"La fototerapia nel neonato prematuro con ittero: ruolo dell'infermiere nella prevenzione e gestione delle complicanze. Una revisione della letteratura."

Background: Neonatal jaundice is a clinical sign commonly seen in newborns and consists of a yellow pigmentation of the skin, sclerae, and mucous membranes caused by increased serum bilirubin. One of the factors associated with an increased risk of developing jaundice is prematurity, which is the birth of the infant before the 37th full week of gestation. In fact, 80% of preterm infants develop jaundice in the first week of life, unlike term infants who are involved in 60% of cases. Although phototherapy is the gold standard for the treatment of neonatal jaundice, it is not without its complications, which can affect preterm infants more severely due to their fragility and immaturity. These adverse effects, including interference in the newborn-parent relationship, thermal and hydroelectrolytic imbalance and eye damage, can lead to a worsening of the clinical condition of the newborn and a poor quality of life, hindering the achievement of well-being. Aim: The aim of this thesis is to investigate the role of the nurse in the prevention of phototherapy complications and the management of these side effects in the premature infant, outlining the most effective interventions recognized in clinical practice in order to promote infant and family satisfaction and well-being. Materials and Methods: The literature review was conducted by consulting the PubMed, Scopus, and CINAHL Complete databases. Studies produced from 2011 to 2021 that met the search criteria were analyzed and selected. Six articles were included. Results: The studies considered demonstrate that the main nursing interventions recognized in the literature involve monitoring body temperature and hydration status, promoting the infant-parent relationship through different strategies, maintaining the appropriate distance between the infant and the light source, and protecting the eyes. Each intervention has advantages and points of uncertainty and therefore, for application in practice, it is necessary to consider the context of reference and use clinical judgment, to ensure the personalization of care. Discussion and Conclusion: From the literature review, it can be concluded that these interventions are considered feasible and effective in both term and preterm infants. Further studies are needed to further investigate the existence of specific nursing care in preterm infants undergoing phototherapy. Until evidence is identified for this particular population of infants, nurses are responsible for ensuring the implementation of all of these interventions, depending on the operating unit of reference, which, if implemented as a whole, can lead to improved quality of life and the achievement of satisfactory and beneficial therapeutic outcomes for both the preterm infant and his or her family.

Fenomenologia del problema: L’ittero neonatale è un segno clinico che si manifesta comunemente nei neonati e consiste in una pigmentazione gialla della pelle, delle sclere e delle membrane mucose causata dall’aumento della bilirubina sierica. Uno dei fattori associati ad un maggiore rischio di sviluppare ittero è la prematurità, ossia la nascita del neonato prima della 37° settimana completa di gestazione. Infatti, l'80% dei bambini pretermine sviluppa ittero nella prima settimana di vita, a differenza dei neonati a termine i quali sono coinvolti nel 60% dei casi. La fototerapia costituisce il “gold standard”per il trattamento dell’ittero neonatale, ma questa non è priva di complicanze, le quali possono colpire maggiormente e più gravemente i neonati pretermine, a causa della loro fragilità e immaturità. Questi effetti avversi, tra cui l’interferenza nella relazione neonato-genitori, lo squilibrio termico e idroelettrolitico e i danni oculari, possono comportare un peggioramento della condizione clinica del neonato e una scarsa qualità di vita, ostacolando il raggiungimento del benessere. Obiettivo: L’obiettivo della tesi è quello di indagare il ruolo dell’infermiere nella prevenzione delle complicanze della fototerapia e nella gestione di questi effetti collaterali nel neonato prematuro, delineando gli interventi più efficaci e riconosciuti dalla pratica clinica, al fine di favorire la soddisfazione e il benessere del neonato e della famiglia. Materiali e metodi: La revisione delle letteratura è stata condotta consultando le banche dati PubMed, Scopus e CINAHL Complete. Sono stati analizzati e selezionati studi prodotti dal 2011 al 2021 che rispondessero ai criteri di ricerca. Sono stati inclusi 6 articoli. Risultati: Gli studi presi in considerazione dimostrano che i principali interventi infermieristici riconosciuti in letteratura riguardano il monitoraggio della temperatura corporea e dello stato di idratazione, la promozione della relazione neonato-genitori attraverso diverse strategie, il rispetto della distanza adeguata tra il neonato e la fonte di luce e la protezione degli occhi. Ogni intervento presenta vantaggi e punti di incertezza e per questo, per l’applicazione nella pratica, è necessario considerare il contesto di riferimento e utilizzare il giudizio clinico, per garantire la personalizzazione delle cure. Discussione e conclusione: Dalla revisione della letteratura si può concludere che questi interventi sono ritenuti attuabili ed efficaci sia nei neonati a termine che nei pretermine. Sono necessari ulteriori studi per approfondire l’esistenza di un’assistenza infermieristica specifica nei neonati prematuri sottoposti a fototerapia. Fino a che non si saranno individuate evidenze relative a questa particolare popolazione di neonati, il personale infermieristico ha il compito di garantire l’applicazione di tutti questi interventi, a seconda dell’unità operativa di riferimento, i quali, se messi in atto nella loro globalità, possono determinare il miglioramento della qualità di vita e il raggiungimento di risultati terapeutici soddisfacenti e vantaggiosi, sia per il neonato prematuro che per la sua famiglia.