Le missioni spaziali di lunga durata espongono gli astronauti a condizioni estreme di isolamento, confinamento e deprivazione sensoriale, che possono alterare l’equilibrio psicologico e il funzionamento cerebrale. La presente ricerca ha indagato gli effetti di un breve periodo di deprivazione sensoriale simulata sulla connettività funzionale del Default Mode Network (DMN), rete cerebrale coinvolta nei processi autoriferiti e nell’attività mentale spontanea. Sono stati inoltre valutati tre fattori psicologici rilevanti: focus attentivo, affettività (positiva e negativa) e ansia di stato. Il campione, composto da 47 studentesse, è stato suddiviso in due gruppi, sottoposti rispettivamente a una condizione di deprivazione sensoriale in cabina silente (SD) o alla visione di un video (controllo). L’attività EEG è stata registrata in cinque momenti di riposo e analizzata tramite eLORETA e connettività seed-to-seed. I risultati mostrano un incremento transitorio della coerenza intra-network del DMN nel gruppo SD, in particolare nella banda alpha e nelle connessioni PCC–mPFC. Sul piano soggettivo, le partecipanti SD hanno riportato un maggiore orientamento dell’attenzione verso contenuti interni, associato a una lieve tendenza all’aumento dell’ansia di stato e dell’affettività negativa. Questi effetti, pur in assenza di alterazioni cliniche, suggeriscono che l’isolamento sensoriale può modulare processi cognitivi e affettivi legati al funzionamento del DMN, con possibili implicazioni per la comprensione dei meccanismi neurofunzionali coinvolti nell’invecchiamento cerebrale e nella vulnerabilità a disturbi psicopatologici. I risultati offrono inoltre spunti utili per altri contesti di isolamento reale, come l’ospedalizzazione prolungata, il confinamento carcerario, il fenomeno hikikomori e le misure restrittive adottate durante la pandemia di COVID-19.
Studio dell'isolamento degli astronauti nello spazio: alterazioni della connettività cerebrale EEG del Default Mode Network durante un breve periodo di deprivazione sensoriale
SERPE, MARTA
2024/2025
Abstract
Le missioni spaziali di lunga durata espongono gli astronauti a condizioni estreme di isolamento, confinamento e deprivazione sensoriale, che possono alterare l’equilibrio psicologico e il funzionamento cerebrale. La presente ricerca ha indagato gli effetti di un breve periodo di deprivazione sensoriale simulata sulla connettività funzionale del Default Mode Network (DMN), rete cerebrale coinvolta nei processi autoriferiti e nell’attività mentale spontanea. Sono stati inoltre valutati tre fattori psicologici rilevanti: focus attentivo, affettività (positiva e negativa) e ansia di stato. Il campione, composto da 47 studentesse, è stato suddiviso in due gruppi, sottoposti rispettivamente a una condizione di deprivazione sensoriale in cabina silente (SD) o alla visione di un video (controllo). L’attività EEG è stata registrata in cinque momenti di riposo e analizzata tramite eLORETA e connettività seed-to-seed. I risultati mostrano un incremento transitorio della coerenza intra-network del DMN nel gruppo SD, in particolare nella banda alpha e nelle connessioni PCC–mPFC. Sul piano soggettivo, le partecipanti SD hanno riportato un maggiore orientamento dell’attenzione verso contenuti interni, associato a una lieve tendenza all’aumento dell’ansia di stato e dell’affettività negativa. Questi effetti, pur in assenza di alterazioni cliniche, suggeriscono che l’isolamento sensoriale può modulare processi cognitivi e affettivi legati al funzionamento del DMN, con possibili implicazioni per la comprensione dei meccanismi neurofunzionali coinvolti nell’invecchiamento cerebrale e nella vulnerabilità a disturbi psicopatologici. I risultati offrono inoltre spunti utili per altri contesti di isolamento reale, come l’ospedalizzazione prolungata, il confinamento carcerario, il fenomeno hikikomori e le misure restrittive adottate durante la pandemia di COVID-19.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/96320