Background e obiettivi Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo i cui sintomi principali sono la disattenzione, l’iperattività e il comportamento impulsivo. È caratterizzato da un'ampia gamma di sintomi satellite, quali l'eccessivo “mind wandering”, l'irrequietezza, i disturbi del sonno, il deficit delle funzioni esecutive e la disregolazione emotiva. L’ADHD è tipicamente una condizione cronica, che spesso dura tutta la vita, con un impatto sul funzionamento che può variare nel corso del tempo. Il suicidio è la terza causa di morte più frequente tra i pazienti con ADHD di età compresa tra 15 e 24 anni. I meccanismi e le cause del rischio suicidario nei pazienti ADHD non sono completamente compresi. Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare i possibili predittori dei comportamenti suicidari, in particolare agiti autolesivi e tentati suicidi, in un campione di soggetti adulti con ADHD. Metodi Il presente studio osservazionale trasversale è stato condotto su un campione di 217 (M=125 F=92) pazienti di età compresa tra i 18 e i 38 anni, con diagnosi di ADHD secondo il DSM-5, posta in età infantile o adulta, e afferenti, tra gennaio 2022 e agosto 2025, all'ambulatorio dedicato alla diagnosi e al trattamento dell'ADHD nell'adulto presso il Dipartimento di Salute Mentale dell'ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano. Di questi pazienti, 25 avevano manifestato nel corso della vita un comportamento suicidario, in particolare 16 pazienti con tentati suicidi e 9 pazienti con solo agiti autolesivi. La valutazione è stata effettuata da personale formato, attraverso un processo strutturato in tre livelli che prevede una prima fase di screening, una seconda fase di colloquio diagnostico strutturato e la terza fase di visita psichiatrica. Sono stati raccolti dati sociodemografici e clinici, comprese informazioni relative a comorbidità psichiatriche. Le analisi statistiche hanno valutato le associazioni tra le suddette variabili e i comportamenti suicidari, includendo la stratificazione per genere. Risultati Il presente lavoro ha valutato le caratteristiche considerate al baseline dell'intero gruppo di pazienti. Per quanto riguarda gli agiti autolesivi, questi sono risultati direttamente associati alla gravità dell’ADHD in modo significativo (p=0.009) e inversamente associati in modo significativo alla positività della DIVA per sintomi disattentivi nell’infanzia (p=0.023). I tentati suicidi, invece, sono risultati inversamente associati in modo significativo all’età della diagnosi (p=0.008) e direttamente associati in modo significativo all’uso di sostanze pregresso in relazione al sesso (p=0.012). In particolare, si è osservato che l’uso pregresso di sostanze è risultato un predittore significativo di tentati suicidi nelle donne, ma non nei maschi. Infine, si è osservato anche che le donne hanno riportato livelli più elevati di sintomatologia depressiva e una percezione peggiore della qualità di vita. Conclusioni I risultati evidenziano la necessità di una valutazione clinica multidimensionale e sensibile al genere nei pazienti adulti con ADHD. L’individuazione precoce di possibili fattori di rischio, in particolare l’uso di sostanze e i sintomi depressivi nelle donne, rappresenta un passaggio cruciale per la prevenzione del comportamento suicidario e per l’ottimizzazione dei percorsi terapeutici.

Predittori di agiti autolesivi e tentati suicidi in adulti con ADHD: studio osservazionale trasversale in un campione di soggetti afferenti ad un servizio di secondo livello

GUANTE HENRIQUEZ, DENYS
2023/2024

Abstract

Background e obiettivi Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo i cui sintomi principali sono la disattenzione, l’iperattività e il comportamento impulsivo. È caratterizzato da un'ampia gamma di sintomi satellite, quali l'eccessivo “mind wandering”, l'irrequietezza, i disturbi del sonno, il deficit delle funzioni esecutive e la disregolazione emotiva. L’ADHD è tipicamente una condizione cronica, che spesso dura tutta la vita, con un impatto sul funzionamento che può variare nel corso del tempo. Il suicidio è la terza causa di morte più frequente tra i pazienti con ADHD di età compresa tra 15 e 24 anni. I meccanismi e le cause del rischio suicidario nei pazienti ADHD non sono completamente compresi. Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare i possibili predittori dei comportamenti suicidari, in particolare agiti autolesivi e tentati suicidi, in un campione di soggetti adulti con ADHD. Metodi Il presente studio osservazionale trasversale è stato condotto su un campione di 217 (M=125 F=92) pazienti di età compresa tra i 18 e i 38 anni, con diagnosi di ADHD secondo il DSM-5, posta in età infantile o adulta, e afferenti, tra gennaio 2022 e agosto 2025, all'ambulatorio dedicato alla diagnosi e al trattamento dell'ADHD nell'adulto presso il Dipartimento di Salute Mentale dell'ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano. Di questi pazienti, 25 avevano manifestato nel corso della vita un comportamento suicidario, in particolare 16 pazienti con tentati suicidi e 9 pazienti con solo agiti autolesivi. La valutazione è stata effettuata da personale formato, attraverso un processo strutturato in tre livelli che prevede una prima fase di screening, una seconda fase di colloquio diagnostico strutturato e la terza fase di visita psichiatrica. Sono stati raccolti dati sociodemografici e clinici, comprese informazioni relative a comorbidità psichiatriche. Le analisi statistiche hanno valutato le associazioni tra le suddette variabili e i comportamenti suicidari, includendo la stratificazione per genere. Risultati Il presente lavoro ha valutato le caratteristiche considerate al baseline dell'intero gruppo di pazienti. Per quanto riguarda gli agiti autolesivi, questi sono risultati direttamente associati alla gravità dell’ADHD in modo significativo (p=0.009) e inversamente associati in modo significativo alla positività della DIVA per sintomi disattentivi nell’infanzia (p=0.023). I tentati suicidi, invece, sono risultati inversamente associati in modo significativo all’età della diagnosi (p=0.008) e direttamente associati in modo significativo all’uso di sostanze pregresso in relazione al sesso (p=0.012). In particolare, si è osservato che l’uso pregresso di sostanze è risultato un predittore significativo di tentati suicidi nelle donne, ma non nei maschi. Infine, si è osservato anche che le donne hanno riportato livelli più elevati di sintomatologia depressiva e una percezione peggiore della qualità di vita. Conclusioni I risultati evidenziano la necessità di una valutazione clinica multidimensionale e sensibile al genere nei pazienti adulti con ADHD. L’individuazione precoce di possibili fattori di rischio, in particolare l’uso di sostanze e i sintomi depressivi nelle donne, rappresenta un passaggio cruciale per la prevenzione del comportamento suicidario e per l’ottimizzazione dei percorsi terapeutici.
2023
Predictors of self-injurious behaviors and suicide attempts in adults with ADHD: a cross-sectional observational study in a sample of patients attending a secondary-care service
adhd
tentati suicidi
agiti autolesivi
adhd adulto
neurosviluppo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/97023