La scelta dell’argomento del mio elaborato, ovvero la situazione degli asili nido in Italia, nasce dalla volontà di porre luce sulle problematiche legate ad un servizio essenziale gestito spesso, però, in maniera disfunzionale. Tramite un’analisi storica ho evidenziato come il nido fosse nato in principio solo come un servizio volto a sopperire la mancanza delle madri impegnate al lavoro, quindi, come la sua unica funzione iniziale fosse quella di supporto familiare. Oggi, invece, lo sguardo del nido non è più rivolto unicamente alla madre, ma soprattutto allo sviluppo e alla crescita del bambino. I più recenti studi in ambito neuropsichiatrico vanno evidenziando come nei primi tre anni di vita del bambino si gettino le basi psicologiche emotive e relazionali fondamentali e determinanti per l’identità stessa dell’individuo. Per quanto riguarda invece la prospettiva vista nell’ottica della madre lavoratrice, la certezza di sostegno e supporto disponibile nell’accudimento del bambino, comporterebbe un vantaggio indiscutibile in quanto per la donna si aprirebbero molte più possibilità di inserimento nel mondo del lavoro con conseguente indipendenza economica, dignità individuale, ruolo sociale al di fuori di quello di madre, e contemporaneamente si avrebbe un aumento della natalità in maniera direttamente proporzionale alla certezza di poter usufruire di luoghi sicuri in cui lasciare i bimbi più piccoli. Ne consegue che il potenziamento dei servizi destinati all’infanzia si ponga come elemento centrale per favorire sia un aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia un aumento della natalità e dello sviluppo umano delle nuove generazioni, che ad una diminuzione delle disuguaglianze di opportunità, del gender gap e della povertà.
Accesso agli asili nido pubblici e costo del servizio nelle città italiane.
BARATELLA, ZOE
2021/2022
Abstract
La scelta dell’argomento del mio elaborato, ovvero la situazione degli asili nido in Italia, nasce dalla volontà di porre luce sulle problematiche legate ad un servizio essenziale gestito spesso, però, in maniera disfunzionale. Tramite un’analisi storica ho evidenziato come il nido fosse nato in principio solo come un servizio volto a sopperire la mancanza delle madri impegnate al lavoro, quindi, come la sua unica funzione iniziale fosse quella di supporto familiare. Oggi, invece, lo sguardo del nido non è più rivolto unicamente alla madre, ma soprattutto allo sviluppo e alla crescita del bambino. I più recenti studi in ambito neuropsichiatrico vanno evidenziando come nei primi tre anni di vita del bambino si gettino le basi psicologiche emotive e relazionali fondamentali e determinanti per l’identità stessa dell’individuo. Per quanto riguarda invece la prospettiva vista nell’ottica della madre lavoratrice, la certezza di sostegno e supporto disponibile nell’accudimento del bambino, comporterebbe un vantaggio indiscutibile in quanto per la donna si aprirebbero molte più possibilità di inserimento nel mondo del lavoro con conseguente indipendenza economica, dignità individuale, ruolo sociale al di fuori di quello di madre, e contemporaneamente si avrebbe un aumento della natalità in maniera direttamente proporzionale alla certezza di poter usufruire di luoghi sicuri in cui lasciare i bimbi più piccoli. Ne consegue che il potenziamento dei servizi destinati all’infanzia si ponga come elemento centrale per favorire sia un aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia un aumento della natalità e dello sviluppo umano delle nuove generazioni, che ad una diminuzione delle disuguaglianze di opportunità, del gender gap e della povertà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.12608/10969