolare attraverso la lente rappresentata dal mito di Roma. Esso, infatti, ripreso più volte nel corso dei secoli, viene a costituire una delle basi ideologiche fondamentali del Regime, anche grazie a studiosi e ricercatori che mettono a disposizione del Partito le loro competenze e conoscenze in materia. Si vedrà come Bodrero, mediante saggi, articoli, discorsi pronunciati in diverse occasioni, si faccia interprete e insieme costruttore di un altro mito, quello del Fascismo quale erede della Roma imperiale. Tale mito sarebbe necessario a giustificare la superiorità fascista rispetto a una cultura come quella greca, oltre che la rinascita dell’Impero a seguito della conquista dell’Etiopia. Attraverso di esso, inoltre, Bodrero intenderebbe proporre una possibile risposta al problema dell’uomo, individuando in Cesare e Augusto, incarnati nel presente dal Duce, dei modelli da imitare, e richiamando l’Italia alla responsabilità che avrebbe di fronte alle altre Nazioni.
Emilio Bodrero, un intellettuale fascista. Il mito di Roma al servizio del Regime
LA PLACA, FRANCESCO
2024/2025
Abstract
Il presente lavoro intende studiare l’eclettica figura del filosofo e politico Emilio Bodrero (1874-1949), che, muovendo da posizioni nazionaliste, fin dall’ascesa al potere di Mussolini si avvicina al Fascismo, arrivando a ricoprire diversi incarichi in seno al Regime. Dopo un inquadramento biografico dell’intellettuale tra Nazionalismo e Fascismo, si prenderà in considerazione il suo contributo alla costruzione e diffusione dell’ideologia fascista durante il Ventennio, in particolare attraverso la lente rappresentata dal mito di Roma. Esso, infatti, ripreso più volte nel corso dei secoli, viene a costituire una delle basi ideologiche fondamentali del Regime, anche grazie a studiosi e ricercatori che mettono a disposizione del Partito le loro competenze e conoscenze in materia. Si vedrà come Bodrero, mediante saggi, articoli, discorsi pronunciati in diverse occasioni, si faccia interprete e insieme costruttore di un altro mito, quello del Fascismo quale erede della Roma imperiale. Tale mito sarebbe necessario a giustificare la superiorità fascista rispetto a una cultura come quella greca, oltre che la rinascita dell’Impero a seguito della conquista dell’Etiopia. Attraverso di esso, inoltre, Bodrero intenderebbe proporre una possibile risposta al problema dell’uomo, individuando in Cesare e Augusto, incarnati nel presente dal Duce, dei modelli da imitare, e richiamando l’Italia alla responsabilità che avrebbe di fronte alle altre Nazioni.| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
La Placa_Francesco.pdf
Accesso riservato
Dimensione
1.58 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.58 MB | Adobe PDF |
The text of this website © Università degli studi di Padova. Full Text are published under a non-exclusive license. Metadata are under a CC0 License
https://hdl.handle.net/20.500.12608/91247