Analisi della coorte di ospiti in strutture per anziani non autosufficienti nell’Azienda ULSS 6 Euganea dal 2019 al 2024: uno studio sulle loro caratteristiche e sui tassi di ricovero ed accesso in strutture d’emergenza

Background: The progressive aging of the population and the increasing demand for residential care highlight the need to better characterize the non–self-sufficient elderly population residing in Residential Care Facilities (Centri Servizi per Anziani, CSA). These facilities represent a key component of the integrated health and social care system, yet the scientific literature on the topic remains limited and non-standardized, underscoring the need for observational studies to support care planning and service integration. Methods: A retrospective cohort study was conducted using national and regional data sources from the FAR and SDO information flows covering the period 2019–2024. The analysis included 16,844 residents from 55 accredited CSA facilities within the Districts D1–D5 of the Azienda ULSS 6 Euganea. Each subject was identified through an anonymized code, and data were analyzed regarding age, sex, SVaMA profiles, case-mix areas (Regional Resolution DGR 465/2024), ICPC and ICD9-CM diagnoses, length of stay, and hospitalization rates. Results: A female predominance (≈66%) and an increase in admissions after 2022 were observed, consistent with the post-pandemic recovery. The average resident presented moderate-to-severe cognitive decline and low functional autonomy (SVaMA profile 11). Behavioral disorders (profiles 15–17, case-mix area 3) were more frequent among males, associated with greater clinical complexity, while females were more represented in area 2. The most common ICPC diagnosis was P70 Dementia, followed by neurological and musculoskeletal disorders. Overall, 36% of residents experienced at least one hospitalization, more frequently in males, with a mean length of stay of 9.6 days and a higher in-hospital mortality rate compared to females. Conclusions: The findings outline a frail, predominantly female elderly population, characterized by severe cognitive impairment and high dependency, alongside a male subgroup with greater clinical instability and higher hospitalization and mortality rates. The analysis supports the development of targeted care interventions, the strengthening of integration between residential facilities, community services, and hospitals, and the use of administrative data flows as a tool for ongoing quality monitoring and system improvement.

Background: L’invecchiamento della popolazione e la crescente domanda di assistenza residenziale rendono necessario approfondire la caratterizzazione della popolazione ospite dei Centri Servizi per Anziani (CSA) non autosufficienti. Queste strutture costituiscono un pilastro del sistema socio-sanitario integrato, ma la letteratura sul tema risulta limitata e non standardizzata, richiedendo studi osservazionali in grado di supportare la programmazione e l’integrazione dei percorsi assistenziali. Metodi: È stato condotto uno studio retrospettivo di coorte basato sui flussi informativi FAR e SDO, relativi al periodo 2019–2024. Sono stati inclusi 16.844 ospiti di 55 CSA accreditati nei distretti D1–D5 dell’Azienda ULSS 6 Euganea, identificati tramite codice anonimizzato. Per ciascun soggetto sono stati analizzati età, genere, profili SVaMA, aree di case mix (DGR 465/2024), diagnosi ICPC e ICD9-CM, durata della presa in carico e tassi di ospedalizzazione. Risultati: È emersa una prevalenza femminile (≈66%) e un aumento degli ingressi dal 2022, correlato alla ripresa post-pandemica. L’ospite medio presenta decadimento cognitivo moderato-severo e ridotta autonomia funzionale (profilo SVaMA 11). I disturbi comportamentali (profili 15–17, area 3) risultano più frequenti negli uomini, associati a maggiore complessità assistenziale, mentre nelle donne prevale l’area 2. La demenza (P70) è la diagnosi più comune, seguita da patologie neurologiche e muscoloscheletriche. Circa il 36% degli ospiti ha avuto almeno un ricovero ospedaliero, più spesso gli uomini, con degenza media di 9,6 giorni e mortalità intraospedaliera superiore rispetto al sesso femminile. Conclusioni: I risultati delineano una popolazione anziana, fragile e prevalentemente femminile, con una componente maschile più complessa e instabile. L’analisi dei dati supporta la pianificazione di interventi assistenziali mirati, il rafforzamento dell’integrazione tra strutture residenziali, territorio e ospedale, e l’utilizzo dei flussi informativi come strumento per il monitoraggio e il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza.