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Il presente lavoro si propone di indagare le variabili che possono influenzare le decisioni giudiziarie in materia di vizio di mente, attraverso l’analisi di un campione di 122 sentenze della Corte di Cassazione penale. Punto di partenza è stata la sentenza Raso (9163/2005), considerata un punto di svolta nell’interpretazione giurisprudenziale del tema, in particolar modo nell’interpretazione dei disturbi di personalità. Dopo aver codificato variabili relative alle caratteristiche degli imputati, alle perizie psichiatriche e consulenze tecniche di parte e alle dinamiche processuali, i dati sono stati analizzati tramite strumenti di machine learning, con l’obbiettivo di individuare gli elementi più ricorrenti e discriminanti nelle decisioni relative al ricorso (accoglimento o rigetto). I risultati hanno evidenziato una maggiore capacità del modello (Random Forest) nel riconoscere i rigetti rispetto agli accoglimenti, confermando la tendenza della Cassazione a mantenere le decisioni di merito. Tra le variabili più rilevanti sono emersi la gravità del disturbo psichiatrico, l’area geografica di provenienza della sentenza di merito e la tipologia di reato. L’analisi qualitativa ha, inoltre, mostrato il ricorso alla folk psychology nei ragionamenti giudiziari, come strumento di supporto argomentativo. Pur nei limiti legati alla numerosità ridotta del campione e ai dati mancati, lo studio apre prospettive per future ricerche su campioni più ampi e con criteri di codifica più standardizzati.
A vent'anni dalla Sentenza Raso: analisi dei fattori alla base del ragionamento giudiziario nelle sentenze di legittimità in tema di vizio di mente
SORDONI, REBECCA
2024/2025
Abstract
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/96507