La tesi, nella prima parte, si propone di presentare sia l’evoluzione dei servizi di salute mentale nel contesto italiano, sia l’integrazione socio-sanitaria che la caratterizza. Oggi, la salute mentale è riconosciuta come un fattore fondamentale per il benessere delle persone, influendo notevolmente sulla qualità della vita d’ognuno. Solo dal 1978, con l’introduzione della Legge Basaglia, l’approccio alle persone con problemi di natura mentale cambiò. Con la Legge 180/78, infatti, vennero abbandonate le partiche di semplice cura e con loro vennero chiusi i manicomi, restituendo così dignità e diritti a tutte le persone affette da disturbi mentali. Fino a quel momento, per quest’ultimi, l’unica prospettiva possibile era un lungo l’internamento manicomiale. Evolvendosi, la psichiatria ha compreso che le malattie mentali oltre alla componente fisica hanno anche un carattere psicosociale, portando con sé numerose ricadute a livello relazionale e sociale. Per giunta, molto spesso le situazioni di disagio mentale sono fortemente attanagliate dallo stigma, che altera l’immagine della persona che ne soffre e, d’altra parte, favorisce una forte discriminazione ed esclusione sociale. Oggi, il Dipartimento di Salute Mentale, attraverso la molteplicità dei professionisti presenti, coinvolge la persona in diverse attività riabilitative, affiancandolo e sostenendolo nel proprio percorso di recovery, acquisendo la consapevolezza del proprio potenziale e le capacità per gestire il proprio disturbo. Nel secondo capitolo invece saranno analizzate le competenze e il ruolo che l’assistente sociale ha all’interno del Centro di Salute Mentale. Partendo dagli strumenti specifici che il professionista utilizza quotidianamente per la realizzazione del processo di aiuto. Nello svolgimento del lavoro però l’assistente sociale non è da solo, bensì collabora con tutti gli altri professionisti presenti all’interno del Centro per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’intera équipe. Ciò lo aiuta a considerare l’utente a 360 gradi e a fronteggiare il bisogno d’aiuto espresso dall’utente in maniera completa. Molto spesso però, l’équipe non basta ad affrontare la parte sociale dei bisogni dell’utente e l’assistente sociale deve saper cercare le risorse necessarie offerte anche all’interno della rete di servizi istituzionali e non, presenti nel territorio. Quest’ultimo diventa così lo spazio in cui si possono ricercare e trovare le adeguate risorse necessarie. È importante quindi, che l’assistente sociale adotti un approccio che permetta lo sviluppo della comunità locale, attraverso le proprie conoscenze e metodi. Negli anni i servizi di salute mentale hanno certamente svolto un lungo percorso di trasformazione partendo dall’istituzionalizzazione fino ad arrivare a pratiche attuate all’interno della comunità. Nel terzo capitolo infatti viene spiegato concretamente in che cosa consiste oggi e come si caratterizza il processo di recovery. Successivamente viene evidenziata l’importanza che gioca l’attività lavorativa nella quotidianità delle persone affette da un disturbo mentale, e come è regolato burocraticamente il processo di inserimento lavorativo. Infine, viene presentato e discusso uno strumento a sostegno dell’integrazione lavorativa che ho avuto anche modo di poter vedere durante il percorso di tirocinio: il programma IPS (Individual Placement Support). L’IPS, infatti, prevede che l’operatore IPS di riferimento indirizzi l’utente verso l’inserimento diretto nel mercato del lavoro, mantenendo un ottica orientata al processo di recovery. Si tratta di un affiancamento quotidiano, di uno spazio facilitante che permette all’utente la possibilità di una piena realizzazione di sé e di acquisire un adeguato grado di autonomia per poter affrontare correttamente le difficoltà ordinarie.

Lavoro sociale e salute mentale: il ruolo dell'assistente sociale

FERRARI, GIOVANNI
2021/2022

Abstract

La tesi, nella prima parte, si propone di presentare sia l’evoluzione dei servizi di salute mentale nel contesto italiano, sia l’integrazione socio-sanitaria che la caratterizza. Oggi, la salute mentale è riconosciuta come un fattore fondamentale per il benessere delle persone, influendo notevolmente sulla qualità della vita d’ognuno. Solo dal 1978, con l’introduzione della Legge Basaglia, l’approccio alle persone con problemi di natura mentale cambiò. Con la Legge 180/78, infatti, vennero abbandonate le partiche di semplice cura e con loro vennero chiusi i manicomi, restituendo così dignità e diritti a tutte le persone affette da disturbi mentali. Fino a quel momento, per quest’ultimi, l’unica prospettiva possibile era un lungo l’internamento manicomiale. Evolvendosi, la psichiatria ha compreso che le malattie mentali oltre alla componente fisica hanno anche un carattere psicosociale, portando con sé numerose ricadute a livello relazionale e sociale. Per giunta, molto spesso le situazioni di disagio mentale sono fortemente attanagliate dallo stigma, che altera l’immagine della persona che ne soffre e, d’altra parte, favorisce una forte discriminazione ed esclusione sociale. Oggi, il Dipartimento di Salute Mentale, attraverso la molteplicità dei professionisti presenti, coinvolge la persona in diverse attività riabilitative, affiancandolo e sostenendolo nel proprio percorso di recovery, acquisendo la consapevolezza del proprio potenziale e le capacità per gestire il proprio disturbo. Nel secondo capitolo invece saranno analizzate le competenze e il ruolo che l’assistente sociale ha all’interno del Centro di Salute Mentale. Partendo dagli strumenti specifici che il professionista utilizza quotidianamente per la realizzazione del processo di aiuto. Nello svolgimento del lavoro però l’assistente sociale non è da solo, bensì collabora con tutti gli altri professionisti presenti all’interno del Centro per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’intera équipe. Ciò lo aiuta a considerare l’utente a 360 gradi e a fronteggiare il bisogno d’aiuto espresso dall’utente in maniera completa. Molto spesso però, l’équipe non basta ad affrontare la parte sociale dei bisogni dell’utente e l’assistente sociale deve saper cercare le risorse necessarie offerte anche all’interno della rete di servizi istituzionali e non, presenti nel territorio. Quest’ultimo diventa così lo spazio in cui si possono ricercare e trovare le adeguate risorse necessarie. È importante quindi, che l’assistente sociale adotti un approccio che permetta lo sviluppo della comunità locale, attraverso le proprie conoscenze e metodi. Negli anni i servizi di salute mentale hanno certamente svolto un lungo percorso di trasformazione partendo dall’istituzionalizzazione fino ad arrivare a pratiche attuate all’interno della comunità. Nel terzo capitolo infatti viene spiegato concretamente in che cosa consiste oggi e come si caratterizza il processo di recovery. Successivamente viene evidenziata l’importanza che gioca l’attività lavorativa nella quotidianità delle persone affette da un disturbo mentale, e come è regolato burocraticamente il processo di inserimento lavorativo. Infine, viene presentato e discusso uno strumento a sostegno dell’integrazione lavorativa che ho avuto anche modo di poter vedere durante il percorso di tirocinio: il programma IPS (Individual Placement Support). L’IPS, infatti, prevede che l’operatore IPS di riferimento indirizzi l’utente verso l’inserimento diretto nel mercato del lavoro, mantenendo un ottica orientata al processo di recovery. Si tratta di un affiancamento quotidiano, di uno spazio facilitante che permette all’utente la possibilità di una piena realizzazione di sé e di acquisire un adeguato grado di autonomia per poter affrontare correttamente le difficoltà ordinarie.
2021
Social work and mental health: the role of the social worker
Assistente sociale
Salute mentale
Riabilitazione
Ruolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/10939