The main objective of this thesis is to testify the importance of relationships and in particular of the family system in a psychopathology such as heroin addiction, still seen by common sense as a wrong choice, a consequence of the "high", a simple biochemical mechanism . But looking at the literature, the background turned out to be much more complex. After the great diffusion between the eighties and nineties of the last century, the production of heroin is still very frequent, with a traffic that has been able to resist even the obstacles posed by the pandemic and an average of eight overdoses for every ten deaths from injection. In addition to seropositivity, the diagnoses of comorbidities suggested by the diagnostic and statistical manual of mental disorders further aggravate the pathological picture: depression, externalizing, borderline and bipolar disorders, schizophrenia. Despite the genetic predisposition, a personality profile distinct from impulsive traits and traumatic or abusive experiences in early childhood, the establishment of disorganized attachment and inefficient parenting skills during adolescence (e.g. poor monitoring) proved to be the main predictors of deviant behavior associated with substance abuse. A lack of care that the relational etiopathogenetic model traces in the unresolved relationships of the parent with their caregiver. Taken as a whole, this situation does not provide the boy with valid examples to identify with, prompting him to seek support in drugs. In this regard, the interventions capable of involving the parental figures primarily and not in an auxiliary manner have proved to be particularly effective with respect to the techniques usually adopted (pharmacological treatment, individual therapy and therapeutic community), reflecting the centrality of the family and its key role in the onset and recovery from drug addiction.

L’obiettivo principale di questa tesi è testimoniare l’importanza delle relazioni ed in particolare del sistema famigliare in una psicopatologia come la dipendenza da eroina vista ancora dal senso comune come una scelta sbagliata, un conseguenza dello “sballo”, un semplice meccanismo biochimico. Ma esaminando la letteratura il retroscena si è rivelato molto più complesso. Dopo la grande diffusione avuta fra gli anni ottanta e novanta del secolo scorso, la produzione di eroina è ancora molto frequente, con un traffico che ha saputo resistere anche agli ostacoli posti dalla pandemia e una media di otto overdose ogni dieci morti da iniezione. Oltre alla sieropositività ad aggravare ancora di più il quadro patologico sono le diagnosi di comorbidità suggerite dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali: depressione, disturbi esternalizzanti, borderline e bipolare, schizofrenia. Nonostante la predisposizione genetica, un profilo di personalità distinto da tratti impulsivi ed esperienze traumatiche o di abuso nella prima infanzia, l’instaurarsi di un attaccamento disorganizzato e capacità genitoriali inefficienti durante l’adolescenza (ad esempio uno scarso monitoraggio) si sono rivelati i principali predittori di comportamenti devianti associati all’abuso di sostanze. Una carenza di accudimento che il modello eziopatogenetico relazionale rintraccia nei rapporti irrisolti del genitore con il proprio caregiver. Nel suo complesso questa situazione non fornisce al ragazzo dei validi esempi con cui identificarsi, spingendolo a cercare conforto nella droga. A tal proposito gli interventi in grado di coinvolgere primariamente e non in modo ausiliario le figure genitoriali si sono rivelati particolarmente efficaci rispetto alle tecniche solitamente adottate (trattamento farmacologico, terapia individuale e comunità terapeutica), a testimonianza della centralità della famiglia e del suo ruolo chiave nell’insorgenza e nel recupero dalla tossicodipendenza.

L'influenza della famiglia nello sviluppo e nel trattamento della dipendenza da eroina

MIOTTO, LAURA
2021/2022

Abstract

The main objective of this thesis is to testify the importance of relationships and in particular of the family system in a psychopathology such as heroin addiction, still seen by common sense as a wrong choice, a consequence of the "high", a simple biochemical mechanism . But looking at the literature, the background turned out to be much more complex. After the great diffusion between the eighties and nineties of the last century, the production of heroin is still very frequent, with a traffic that has been able to resist even the obstacles posed by the pandemic and an average of eight overdoses for every ten deaths from injection. In addition to seropositivity, the diagnoses of comorbidities suggested by the diagnostic and statistical manual of mental disorders further aggravate the pathological picture: depression, externalizing, borderline and bipolar disorders, schizophrenia. Despite the genetic predisposition, a personality profile distinct from impulsive traits and traumatic or abusive experiences in early childhood, the establishment of disorganized attachment and inefficient parenting skills during adolescence (e.g. poor monitoring) proved to be the main predictors of deviant behavior associated with substance abuse. A lack of care that the relational etiopathogenetic model traces in the unresolved relationships of the parent with their caregiver. Taken as a whole, this situation does not provide the boy with valid examples to identify with, prompting him to seek support in drugs. In this regard, the interventions capable of involving the parental figures primarily and not in an auxiliary manner have proved to be particularly effective with respect to the techniques usually adopted (pharmacological treatment, individual therapy and therapeutic community), reflecting the centrality of the family and its key role in the onset and recovery from drug addiction.
2021
The influence of the family in the development and treatment of heroin addiction
L’obiettivo principale di questa tesi è testimoniare l’importanza delle relazioni ed in particolare del sistema famigliare in una psicopatologia come la dipendenza da eroina vista ancora dal senso comune come una scelta sbagliata, un conseguenza dello “sballo”, un semplice meccanismo biochimico. Ma esaminando la letteratura il retroscena si è rivelato molto più complesso. Dopo la grande diffusione avuta fra gli anni ottanta e novanta del secolo scorso, la produzione di eroina è ancora molto frequente, con un traffico che ha saputo resistere anche agli ostacoli posti dalla pandemia e una media di otto overdose ogni dieci morti da iniezione. Oltre alla sieropositività ad aggravare ancora di più il quadro patologico sono le diagnosi di comorbidità suggerite dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali: depressione, disturbi esternalizzanti, borderline e bipolare, schizofrenia. Nonostante la predisposizione genetica, un profilo di personalità distinto da tratti impulsivi ed esperienze traumatiche o di abuso nella prima infanzia, l’instaurarsi di un attaccamento disorganizzato e capacità genitoriali inefficienti durante l’adolescenza (ad esempio uno scarso monitoraggio) si sono rivelati i principali predittori di comportamenti devianti associati all’abuso di sostanze. Una carenza di accudimento che il modello eziopatogenetico relazionale rintraccia nei rapporti irrisolti del genitore con il proprio caregiver. Nel suo complesso questa situazione non fornisce al ragazzo dei validi esempi con cui identificarsi, spingendolo a cercare conforto nella droga. A tal proposito gli interventi in grado di coinvolgere primariamente e non in modo ausiliario le figure genitoriali si sono rivelati particolarmente efficaci rispetto alle tecniche solitamente adottate (trattamento farmacologico, terapia individuale e comunità terapeutica), a testimonianza della centralità della famiglia e del suo ruolo chiave nell’insorgenza e nel recupero dalla tossicodipendenza.
tossicodipendenza
dinamiche familiari
terapia familiare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/10380