Introduction Intraoperative neurophysiological monitoring (IOM) made its debut around the 1980s, immediately proving to be an important tool to highlight intraoperative neurophysiological alterations during procedures involving eloquent structures of the nervous system, with the aim of providing the surgeon with useful information to avoid the onset of post-operative neurological deficits. However, there is still skepticism by some surgeons in its usefulness. In this study, we wanted to collect the experience of the neurosurgery teams of the Azienda Ospedaliera di Padova (AOP) in the use of the IOM, identifying its sensitivity in detecting potential post-operative deficits during surgery. Materials and Methods A retrospective study was conducted on 595 patients undergoing neurosurgical intervention with the assistance of the IOM, in the period between January 2016 and September 2021. It was evaluated whether these patients had suffered a clinical neurological worsening between the beginning and the end of their hospitalization, identifying 179 cases. Of these, IOM registrations were evaluated to assess whether intraoperative alterations had occurred. Both a global analysis of patients and a subdivision by surgical site and monitoring method used (tcMEP, SEP, ABR, CNAP, and VEP) were performed. Results The overall sensitivity of IOM in the experience of AOP neurosurgery teams was 78,3%, with some differences by site of surgery, consistent with the literature. TcMEPs were found to be the most sensitive monitoring method (68-100% depending on the nervous structures involved in the procedure). Conclusions Thanks to the high levels of sensitivity identified, this study allows to support how the IOM is a pivotal method in neurosurgical procedures to detect iatrogenic lesions with potential clinical implications, considered mandatory in some types of surgery, such as spinal and subtentorial ones.

Introduzione Il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio (IOM) ha visto il suo esordio intorno agli anni ’80, dimostrandosi da subito un importante strumento per evidenziare alterazioni neurofisiologiche intraoperatorie in corso di interventi che vedono coinvolte strutture eloquenti del sistema nervoso, con lo scopo di fornire al chirurgo informazioni utili ad evitare l’insorgenza di deficit neurologici post-operatori. Tuttavia, vi è ancora scetticismo da parte di alcuni chirurghi nella sua utilità. In questo studio si è voluto raccogliere l’esperienza delle neurochirurgie dell’Azienda Ospedaliera di Padova (AOP) nell’utilizzo dello IOM, individuandone la sensibilità nel rilevare, in corso di chirurgia, potenziali deficit post-operatori. Materiali e metodi È stato condotto uno studio retrospettivo su 595 pazienti sottoposti ad intervento neurochirurgico con l’assistenza dello IOM, nel periodo tra gennaio 2016 e settembre 2021. È stata valutato se questi pazienti avessero sofferto di un peggioramento clinico neurologico tra l’inizio e la fine del ricovero, individuando 179 casi. Di questi sono stati valutati i tracciati dello IOM per verificare se si fossero presentate alterazioni intraoperatorie. È stata svolta sia un’analisi globale dei pazienti, sia una suddivisione per sito chirurgico e metodica di monitoraggio utilizzata (tcMEP, SEP, ABR, CNAP e VEP). Risultati La sensibilità complessiva dello IOM nell’esperienza delle neurochirurgie dell’AOP è del 78,3%, con alcune differenze in base al sito dell’intervento, in linea con la letteratura. I tcMEP sono risultati la metodica di monitoraggio più sensibile (68-100% in base alle strutture coinvolte dalla procedura). Conclusioni Grazie agli elevati livelli di sensibilità individuati, questo studio permette di sostenere come lo IOM sia una metodica cardine nelle procedure neurochirurgiche per individuare lesioni iatrogene con potenziale risvolto clinico, considerabile obbligatoria in alcuni tipi di chirurgia, come quella spinale e quella sottotentoriale.

Monitoraggi intraoperatori in Neurochirurgia: esperienza delle Neurochirurgie padovane

FAVARO, EMANUELE
2021/2022

Abstract

Introduction Intraoperative neurophysiological monitoring (IOM) made its debut around the 1980s, immediately proving to be an important tool to highlight intraoperative neurophysiological alterations during procedures involving eloquent structures of the nervous system, with the aim of providing the surgeon with useful information to avoid the onset of post-operative neurological deficits. However, there is still skepticism by some surgeons in its usefulness. In this study, we wanted to collect the experience of the neurosurgery teams of the Azienda Ospedaliera di Padova (AOP) in the use of the IOM, identifying its sensitivity in detecting potential post-operative deficits during surgery. Materials and Methods A retrospective study was conducted on 595 patients undergoing neurosurgical intervention with the assistance of the IOM, in the period between January 2016 and September 2021. It was evaluated whether these patients had suffered a clinical neurological worsening between the beginning and the end of their hospitalization, identifying 179 cases. Of these, IOM registrations were evaluated to assess whether intraoperative alterations had occurred. Both a global analysis of patients and a subdivision by surgical site and monitoring method used (tcMEP, SEP, ABR, CNAP, and VEP) were performed. Results The overall sensitivity of IOM in the experience of AOP neurosurgery teams was 78,3%, with some differences by site of surgery, consistent with the literature. TcMEPs were found to be the most sensitive monitoring method (68-100% depending on the nervous structures involved in the procedure). Conclusions Thanks to the high levels of sensitivity identified, this study allows to support how the IOM is a pivotal method in neurosurgical procedures to detect iatrogenic lesions with potential clinical implications, considered mandatory in some types of surgery, such as spinal and subtentorial ones.
2021
Intraoperative monitoring in Neurosurgery: the Padua experience
Introduzione Il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio (IOM) ha visto il suo esordio intorno agli anni ’80, dimostrandosi da subito un importante strumento per evidenziare alterazioni neurofisiologiche intraoperatorie in corso di interventi che vedono coinvolte strutture eloquenti del sistema nervoso, con lo scopo di fornire al chirurgo informazioni utili ad evitare l’insorgenza di deficit neurologici post-operatori. Tuttavia, vi è ancora scetticismo da parte di alcuni chirurghi nella sua utilità. In questo studio si è voluto raccogliere l’esperienza delle neurochirurgie dell’Azienda Ospedaliera di Padova (AOP) nell’utilizzo dello IOM, individuandone la sensibilità nel rilevare, in corso di chirurgia, potenziali deficit post-operatori. Materiali e metodi È stato condotto uno studio retrospettivo su 595 pazienti sottoposti ad intervento neurochirurgico con l’assistenza dello IOM, nel periodo tra gennaio 2016 e settembre 2021. È stata valutato se questi pazienti avessero sofferto di un peggioramento clinico neurologico tra l’inizio e la fine del ricovero, individuando 179 casi. Di questi sono stati valutati i tracciati dello IOM per verificare se si fossero presentate alterazioni intraoperatorie. È stata svolta sia un’analisi globale dei pazienti, sia una suddivisione per sito chirurgico e metodica di monitoraggio utilizzata (tcMEP, SEP, ABR, CNAP e VEP). Risultati La sensibilità complessiva dello IOM nell’esperienza delle neurochirurgie dell’AOP è del 78,3%, con alcune differenze in base al sito dell’intervento, in linea con la letteratura. I tcMEP sono risultati la metodica di monitoraggio più sensibile (68-100% in base alle strutture coinvolte dalla procedura). Conclusioni Grazie agli elevati livelli di sensibilità individuati, questo studio permette di sostenere come lo IOM sia una metodica cardine nelle procedure neurochirurgiche per individuare lesioni iatrogene con potenziale risvolto clinico, considerabile obbligatoria in alcuni tipi di chirurgia, come quella spinale e quella sottotentoriale.
monitoraggio
intraoperatorio
neurochirurgia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11103