Test di screening del tumore al colon retto: il ruolo delle farmacie in Veneto prima e durante la pandemia da COVID-19

The screening of occult blood in the stool (SOF), carried out for the search for colorectal cancer lesions, is one of the most widespread prevention campaigns promoted by our National Health System and involves, every year, a few million people in Italy. To understand its relevance, consider that in 2019 5,921,032 people were invited to the SOF, of which 2,388,525 joined - with a percentage equal to 40.5%. For several years, pharmacies in Italy have guaranteed their support to these health campaigns. This program has found in the so-called "Pharmacy of Services" (L. 69/2009) a natural location, assumed that among all the new health services that pharmacies could now provide in favor of citizens, colorectal screening was also provided for the detection of occult blood in the feces. Given these premises, the research question object thesis intended to analyze the role played by pharmacies in Veneto in SOF screening before and during the Covid-19 pandemic, with reference therefore to an event that had a very significant impact on the whole society and, in the first place, on health facilities as a whole. More in detail, this research, given brief notes intended to frame the relevance of colorectal cancer - by incidence of cases and victims caused in Italy and Veneto - has developed starting from an analysis of the regulatory framework that regulates, in Veneto, the conduct of screening activities in pharmacies, with particular regard to the changes that have occurred precisely in the constancy of the pandemic. Below, data available in the literature were collected on the consequences of the pandemic on the performance of SOF screening activities in pharmacies and, more generally, on the impact of Covid-19 on the operation of pharmacies themselves and how they have reacted to the new challenges that have arisen in a changed social context. The study therefore dealt with the role played by the pharmacist in carrying out the screening activity in the relationship with the user, on his perception of the needs expressed by those who undergo the test, on the skills used to respond to these needs, on the perceived adequacy of his professional activity in terms of communication. In this regard, some interviews were carried out with pharmacists operating in the Veneto Region, with the dual objective of finding confirmation of the data assumed during the documentary research and, on the other hand, acquiring the necessary elements regarding the relationship with the user and the measures adopted in terms of communication, the emergence of any critical issues or training needs. The next step proposed an analysis of the acquired data of greatest interest, in the light of cognitive psychology, and then proceed to a prospective evaluation of the screenings in pharmacies and the possible modes of communication

Lo screening del sangue occulto nelle feci (SOF), svolto per la ricerca di lesioni tumorali al colon retto, rientra nel novero delle campagne di prevenzione di maggior diffusione promosse dal nostro Sistema Sanitario Nazionale e coinvolge, ogni anno, alcuni milioni di persone in Italia. Per comprenderne la rilevanza si pensi che nel 2019 sono state invitate al SOF 5.921.032 persone, delle quali 2.388.525 hanno aderito - con una percentuale pari al 40,5%. Da diversi anni le farmacie in Italia hanno garantito il loro supporto a queste campagne sanitarie. Questo programma ha trovato nella c.d. “Farmacia dei Servizi” (L. 69/2009) una collocazione naturale, assunto che tra tutti i nuovi servizi sanitari che le farmacie potevano ora erogare a favore dei cittadini, veniva appunto previsto anche lo screening colon-retto per la rilevazione di sangue occulto nelle feci. Fatte queste premesse, la domanda di ricerca oggetto tesi ha inteso analizzare il ruolo svolto dalle farmacie in Veneto nello screening SOF prima e durante l’esplosione della pandemia da Covid-19, con riferimento quindi ad un avvenimento che ha avuto un impatto rilevantissimo su tutta la società e, in primo luogo, sulle strutture sanitarie nel loro complesso. Più nel dettaglio, questa ricerca, premessi brevi cenni intesi ad inquadrare la rilevanza del tumore al colon retto - per incidenza dei casi e vittime provocate in Italia e nel Veneto - si è sviluppata partendo da un’analisi del quadro normativo che regola, in Veneto, lo svolgimento dell’attività di screening in farmacia, con particolare riguardo ai cambiamenti intervenuti proprio in costanza di pandemia. Di seguito, sono stati raccolti dati disponibili in letteratura sulle conseguenze della pandemia sullo svolgimento dell’attività di screening SOF in farmacia e, più in generale, sull’impatto del Covid-19 sull’operatività stessa delle farmacie e di come queste abbiano reagito di fronte alle nuove sfide, sorte in un mutato contesto sociale. Lo studio ha quindi trattato il ruolo svolto dal farmacista nello svolgimento dell’attività di screening nel rapporto con l’utente, sulla sua percezione delle esigenze manifestate da quanti si sottopongono al test, sulle competenze messe in campo per rispondere a tali esigenze, sull’adeguatezza percepita della propria attività professionale sotto il profilo della comunicazione. Al riguardo sono state effettuate alcune interviste a farmacisti operanti in Regione Veneto, con il duplice obiettivo di trovare (eventuale) conferma ai dati assunti in sede di ricerca documentale e, per altro verso, acquisire i necessari elementi in ordine al rapporto con l’utente ed agli accorgimenti adottati sotto il profilo della comunicazione, all’emergere di eventuali criticità o esigenze di formazione. Il successivo passaggio ha proposto un’analisi dei dati acquisiti di maggior interesse, alla luce della psicologia cognitiva, per poi procedere ad una valutazione prospettica degli screening in farmacia e delle possibili modalità di comunicazione