A livello globale, di Unione Europea e nazionale, le popolazioni si trovano a dover affrontare nuove sfide. La pandemia di covid-19 ha mostrato tutte le criticità e i limiti dell’attuale modello di sviluppo, quali la perdita di biodiversità, l’aumento degli eventi metereologici estremi, la desertificazione, l’aumento delle diseguaglianze. La crisi climatica sta già avendo impatti reali sull’economia e sulla vita quotidiana delle persone. In ottica di ottenere finalmente uno sviluppo socioeconomico ed ambientale realmente sostenibile, l’Unione Europea ha messo in atto delle strategie senza precedenti e molto ambiziose, Green Deal e il “from farm to fork” (“Dal Campo alla Tavola”), oltre alla Strategia Biodiversità, che pur non comportando obblighi normativi influenzeranno in maniera via via crescente tutte le politiche dell’Unione europea. Per la prima volta non solo si prende atto della crisi climatica e ambientale in atto e dei suoi effetti sociali, economici e sulla salute, ma si vuole rendere l’ormai inderogabile necessità di cambio del modello di sviluppo un’inedita possibilità di trasformazione della produzione e dei consumi per ottenere un sistema più equo, inclusivo, climaticamente neutro e generatore di benessere durevole. Anche la nuova Politica Agricola Comune, proposta dalla Commissione europea e approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo, integra in essa gli obiettivi e le strategie del Green Deal e del From farm to fork. Proprio dall’agricoltura, il settore più esposto e più colpito dai cambiamenti climatici, si vuole ripartire per affermare nuovi modi di produrre più attenti alla biodiversità, rispettosi del cosiddetto “capitale naturale” e del territorio, senza però dimenticare i primi e originari scopi della PAC, sostenere il reddito degli agricoltori (che a livello dell’Unione europea è ancora in media fermo a circa la metà di quello dei lavoratori degli altri settori) e garantire la sicurezza alimentare (in termini quantitativi e qualitativi). Per la prima volta la nuova PAC aggiunge un altro “pilastro” fondamentale, che si affianca alla tutela degli aspetti economici e ambientali, ovvero quello del rispetto dei diritti sociali dei lavoratori in agricoltura. A seguito della pandemia da Sars-covid19, per far ripartire le economie e favorire allo stesso tempo la transizione ecologica, l’Unione Europea ha approvato il “Next Generation EU”. Lo strumento si articola in due sotto-strumenti: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF – Recovery and Resilience Facility) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa e per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Proprio il dispositivo RRF richiede agli Stati Membri di predisporre un piano di investimenti e riforme tramite cui allocare questi fondi, in Italia chiamato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo prevede corposi investimenti in moltissimi settori, per trasformare e modernizzare il Paese soprattutto – ma non solo – dal punto energetico e infrastrutturale. Lo scopo di questa ricerca è analizzare le ricadute che avranno le strategie europee (Farm to Fork, Green Deal), i piani (PNRR) e la nuova PAC sul paesaggio e sui paesaggi italiani. Non si può infatti nella ricerca di uno sviluppo sostenibile prescindere dal Paesaggio, espressione di identità territoriali, storiche, culturali e sociali nonché base su cui poggia il benessere socioeconomico delle popolazioni.

Per un paesaggio europeo: dal Green Deal al Next Generation EU

DALLA ROSA, GIACOMO
2021/2022

Abstract

A livello globale, di Unione Europea e nazionale, le popolazioni si trovano a dover affrontare nuove sfide. La pandemia di covid-19 ha mostrato tutte le criticità e i limiti dell’attuale modello di sviluppo, quali la perdita di biodiversità, l’aumento degli eventi metereologici estremi, la desertificazione, l’aumento delle diseguaglianze. La crisi climatica sta già avendo impatti reali sull’economia e sulla vita quotidiana delle persone. In ottica di ottenere finalmente uno sviluppo socioeconomico ed ambientale realmente sostenibile, l’Unione Europea ha messo in atto delle strategie senza precedenti e molto ambiziose, Green Deal e il “from farm to fork” (“Dal Campo alla Tavola”), oltre alla Strategia Biodiversità, che pur non comportando obblighi normativi influenzeranno in maniera via via crescente tutte le politiche dell’Unione europea. Per la prima volta non solo si prende atto della crisi climatica e ambientale in atto e dei suoi effetti sociali, economici e sulla salute, ma si vuole rendere l’ormai inderogabile necessità di cambio del modello di sviluppo un’inedita possibilità di trasformazione della produzione e dei consumi per ottenere un sistema più equo, inclusivo, climaticamente neutro e generatore di benessere durevole. Anche la nuova Politica Agricola Comune, proposta dalla Commissione europea e approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo, integra in essa gli obiettivi e le strategie del Green Deal e del From farm to fork. Proprio dall’agricoltura, il settore più esposto e più colpito dai cambiamenti climatici, si vuole ripartire per affermare nuovi modi di produrre più attenti alla biodiversità, rispettosi del cosiddetto “capitale naturale” e del territorio, senza però dimenticare i primi e originari scopi della PAC, sostenere il reddito degli agricoltori (che a livello dell’Unione europea è ancora in media fermo a circa la metà di quello dei lavoratori degli altri settori) e garantire la sicurezza alimentare (in termini quantitativi e qualitativi). Per la prima volta la nuova PAC aggiunge un altro “pilastro” fondamentale, che si affianca alla tutela degli aspetti economici e ambientali, ovvero quello del rispetto dei diritti sociali dei lavoratori in agricoltura. A seguito della pandemia da Sars-covid19, per far ripartire le economie e favorire allo stesso tempo la transizione ecologica, l’Unione Europea ha approvato il “Next Generation EU”. Lo strumento si articola in due sotto-strumenti: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF – Recovery and Resilience Facility) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa e per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Proprio il dispositivo RRF richiede agli Stati Membri di predisporre un piano di investimenti e riforme tramite cui allocare questi fondi, in Italia chiamato PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo prevede corposi investimenti in moltissimi settori, per trasformare e modernizzare il Paese soprattutto – ma non solo – dal punto energetico e infrastrutturale. Lo scopo di questa ricerca è analizzare le ricadute che avranno le strategie europee (Farm to Fork, Green Deal), i piani (PNRR) e la nuova PAC sul paesaggio e sui paesaggi italiani. Non si può infatti nella ricerca di uno sviluppo sostenibile prescindere dal Paesaggio, espressione di identità territoriali, storiche, culturali e sociali nonché base su cui poggia il benessere socioeconomico delle popolazioni.
2021
For a European landscape: from the Green Deal to the Next Generation EU
Paesaggio
PAC
Green Deal
Ambiente
PNRR
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/9938