Il parkour è una delle pratiche metropolitane del Novecento, nato più o meno ufficialmente alla fine degli anni Ottanta, che consiste nell’attraversare uno spazio urbano superando gli ostacoli che si possono presentare e creando un percorso (in francese "parcours"). La sua nascita si deve all’apporto di diverse fonti, tra cui metodi di allenamento militare e osservazioni compiute sulle capacità fisiche delle popolazioni indigene. Fin dalle sue origini non vuole essere solo una metodologia di fitness: da Georges Hébert a David Belle, l’attenzione è sempre rivolta alla persona nella sua interezza, in una prospettiva quasi orientale. Questa dissertazione vuole individuare nella maniera il più precisa possibile, tra le nebulose fonti disponibili, le origini ed i presupposti della disciplina per poi analizzare il modo in cui essa si è trasformata nel corso del tempo attraverso il documentario "Jump London", diretto dal regista Mike Christie nel 2003, e il graphic novel "Parkour nel borgo del mistero. Un fumetto per Rosazza", del fumettista Alessio Zonno, del 2020. Oltre alle similitudini e alle differenze dovute alla diversa natura dei due supporti ed alla distanza temporale che li separa, quali sono gli aspetti che le scelte dell’autore e l’immaginario comune mettono in luce e cosa evidenziano dell’evoluzione della pratica? Si può ancora considerare una pratica innovativa oppure è ormai già prodotto di consumo? Come risponde il parkour a grandi questioni urbane come inclusività, urbanistica, socialità e, ad un livello interiore, cosa può insegnare al praticante stesso?

Raccontare il parkour: storie di corpi nello spazio urbano

ORTILE, MICHELA
2021/2022

Abstract

Il parkour è una delle pratiche metropolitane del Novecento, nato più o meno ufficialmente alla fine degli anni Ottanta, che consiste nell’attraversare uno spazio urbano superando gli ostacoli che si possono presentare e creando un percorso (in francese "parcours"). La sua nascita si deve all’apporto di diverse fonti, tra cui metodi di allenamento militare e osservazioni compiute sulle capacità fisiche delle popolazioni indigene. Fin dalle sue origini non vuole essere solo una metodologia di fitness: da Georges Hébert a David Belle, l’attenzione è sempre rivolta alla persona nella sua interezza, in una prospettiva quasi orientale. Questa dissertazione vuole individuare nella maniera il più precisa possibile, tra le nebulose fonti disponibili, le origini ed i presupposti della disciplina per poi analizzare il modo in cui essa si è trasformata nel corso del tempo attraverso il documentario "Jump London", diretto dal regista Mike Christie nel 2003, e il graphic novel "Parkour nel borgo del mistero. Un fumetto per Rosazza", del fumettista Alessio Zonno, del 2020. Oltre alle similitudini e alle differenze dovute alla diversa natura dei due supporti ed alla distanza temporale che li separa, quali sono gli aspetti che le scelte dell’autore e l’immaginario comune mettono in luce e cosa evidenziano dell’evoluzione della pratica? Si può ancora considerare una pratica innovativa oppure è ormai già prodotto di consumo? Come risponde il parkour a grandi questioni urbane come inclusività, urbanistica, socialità e, ad un livello interiore, cosa può insegnare al praticante stesso?
2021
Narrating parkour: stories of bodies in urban space
spazio
parkour
raccontare
urbano
storie
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11580