La malattia di Parkinson (MP) rappresenta la seconda patologia neurodegenerativa più diffusa nella popolazione anziana. Oltre ai sintomi motori, la sfera cognitiva ed emotiva può essere compromessa, generando disagio psichico, perdita di controllo di sè e un peggioramento generale della qualità di vita. Negli anziani in buona salute, la “felt age”, intesa come discrepanza proporzionale tra età percepita ed età cronologica, è un buon indicatore del funzionamento mentale e del benessere psicofisico. La letteratura ha evidenziato come sentirsi più giovani rispetto alla propria età anagrafica sia associato a esiti più favorevoli sul piano psicologico, sul benessere generale, sulla longevità e sulle funzioni cognitive, in particolare su quelle mnesiche. Questa rappresentazione personale dell’età sembra essere connessa al senso di padronanza percepito, un aspetto che può essere compromesso dalla presenza di una malattia cronica come il PD. Le evidenze in tal senso sono limitate sebbene sia stato osservato che nelle malattie neurodegenerative i fattori di stress legati alla malattia, alle limitazioni funzionali e a eventuali comorbidità psichiatriche possono ridurre il senso di controllo degli anziani, portandoli a sentirsi più vecchi. Nella formazione delle opinioni soggettive sull’invecchiamento intervengono anche processi intrapsicologici, come gli stili di coping e le strategie di regolazione emotiva, che rappresentano differenze individuali nel modo di affrontare la malattia. Il presente elaborato si propone di approfondire come le variabili cliniche, cognitive, psicologiche e comportamentali nei soggetti con MP siano associate alla percezione soggettiva dell’età, sia sul piano fisico che mentale.
INVECCHIAMENTO SOGGETTIVO ED ESPERIENZA DI MALATTIA: ANALISI ESPLORATIVA SULL’ETÀ PERCEPITA NELLA MALATTIA DI PARKINSON
MARTINI, ANNA
2024/2025
Abstract
La malattia di Parkinson (MP) rappresenta la seconda patologia neurodegenerativa più diffusa nella popolazione anziana. Oltre ai sintomi motori, la sfera cognitiva ed emotiva può essere compromessa, generando disagio psichico, perdita di controllo di sè e un peggioramento generale della qualità di vita. Negli anziani in buona salute, la “felt age”, intesa come discrepanza proporzionale tra età percepita ed età cronologica, è un buon indicatore del funzionamento mentale e del benessere psicofisico. La letteratura ha evidenziato come sentirsi più giovani rispetto alla propria età anagrafica sia associato a esiti più favorevoli sul piano psicologico, sul benessere generale, sulla longevità e sulle funzioni cognitive, in particolare su quelle mnesiche. Questa rappresentazione personale dell’età sembra essere connessa al senso di padronanza percepito, un aspetto che può essere compromesso dalla presenza di una malattia cronica come il PD. Le evidenze in tal senso sono limitate sebbene sia stato osservato che nelle malattie neurodegenerative i fattori di stress legati alla malattia, alle limitazioni funzionali e a eventuali comorbidità psichiatriche possono ridurre il senso di controllo degli anziani, portandoli a sentirsi più vecchi. Nella formazione delle opinioni soggettive sull’invecchiamento intervengono anche processi intrapsicologici, come gli stili di coping e le strategie di regolazione emotiva, che rappresentano differenze individuali nel modo di affrontare la malattia. Il presente elaborato si propone di approfondire come le variabili cliniche, cognitive, psicologiche e comportamentali nei soggetti con MP siano associate alla percezione soggettiva dell’età, sia sul piano fisico che mentale.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/96512