Dal secolo scorso i ricercatori, a livello nazionale e internazionale, riflettono sulle metodologie didattiche che favoriscono l’apprendimento, dagli anni Settanta, però, la ricerca in ambito pedagogico ha portato l’attenzione anche sulle caratteristiche fisiche dell’ambiente scolastico e sul ruolo che esse assumono nel processo di apprendimento. Questo studio si propone di indagare come il bambino, con focus sulla fascia d’età relativa alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, venga influenzato dall’ambiente scolastico e come questo possa essere modificato in modo vantaggioso, attraverso un’analisi diacronica dell’edilizia scolastica in Italia, dei propri paradigmi pedagogici, delle normative esistenti e delle prospettive future. La ricerca, di tipo bibliografico, si è sviluppata in quattro fasi tra loro interconnesse. Inizialmente ho analizzato le figure di cinque pedagogisti italiani all’avanguardia i quali, in anticipo rispetto ai tempi nazionali e internazionali, si sono preoccupati di modificare l’ambiente in funzione dell’alunno: Maria Montessori, Rosa e Carolina Agazzi, Giuseppina Pizzigoni e Loris Malaguzzi, che sarà poi fondamentale per la nascita di un dialogo internazionale sugli spazi per l’infanzia. In secondo luogo ho studiato lo sviluppo delle ricerche sull’ambiente pedagogico e la conseguente nascita di un dialogo fertile tra architettura e pedagogia attraverso gli studi di Beate Weyland, guardando in particolare ai suoi sforzi per la creazione di un lessico comune per avvicinare architettura, pedagogia e design. Sono poi andata a sviscerare dapprima la normativa scolastica italiana, con attenzione particolare al Decreto Ministeriale del 1975 e al Decreto Legislativo del 1994. A seguire ho riassunto le linee guida legislative che oggi supportano l’innovazione scolastica, con particolare attenzione ai fondi stanziati per l’innovazione. Infine ho rielaborato alcuni dati sulla condizione attuale degli edifici scolastici in Italia. In ultimo ho esplorato il dibattito attuale sugli spazi a livello politico e pedagogico, con particolare attenzione alle linee guida di sviluppo internazionali dettate dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU e al modello “1+4 Spazi educativi per il nuovo millennio” del gruppo INDIRE. Questa ricerca ha portato alla creazione di un Vademecum per una scuola ideale composto da sette elementi chiave da tenere a mente nei processi di costruzione o rinnovo di luoghi per l’apprendimento: - la centralità dell’alunno, focus del processo di insegnamento/apprendimento; - la co-progettazione come risposta alla necessità di dialogo tra architettura, design e pedagogia; - il continuum educativo in cui la scuola è parte di un sistema formativo integrato con il territorio; - la sostenibilità come necessità del nuovo millennio; - l’adattabilità degli ambienti alle diverse metodologie didattiche; - l’appropriazione degli spazi da parte dell’alunno; - da ultimo il benessere del bambino come punto centrale della progettazione didattica-architettonica. Per definire al meglio questi elementi ho cercato degli esempi di realtà d’eccellenza che potessero mostrare un’applicazione pratica di questi principi. In conclusione si auspica ad un rinnovamento diffuso degli edifici scolastici italiani che possa accompagnare e sostenere il rinnovo metodologico già in corso.

Analisi diacronica dell'edilizia scolastica in Italia: paradigmi pedagogici e prospettive future

CALAMELLI, MARIAPAOLA
2021/2022

Abstract

Dal secolo scorso i ricercatori, a livello nazionale e internazionale, riflettono sulle metodologie didattiche che favoriscono l’apprendimento, dagli anni Settanta, però, la ricerca in ambito pedagogico ha portato l’attenzione anche sulle caratteristiche fisiche dell’ambiente scolastico e sul ruolo che esse assumono nel processo di apprendimento. Questo studio si propone di indagare come il bambino, con focus sulla fascia d’età relativa alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria, venga influenzato dall’ambiente scolastico e come questo possa essere modificato in modo vantaggioso, attraverso un’analisi diacronica dell’edilizia scolastica in Italia, dei propri paradigmi pedagogici, delle normative esistenti e delle prospettive future. La ricerca, di tipo bibliografico, si è sviluppata in quattro fasi tra loro interconnesse. Inizialmente ho analizzato le figure di cinque pedagogisti italiani all’avanguardia i quali, in anticipo rispetto ai tempi nazionali e internazionali, si sono preoccupati di modificare l’ambiente in funzione dell’alunno: Maria Montessori, Rosa e Carolina Agazzi, Giuseppina Pizzigoni e Loris Malaguzzi, che sarà poi fondamentale per la nascita di un dialogo internazionale sugli spazi per l’infanzia. In secondo luogo ho studiato lo sviluppo delle ricerche sull’ambiente pedagogico e la conseguente nascita di un dialogo fertile tra architettura e pedagogia attraverso gli studi di Beate Weyland, guardando in particolare ai suoi sforzi per la creazione di un lessico comune per avvicinare architettura, pedagogia e design. Sono poi andata a sviscerare dapprima la normativa scolastica italiana, con attenzione particolare al Decreto Ministeriale del 1975 e al Decreto Legislativo del 1994. A seguire ho riassunto le linee guida legislative che oggi supportano l’innovazione scolastica, con particolare attenzione ai fondi stanziati per l’innovazione. Infine ho rielaborato alcuni dati sulla condizione attuale degli edifici scolastici in Italia. In ultimo ho esplorato il dibattito attuale sugli spazi a livello politico e pedagogico, con particolare attenzione alle linee guida di sviluppo internazionali dettate dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU e al modello “1+4 Spazi educativi per il nuovo millennio” del gruppo INDIRE. Questa ricerca ha portato alla creazione di un Vademecum per una scuola ideale composto da sette elementi chiave da tenere a mente nei processi di costruzione o rinnovo di luoghi per l’apprendimento: - la centralità dell’alunno, focus del processo di insegnamento/apprendimento; - la co-progettazione come risposta alla necessità di dialogo tra architettura, design e pedagogia; - il continuum educativo in cui la scuola è parte di un sistema formativo integrato con il territorio; - la sostenibilità come necessità del nuovo millennio; - l’adattabilità degli ambienti alle diverse metodologie didattiche; - l’appropriazione degli spazi da parte dell’alunno; - da ultimo il benessere del bambino come punto centrale della progettazione didattica-architettonica. Per definire al meglio questi elementi ho cercato degli esempi di realtà d’eccellenza che potessero mostrare un’applicazione pratica di questi principi. In conclusione si auspica ad un rinnovamento diffuso degli edifici scolastici italiani che possa accompagnare e sostenere il rinnovo metodologico già in corso.
2021
A diacronic study of school building in Italy: pedagogical paradigms and future perspectives
Ambiente
Spazio che educa
Pedagogia
Architettura
Benessere
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11753