Alla base di questa tesi vi è l’analisi del post-colonialismo Europeo e di come questo possa sollevare interrogativi circa la deumanizzazione di determinate categorie di esseri umani. La persistenza di una condizione coloniale che va ad incallirsi nelle soggettività storicamente marginalizzate e razzializzate. L’Europa ha una propria identità, ma su cosa si fonda e nel suo potere cosa e chi schiaccia e invisibilizza? L’eurocentrismo può essere decomposto e sovvertito? A queste domande si cercherà di dare risposta grazie alle teorie post-colonialista e femminista, proponendo una scardinazione che possa far riflettere per recuperare il senso di responsabilità. Dal Manifesto di Ventotene all’Europa di oggi. Può l’Europa essere altro rispetto a quello che conosciamo? Il femminismo e la teoria nomade possono decostruire questa potenza e mostrarle un’altra possibilità? Classe, razza e genere non possono essere separati, perché aiutano alla comprensione dell’intersezionalità, permettono di fuoriuscire dalla propria condizione di privilegio e di mettersi in ascolto dell’Alterità che ha bisogno di essere accolta e ascoltata con autenticità ed empatia. Quanto sono importanti i sentimenti e le emozioni che si provano per riuscire a comunicare in maniera innovativa e mai scontata e per connettersi e relazionarsi con altri esseri umani? Creare un luogo sicuro in cui potersi condividere e architettare una lotta trasversale di autodeterminazione e liberazione per tutte e per tutti. Questa tesi si articola in tre capitoli: nel primo si affronterà la tematica del post-colonialismo Europeo, attraverso un excursus storico e sociale che permette di comprendere quanto il fenomeno del razzismo non sia una questione emergenziale, quanto invece un problema strutturale da sradicare dalla radice dell’animo Europeo; come la Necropolitica quotidiana porti inevitabilmente alla morte sociale, all’esclusione, alla gerarchizzazione e alla ghettizzazione. Nel secondo capitolo ci si occupa di contrapporre il pensiero federalista a quello eurocentrico, sottolineando l’importanza che ha avuto la resistenza durante il periodo del nazi-fascismo e di come questa resistenza si sia successivamente incarnata in un Manifesto, quello di Ventotene. Nel terzo ed ultimo capitolo si propone una visione alternativa dell’Europa con soggettività nomadi e mai statiche e dunque critiche e vogliose di conoscenza e di instaurazione di relazioni, ampliando il discorso anche al fenomeno dell’homelessness e alla necessità di vedere il margine come luogo radicale di lotta. Delegittimare il potere che procede sul binario “noi-loro” e concedere tutto lo spazio alla spontaneità del trasgredire al concetto di perfezione, rivendicando la diversità, la fluidità e la deterritorializzazione.

Decomporre l'Europa con il postcolonialismo e ricomporla con identità intersezionali e nomadi.

SANDRI, IRENE
2021/2022

Abstract

Alla base di questa tesi vi è l’analisi del post-colonialismo Europeo e di come questo possa sollevare interrogativi circa la deumanizzazione di determinate categorie di esseri umani. La persistenza di una condizione coloniale che va ad incallirsi nelle soggettività storicamente marginalizzate e razzializzate. L’Europa ha una propria identità, ma su cosa si fonda e nel suo potere cosa e chi schiaccia e invisibilizza? L’eurocentrismo può essere decomposto e sovvertito? A queste domande si cercherà di dare risposta grazie alle teorie post-colonialista e femminista, proponendo una scardinazione che possa far riflettere per recuperare il senso di responsabilità. Dal Manifesto di Ventotene all’Europa di oggi. Può l’Europa essere altro rispetto a quello che conosciamo? Il femminismo e la teoria nomade possono decostruire questa potenza e mostrarle un’altra possibilità? Classe, razza e genere non possono essere separati, perché aiutano alla comprensione dell’intersezionalità, permettono di fuoriuscire dalla propria condizione di privilegio e di mettersi in ascolto dell’Alterità che ha bisogno di essere accolta e ascoltata con autenticità ed empatia. Quanto sono importanti i sentimenti e le emozioni che si provano per riuscire a comunicare in maniera innovativa e mai scontata e per connettersi e relazionarsi con altri esseri umani? Creare un luogo sicuro in cui potersi condividere e architettare una lotta trasversale di autodeterminazione e liberazione per tutte e per tutti. Questa tesi si articola in tre capitoli: nel primo si affronterà la tematica del post-colonialismo Europeo, attraverso un excursus storico e sociale che permette di comprendere quanto il fenomeno del razzismo non sia una questione emergenziale, quanto invece un problema strutturale da sradicare dalla radice dell’animo Europeo; come la Necropolitica quotidiana porti inevitabilmente alla morte sociale, all’esclusione, alla gerarchizzazione e alla ghettizzazione. Nel secondo capitolo ci si occupa di contrapporre il pensiero federalista a quello eurocentrico, sottolineando l’importanza che ha avuto la resistenza durante il periodo del nazi-fascismo e di come questa resistenza si sia successivamente incarnata in un Manifesto, quello di Ventotene. Nel terzo ed ultimo capitolo si propone una visione alternativa dell’Europa con soggettività nomadi e mai statiche e dunque critiche e vogliose di conoscenza e di instaurazione di relazioni, ampliando il discorso anche al fenomeno dell’homelessness e alla necessità di vedere il margine come luogo radicale di lotta. Delegittimare il potere che procede sul binario “noi-loro” e concedere tutto lo spazio alla spontaneità del trasgredire al concetto di perfezione, rivendicando la diversità, la fluidità e la deterritorializzazione.
2021
Decomposing Europe with postcolonialism and recomposing it with intersectional and nomadic identities.
postcolonialismo
federalismo
intersezionalità
soggetti nomadi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11000