Il tema del lavoro caratterizza la letteratura italiana contemporanea da oltre venti anni, nel corso dei quali autori e autrici riportano esperienze personali, raccontano fatti e momenti storici rilevanti per osservare le condizioni sociali, economiche e politiche del nuovo millennio. Lo sviluppo degli anni Sessanta, la crisi industriale e il precariato possono essere considerati alcuni punti cardini del secondo Novecento e del Duemila su cui Giorgio Falco costruisce forme innovative della narrazione, finalizzate a osservare con lucidità e precisione le dinamiche alienanti del mondo del lavoro. Il seguente elaborato cerca di analizzare un corpus definito di testi pubblicati nel corso di circa un decennio da parte dell’autore: a partire da La compagnia del corpo (2011) fino a Flashover. Incendio a Venezia (2020) si analizzano alcuni motivi centrali della condizione italiana attraverso una ricerca estetica intrapresa su molteplici livelli. Lo studio si divide quindi in due capitoli: il primo analizza alcuni passi delle opere, in rapporto a diversi contributi critici, per discutere alcuni dei caratteri fondamentali della scrittura di Falco (con particolare attenzione all’elemento autobiografico e alla componente formale); il secondo propone invece una lettura attenta di sezioni testuali appartenenti ai sei testi considerati, in cui il lavoro si pone al centro dell’indagine; segue un ultimo breve paragrafo da intendersi come conclusione di entrambe le sezioni. Questa ricerca prova ad argomentare i motivi principali del tema trattato dall’autore: l’esperienza in azienda, la speculazione edilizia e l’influsso totalizzante del capitalismo caratterizzano profondamente la società attuale, ritratta in uno stato di decomposizione ancora in corso.

«Mi restava quanto restava del mondo»: la rappresentazione del lavoro nelle prose di Giorgio Falco.

COPPO, NICHOLAS
2021/2022

Abstract

Il tema del lavoro caratterizza la letteratura italiana contemporanea da oltre venti anni, nel corso dei quali autori e autrici riportano esperienze personali, raccontano fatti e momenti storici rilevanti per osservare le condizioni sociali, economiche e politiche del nuovo millennio. Lo sviluppo degli anni Sessanta, la crisi industriale e il precariato possono essere considerati alcuni punti cardini del secondo Novecento e del Duemila su cui Giorgio Falco costruisce forme innovative della narrazione, finalizzate a osservare con lucidità e precisione le dinamiche alienanti del mondo del lavoro. Il seguente elaborato cerca di analizzare un corpus definito di testi pubblicati nel corso di circa un decennio da parte dell’autore: a partire da La compagnia del corpo (2011) fino a Flashover. Incendio a Venezia (2020) si analizzano alcuni motivi centrali della condizione italiana attraverso una ricerca estetica intrapresa su molteplici livelli. Lo studio si divide quindi in due capitoli: il primo analizza alcuni passi delle opere, in rapporto a diversi contributi critici, per discutere alcuni dei caratteri fondamentali della scrittura di Falco (con particolare attenzione all’elemento autobiografico e alla componente formale); il secondo propone invece una lettura attenta di sezioni testuali appartenenti ai sei testi considerati, in cui il lavoro si pone al centro dell’indagine; segue un ultimo breve paragrafo da intendersi come conclusione di entrambe le sezioni. Questa ricerca prova ad argomentare i motivi principali del tema trattato dall’autore: l’esperienza in azienda, la speculazione edilizia e l’influsso totalizzante del capitalismo caratterizzano profondamente la società attuale, ritratta in uno stato di decomposizione ancora in corso.
2021
«Mi restava quanto restava del mondo»: the representation of work in Giorgio Falco's books.
Giorgio
Falco
sguardo
rappresentazione
lavoro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11631