La scelta di questo argomento nasce dal desiderio di approfondire la questione delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate contro i rifugiati in Libia, paese di transito verso l’Europa per migliaia e migliaia di persone. Le motivazioni che mi hanno spinta ad approfondire questo tema sono state incentivate senz’altro dal passato dei miei genitori che, immigrati in Italia più di 20 anni fa, hanno lasciato il loro paese di origine in cerca di condizioni di vita migliori; seppure la storia dei miei genitori e quelle dei rifugiati in Libia, costretti a subire violenze e condizioni inaccettabili, non siano neppure paragonabili. Lo scopo di questa tesi di laurea è quello di rispondere alla domanda “La Libia è da considerarsi un luogo sicuro (“place of safety”) per i rifugiati?”. L’elaborato si compone di quattro capitoli: nel primo capitolo sarà fornita la definizione di rifugiato stabilito dal regime internazionale di protezione dei rifugiati con un breve focus sulla Convenzione che regola gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa del 1969, rilevante in quanto ratificata dalla Libia il 25 aprile 1981. Nello stesso capitolo ci sarà inoltre la definizione di porto sicuro, stabilito dal diritto internazionale come “luogo in cui i sopravvissuti non si trovano più esposti ad un rischio per la loro vita e possono accedere ad alcuni beni e servizi fondamentali”. Nel secondo capitolo sarà illustrato il background in cui si inserisce il tema principale della tesi fornendo un’introduzione al contesto storico-politico libico, la descrizione della duplice natura del Paese sia come terra di arrivo, sia di transito verso l’Europa per migranti e rifugiati in fuga dalla povertà, dai conflitti e dalla persecuzione. Sempre nel secondo capitolo, verrà mostrato il quadro legale della Libia: sia per quanto riguarda le convenzioni internazionali ratificate (e non) sia per quanto riguarda il quadro legale nazionale in tema di immigrazione. Il terzo capitolo sarà il fulcro della tesi: in esso evidenzierò le condizioni dei rifugiati in Libia, che da anni vengono denunciate da difensori dei diritti umani, giornalisti, organismi delle Nazioni Unite ed associazioni umanitarie. Per poter fornire un’analisi corretta -e completa- di ciò che accade nel paese nordafricano, utilizzerò i rapporti pubblicati dalla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), da Medici per i Diritti Umani (MEDU) e da Amnesty International, le quali hanno diffusamente documentato le torture, le detenzioni arbitrarie, le violenze e i maltrattamenti. Nell’ultimo paragrafo saranno messe in luce le violazioni dei diritti umani e delle norme internazionali da parte della Libia. Il quarto capitolo invece, a conferma della mia valutazione da parte di un soggetto autorevole come la Corte europea dei diritti dell’uomo, si concentrerà sulla sentenza Hirsi Jamaa in cui l’Italia viene condannata a Strasburgo per i respingimenti in Libia.

Violazioni dei diritti dei rifugiati: Libia, un porto non sicuro

FRESKINA, ANNA
2021/2022

Abstract

La scelta di questo argomento nasce dal desiderio di approfondire la questione delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate contro i rifugiati in Libia, paese di transito verso l’Europa per migliaia e migliaia di persone. Le motivazioni che mi hanno spinta ad approfondire questo tema sono state incentivate senz’altro dal passato dei miei genitori che, immigrati in Italia più di 20 anni fa, hanno lasciato il loro paese di origine in cerca di condizioni di vita migliori; seppure la storia dei miei genitori e quelle dei rifugiati in Libia, costretti a subire violenze e condizioni inaccettabili, non siano neppure paragonabili. Lo scopo di questa tesi di laurea è quello di rispondere alla domanda “La Libia è da considerarsi un luogo sicuro (“place of safety”) per i rifugiati?”. L’elaborato si compone di quattro capitoli: nel primo capitolo sarà fornita la definizione di rifugiato stabilito dal regime internazionale di protezione dei rifugiati con un breve focus sulla Convenzione che regola gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa del 1969, rilevante in quanto ratificata dalla Libia il 25 aprile 1981. Nello stesso capitolo ci sarà inoltre la definizione di porto sicuro, stabilito dal diritto internazionale come “luogo in cui i sopravvissuti non si trovano più esposti ad un rischio per la loro vita e possono accedere ad alcuni beni e servizi fondamentali”. Nel secondo capitolo sarà illustrato il background in cui si inserisce il tema principale della tesi fornendo un’introduzione al contesto storico-politico libico, la descrizione della duplice natura del Paese sia come terra di arrivo, sia di transito verso l’Europa per migranti e rifugiati in fuga dalla povertà, dai conflitti e dalla persecuzione. Sempre nel secondo capitolo, verrà mostrato il quadro legale della Libia: sia per quanto riguarda le convenzioni internazionali ratificate (e non) sia per quanto riguarda il quadro legale nazionale in tema di immigrazione. Il terzo capitolo sarà il fulcro della tesi: in esso evidenzierò le condizioni dei rifugiati in Libia, che da anni vengono denunciate da difensori dei diritti umani, giornalisti, organismi delle Nazioni Unite ed associazioni umanitarie. Per poter fornire un’analisi corretta -e completa- di ciò che accade nel paese nordafricano, utilizzerò i rapporti pubblicati dalla Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), da Medici per i Diritti Umani (MEDU) e da Amnesty International, le quali hanno diffusamente documentato le torture, le detenzioni arbitrarie, le violenze e i maltrattamenti. Nell’ultimo paragrafo saranno messe in luce le violazioni dei diritti umani e delle norme internazionali da parte della Libia. Il quarto capitolo invece, a conferma della mia valutazione da parte di un soggetto autorevole come la Corte europea dei diritti dell’uomo, si concentrerà sulla sentenza Hirsi Jamaa in cui l’Italia viene condannata a Strasburgo per i respingimenti in Libia.
2021
Refugee rights violations: Libya, not a place of safety
Violazioni
Rifugiati
Libia
Porto sicuro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/10979