La comunicazione è uno strumento potente, plasma gli atteggiamenti, le percezioni ed i comportamenti delle persone. Le parole hanno una loro importanza e mutano costantemente nel tempo. L’adozione di un linguaggio libero dei pregiudizi e rispettoso dell’identità di genere permette di distaccarsi da quella che è la percezione antiquata riguardante donne, uomini, gruppi etnici di minoranza, persone con disabilità e altri componenti delle società moderne. Nello studio qui proposto andremo ad analizzare i concetti chiave che girano attorno al fenomeno del linguaggio inclusivo. All’interno del primo capitolo, vi è una panoramica storica di come il concetto del linguaggio inclusivo ha cominciato a farsi strada tra le politiche di sviluppo dei vari stati, concentrandosi in seguito sulla presenza storica di un linguaggio sessista presente nella maggior parte delle lingue mondiali (a parte poche eccezioni). Termina attraverso un approfondimento delle dinamiche di pensiero che investono l’essere umano, risaltando la capacità del linguaggio di avere un ruolo attivo nella costruzione di quelle dinamiche che compongono la società. Nel secondo capitolo si andrà ad analizzare la storia di un nuovo tipo di linguaggio equo, il linguaggio gender fair o gender neutral, inoltre con l’aiuto di vari studiosi del campo linguistico ne vaglieremo la struttura, concentrandoci anche sugli effetti che questo nuovo linguaggio provoca a livello individuale e soprattutto collettivo. Successivamente ci si concentra su fenomeni quali la neutralizzazione e le femminilizzazioni subite dalle donne nel contesto quotidiano, e come si adoperano gli stati, soprattutto europei, per gestire correttamente le reazioni individuali nel comportamento linguistico. Al termine del capitolo vi è una panoramica sugli stereotipi di genere e sui possibili svantaggi derivanti da un utilizzo scorretto di un linguaggio a genere neutro. Il terzo capitolo di occupa del fenomeno sempre più frequente del hate speech, nato negli Stati Uniti ed emigrato in breve tempo anche in Europa, e racchiude tutti i 4 generi di discorsi che hanno il solo intento di esprimere odio e discriminazioni nei confronti di persone e/o gruppi per le loro etnie, religioni, genere o orientamento sessuale. Lo studio proposto analizzerà la struttura di questo linguaggio d’odio, racchiudendo anche le politiche italiane ed europee adottate per combattere questo fenomeno che da decenni provoca danni alle persone. L’ultimo capitolo racchiude una lista di azioni da intraprendere per correggere in modo chiaro e semplice il linguaggio nei campi amministrativi e scolastici, essendo le due principali vie per veicolare un messaggio di uguaglianza attraverso non solo il significato delle parole, ma anche attraverso come queste parole vengono usate.
Linguaggio inclusivo: panoramica tra hate speech e linguaggio gender-fair
BATTILANA, STEFANO
2021/2022
Abstract
La comunicazione è uno strumento potente, plasma gli atteggiamenti, le percezioni ed i comportamenti delle persone. Le parole hanno una loro importanza e mutano costantemente nel tempo. L’adozione di un linguaggio libero dei pregiudizi e rispettoso dell’identità di genere permette di distaccarsi da quella che è la percezione antiquata riguardante donne, uomini, gruppi etnici di minoranza, persone con disabilità e altri componenti delle società moderne. Nello studio qui proposto andremo ad analizzare i concetti chiave che girano attorno al fenomeno del linguaggio inclusivo. All’interno del primo capitolo, vi è una panoramica storica di come il concetto del linguaggio inclusivo ha cominciato a farsi strada tra le politiche di sviluppo dei vari stati, concentrandosi in seguito sulla presenza storica di un linguaggio sessista presente nella maggior parte delle lingue mondiali (a parte poche eccezioni). Termina attraverso un approfondimento delle dinamiche di pensiero che investono l’essere umano, risaltando la capacità del linguaggio di avere un ruolo attivo nella costruzione di quelle dinamiche che compongono la società. Nel secondo capitolo si andrà ad analizzare la storia di un nuovo tipo di linguaggio equo, il linguaggio gender fair o gender neutral, inoltre con l’aiuto di vari studiosi del campo linguistico ne vaglieremo la struttura, concentrandoci anche sugli effetti che questo nuovo linguaggio provoca a livello individuale e soprattutto collettivo. Successivamente ci si concentra su fenomeni quali la neutralizzazione e le femminilizzazioni subite dalle donne nel contesto quotidiano, e come si adoperano gli stati, soprattutto europei, per gestire correttamente le reazioni individuali nel comportamento linguistico. Al termine del capitolo vi è una panoramica sugli stereotipi di genere e sui possibili svantaggi derivanti da un utilizzo scorretto di un linguaggio a genere neutro. Il terzo capitolo di occupa del fenomeno sempre più frequente del hate speech, nato negli Stati Uniti ed emigrato in breve tempo anche in Europa, e racchiude tutti i 4 generi di discorsi che hanno il solo intento di esprimere odio e discriminazioni nei confronti di persone e/o gruppi per le loro etnie, religioni, genere o orientamento sessuale. Lo studio proposto analizzerà la struttura di questo linguaggio d’odio, racchiudendo anche le politiche italiane ed europee adottate per combattere questo fenomeno che da decenni provoca danni alle persone. L’ultimo capitolo racchiude una lista di azioni da intraprendere per correggere in modo chiaro e semplice il linguaggio nei campi amministrativi e scolastici, essendo le due principali vie per veicolare un messaggio di uguaglianza attraverso non solo il significato delle parole, ma anche attraverso come queste parole vengono usate.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/10287