In advanced societies we grow old and die more and more often in solitude, but, at the same time, we live constantly surrounded by the dead. Our extinct loved ones, who have passed into the afterlife, continue to exist in the ineliminable presence of our past life online, suddenly returning to the patterns of our phones, computers. The approach to technology has changed, especially the relationship that the latter has with the human being: Social networks, chats, websites, today constitute the largest cemetery in the online world. Overcoming a bereavement in contemporary society can be more "simple" as bots are already available to talk to, capable of interpreting our moods with the aim of replacing the person when he passes away, in order to be able to continue his own life to dialogue with our loved one. The Facebook profile, when we are missing, will become a real virtual tombstone where our followers can continue to post content, wish us a birthday, wish us a Merry Christmas, share memories, as if nothing had changed. The Web, in essence, has become the largest public square to celebrate remembrance or even to share the private experience of mourning. Together, in the near future, we will live a second life in virtual reality made up of avatars and holograms. But at a time when a global pandemic brought severe restraint measures to address it, technology "helped" us. Many social opportunities have been suspended, others have been lost forever. The solitary death of a loved one in a hospital room, the denial of the last farewell, the cancellation or hasty celebration of the funeral rite, the hasty burial: these are fundamental social rituals that unfortunately cannot be recovered by those who have suffered a loss during this long unfinished emergency. What effects has all this had on beliefs, attitudes towards death, funeral practices? What were the adaptations? What emerged was the image of a community capable of using a vast range of resources to face this difficult historical moment in the best possible way.

Nelle società avanzate invecchiamo e moriamo sempre più spesso in solitudine, ma, allo stesso tempo, viviamo costantemente circondati dai morti. I nostri cari estinti, che sono passati nell'aldilà, continuano ad esistere nella presenza ineliminabile della nostra vita passata online, tornando improvvisamente agli schemi dei nostri telefoni, computer. È cambiato l'approccio alla tecnologia, soprattutto il rapporto che quest'ultimo ha con l'essere umano: Social network, chat, siti web, costituiscono oggi il più grande cimitero del mondo online. Superare un lutto nella società contemporanea può essere più "semplice" in quanto sono già disponibili bot con cui dialogare, capaci di interpretare i nostri stati d'animo con l'obiettivo di sostituire la persona quando muore, per poter continuare la propria vita a dialogare con la nostra amata. Il profilo Facebook, quando ci mancherà, diventerà una vera e propria lapide virtuale dove i nostri followers potranno continuare a postare contenuti, augurarci un compleanno, augurarci Buon Natale, condividere ricordi, come se nulla fosse cambiato. Il Web, in sostanza, è diventato la più grande piazza pubblica per celebrare il ricordo o anche per condividere l'esperienza privata del lutto. Insieme, nel prossimo futuro, vivremo una seconda vita nella realtà virtuale fatta di avatar e ologrammi. Ma in un momento in cui una pandemia globale ha portato a severe misure di contenimento per affrontarla, la tecnologia ci ha "aiutato". Molte opportunità sociali sono state sospese, altre sono andate perse per sempre. La morte solitaria di una persona cara in una stanza d'ospedale, il diniego dell'ultimo saluto, l'annullamento o la celebrazione frettolosa del rito funebre, la sepoltura frettolosa: sono riti sociali fondamentali che purtroppo non possono essere recuperati da chi ha subito un lutto durante questa lunga emergenza incompiuta. Che effetti ha avuto tutto ciò sulle credenze, sugli atteggiamenti verso la morte, sulle pratiche funerarie? Quali erano gli adattamenti? Ne è emersa l'immagine di una comunità capace di utilizzare una vasta gamma di risorse per affrontare al meglio questo difficile momento storico.

La concezione mediale della morte

TRINCANATO, CHIARA
2021/2022

Abstract

In advanced societies we grow old and die more and more often in solitude, but, at the same time, we live constantly surrounded by the dead. Our extinct loved ones, who have passed into the afterlife, continue to exist in the ineliminable presence of our past life online, suddenly returning to the patterns of our phones, computers. The approach to technology has changed, especially the relationship that the latter has with the human being: Social networks, chats, websites, today constitute the largest cemetery in the online world. Overcoming a bereavement in contemporary society can be more "simple" as bots are already available to talk to, capable of interpreting our moods with the aim of replacing the person when he passes away, in order to be able to continue his own life to dialogue with our loved one. The Facebook profile, when we are missing, will become a real virtual tombstone where our followers can continue to post content, wish us a birthday, wish us a Merry Christmas, share memories, as if nothing had changed. The Web, in essence, has become the largest public square to celebrate remembrance or even to share the private experience of mourning. Together, in the near future, we will live a second life in virtual reality made up of avatars and holograms. But at a time when a global pandemic brought severe restraint measures to address it, technology "helped" us. Many social opportunities have been suspended, others have been lost forever. The solitary death of a loved one in a hospital room, the denial of the last farewell, the cancellation or hasty celebration of the funeral rite, the hasty burial: these are fundamental social rituals that unfortunately cannot be recovered by those who have suffered a loss during this long unfinished emergency. What effects has all this had on beliefs, attitudes towards death, funeral practices? What were the adaptations? What emerged was the image of a community capable of using a vast range of resources to face this difficult historical moment in the best possible way.
2021
The medial conception of death
Nelle società avanzate invecchiamo e moriamo sempre più spesso in solitudine, ma, allo stesso tempo, viviamo costantemente circondati dai morti. I nostri cari estinti, che sono passati nell'aldilà, continuano ad esistere nella presenza ineliminabile della nostra vita passata online, tornando improvvisamente agli schemi dei nostri telefoni, computer. È cambiato l'approccio alla tecnologia, soprattutto il rapporto che quest'ultimo ha con l'essere umano: Social network, chat, siti web, costituiscono oggi il più grande cimitero del mondo online. Superare un lutto nella società contemporanea può essere più "semplice" in quanto sono già disponibili bot con cui dialogare, capaci di interpretare i nostri stati d'animo con l'obiettivo di sostituire la persona quando muore, per poter continuare la propria vita a dialogare con la nostra amata. Il profilo Facebook, quando ci mancherà, diventerà una vera e propria lapide virtuale dove i nostri followers potranno continuare a postare contenuti, augurarci un compleanno, augurarci Buon Natale, condividere ricordi, come se nulla fosse cambiato. Il Web, in sostanza, è diventato la più grande piazza pubblica per celebrare il ricordo o anche per condividere l'esperienza privata del lutto. Insieme, nel prossimo futuro, vivremo una seconda vita nella realtà virtuale fatta di avatar e ologrammi. Ma in un momento in cui una pandemia globale ha portato a severe misure di contenimento per affrontarla, la tecnologia ci ha "aiutato". Molte opportunità sociali sono state sospese, altre sono andate perse per sempre. La morte solitaria di una persona cara in una stanza d'ospedale, il diniego dell'ultimo saluto, l'annullamento o la celebrazione frettolosa del rito funebre, la sepoltura frettolosa: sono riti sociali fondamentali che purtroppo non possono essere recuperati da chi ha subito un lutto durante questa lunga emergenza incompiuta. Che effetti ha avuto tutto ciò sulle credenze, sugli atteggiamenti verso la morte, sulle pratiche funerarie? Quali erano gli adattamenti? Ne è emersa l'immagine di una comunità capace di utilizzare una vasta gamma di risorse per affrontare al meglio questo difficile momento storico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11728