Background: Melanoma in situ (MIS) represents the earliest stage of an aggressive cutaneous neoplasm characterized by potentially unpredictable spread. Early diagnosis and surgical excision remain the treatment of choice. International guidelines recommend clinical excision margins of 5-10 mm for MIS, although the evidence supporting these recommendations is very limited. Study aim: To evaluate, in patients with a histological diagnosis of MIS, the frequency of residual neoplasia in surgical re-excisions, in order to help to understand when the surgical widening can be safely avoided, contributing to a more personalized and less invasive management of MIS. Materials amd methods: All consecutive diagnoses of MIS made at the Department of Pathology, San Donà di Piave Hospital (AULSS 4 Veneto Orientale), between 2015 and 2024, were retrospectively reviewed. Cases that underwent surgical wide excision within the same healthcare unit, according to current guideline recommendations, were included. A total of 134 cases were analyzed. Results: Residual disease was identified in 3 out of 134 re-excised cases (2.2%). In one of these, the original MIS extended to the excision margin. Conclusions: The results of this study demonstrate a very low frequency of residual disease in wide excisions following a diagnosis of MIS. Considering that this is a cutaneous lesion, and therefore clinically monitorable, a paradigm shift could be hypothesized in which surgical re-excision may be replaced by dermoscopic follow-up of the scar. This hypothesis warrants testing in prospective studies.

Background: Il melanoma in situ (MIS) rappresenta la fase iniziale di una neoplasia cutanea aggressiva, caratterizzata da una diffusione potenzialmente imprevedibile. La diagnosi precoce e l’escissione chirurgica costituiscono il trattamento di scelta. Le linee guida internazionali raccomandano margini di resezione clinici pari a 5-10 mm nei casi di MIS, sebbene le evidenze a supporto di tali indicazioni siano molto limitate. Scopo dello studio: Valutare, in pazienti con diagnosi istologica di MIS, la frequenza di residuo neoplastico nelle radicalizzazioni chirurgiche per contribuire a definire i contesti in cui l’allargamento può essere evitato in sicurezza, contribuendo ad una gestione più mirata e meno invasiva del MIS. Materiali e metodi: Sono state analizzate tutte le diagnosi consecutive di MIS formulate presso il Reparto di Anatomia Patologica di San Donà di Piave (AULSS 4 Veneto Orientale) nel periodo 2015-2024. Sono stati inclusi i casi sottoposti ad allargamento chirurgico presso la stessa AULSS, secondo le raccomandazioni delle linee guida. In totale, sono stati considerati 134 casi. Risultati: Sono emersi 3 casi di residuo di malattia presente nella radicalizzazione a fronte di 134 casi analizzati (2,2%). In uno di questi casi il MIS originale raggiungeva il margine di escissione. Conclusioni: I risultati di questo studio evidenziano una frequenza molto bassa di residuo di malattia negli allargamenti dopo diagnosi di MIS. Considerando che la malattia è cutanea, quindi osservabile clinicamente, è ipotizzabile un cambiamento di paradigma che non preveda più la chirurgia ma il follow up dermatoscopico della cicatrice. Tale ipotesi dovrà essere testata in studi prospettici.

Melanoma in situ: esiti delle radicalizzazioni in una casistica di 134 pazienti. E' tempo di una de-escalation chirurgica?

ROVOLETTO, FRANCESCA
2023/2024

Abstract

Background: Melanoma in situ (MIS) represents the earliest stage of an aggressive cutaneous neoplasm characterized by potentially unpredictable spread. Early diagnosis and surgical excision remain the treatment of choice. International guidelines recommend clinical excision margins of 5-10 mm for MIS, although the evidence supporting these recommendations is very limited. Study aim: To evaluate, in patients with a histological diagnosis of MIS, the frequency of residual neoplasia in surgical re-excisions, in order to help to understand when the surgical widening can be safely avoided, contributing to a more personalized and less invasive management of MIS. Materials amd methods: All consecutive diagnoses of MIS made at the Department of Pathology, San Donà di Piave Hospital (AULSS 4 Veneto Orientale), between 2015 and 2024, were retrospectively reviewed. Cases that underwent surgical wide excision within the same healthcare unit, according to current guideline recommendations, were included. A total of 134 cases were analyzed. Results: Residual disease was identified in 3 out of 134 re-excised cases (2.2%). In one of these, the original MIS extended to the excision margin. Conclusions: The results of this study demonstrate a very low frequency of residual disease in wide excisions following a diagnosis of MIS. Considering that this is a cutaneous lesion, and therefore clinically monitorable, a paradigm shift could be hypothesized in which surgical re-excision may be replaced by dermoscopic follow-up of the scar. This hypothesis warrants testing in prospective studies.
2023
Melanoma in situ: outcomes of re-excisions in a series of 134 patients. Is it time for surgical de-escalation?
Background: Il melanoma in situ (MIS) rappresenta la fase iniziale di una neoplasia cutanea aggressiva, caratterizzata da una diffusione potenzialmente imprevedibile. La diagnosi precoce e l’escissione chirurgica costituiscono il trattamento di scelta. Le linee guida internazionali raccomandano margini di resezione clinici pari a 5-10 mm nei casi di MIS, sebbene le evidenze a supporto di tali indicazioni siano molto limitate. Scopo dello studio: Valutare, in pazienti con diagnosi istologica di MIS, la frequenza di residuo neoplastico nelle radicalizzazioni chirurgiche per contribuire a definire i contesti in cui l’allargamento può essere evitato in sicurezza, contribuendo ad una gestione più mirata e meno invasiva del MIS. Materiali e metodi: Sono state analizzate tutte le diagnosi consecutive di MIS formulate presso il Reparto di Anatomia Patologica di San Donà di Piave (AULSS 4 Veneto Orientale) nel periodo 2015-2024. Sono stati inclusi i casi sottoposti ad allargamento chirurgico presso la stessa AULSS, secondo le raccomandazioni delle linee guida. In totale, sono stati considerati 134 casi. Risultati: Sono emersi 3 casi di residuo di malattia presente nella radicalizzazione a fronte di 134 casi analizzati (2,2%). In uno di questi casi il MIS originale raggiungeva il margine di escissione. Conclusioni: I risultati di questo studio evidenziano una frequenza molto bassa di residuo di malattia negli allargamenti dopo diagnosi di MIS. Considerando che la malattia è cutanea, quindi osservabile clinicamente, è ipotizzabile un cambiamento di paradigma che non preveda più la chirurgia ma il follow up dermatoscopico della cicatrice. Tale ipotesi dovrà essere testata in studi prospettici.
Melanoma in situ
margini
radicalizzazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/98434