A causa dell’emergenza sanitaria causata dal COVID-19, da febbraio 2020 sono stati presi alcuni provvedimenti necessari al contenimento della diffusione del virus, con restrizioni riguardanti la mobilità dei cittadini e la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. Per circa due mesi i bambini e loro famiglie hanno vissuto in quasi totale isolamento, senza la possibilità di tornare in presenza a scuola fino a settembre. Di conseguenza, gli insegnanti, molti senza alcun tipo di formazione e di preparazione preliminare, hanno attivato una nuova modalità di didattica e apprendimento a distanza (DaD), erogata attraverso diversi canali, tra cui piattaforme online, video e materiali didattici cartacei. Successivamente, a settembre 2020, si è passati alla didattica digitale integrata (D.D.I.), la quale ha dato la possibilità ai docenti e agli studenti di ritornare a fare lezione tra le mura scolastiche. Sotto la supervisione della prof.ssa Manuela Scioni del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Padova, ho condotto uno studio finalizzato ad indagare le opinioni degli insegnanti di Scuola Primaria sulla didattica in periodo Covid, con l’obiettivo di verificare se certi elementi, come la formazione ricevuta o l’età, possono aver influenzato alcuni aspetti della didattica a distanza e della didattica digitale integrata. L’indagine svolta è di tipo quantitativo, poiché vengono individuati i fattori rilevanti in una realtà educativa, che vengono poi descritti attraverso l’uso degli strumenti della statistica, permettendo di organizzare le osservazioni, ordinare i dati in tabelle, sintetizzarli e operare confronti. Il questionario anonimo è stato inviato ai 68 Istituti Comprensivi di Padova e provincia tramite una mail indirizzata ai Dirigenti Scolastici; inoltre, riguardava solamente i docenti di scuola primaria. Le mail di invito sono state inviate i primi giorni di giugno 2021 e il questionario doveva essere compilato entro la fine di giugno 2021. Purtroppo, dei 68 Istituti coinvolti, 47 hanno deciso di non partecipare all’indagine, pertanto, le risposte complete raccolte sono state di 149 docenti. Dalla ricerca è emerso che gran parte dei docenti, a prescindere dalla formazione ricevuta, ha riscontrato la problematica dell’aumento del monte ore settimanale, dovuto alla necessità di modificare le strategie didattiche per adattarle alla DaD. Una particolare criticità è stata rilevata nel riuscire ad individualizzare le attività didattiche in relazione ai bisogni dei singoli studenti, soprattutto per gli alunni con bisogni educativi speciali e stranieri. Inoltre, nonostante si possa pensare che gli insegnanti più giovani siano più competenti riguardo le nuove tecnologie e le risorse digitali, dai dati dell’indagine è evidente che questi docenti hanno riscontrato più difficoltà in alcuni aspetti. In particolare, per quanto riguarda la gestione della classe, si è rivelata fondamentale l’esperienza didattica maturata nel tempo nei soggetti con età ≥ 51. Un ulteriore problema è stato individuato nella gestione della vita lavorativa e familiare. I docenti con età ≤ 50 hanno avuto maggiori difficoltà nel conciliare il lavoro e le attività scolastiche. Questo fatto è stato riscontrato non solo durante la didattica a distanza, ma anche tra le preoccupazioni per il ritorno a scuola in presenza. La flessibilità si è rivelata una caratteristica fondamentale, soprattutto in questo periodo storico, in quanto il docente si è trovato a dover improvvisare, poiché colto alla sprovvista. Improvvisare “significa imparare ad aprirsi alla categoria del rischio, dell’imprevisto, accettandole come opportunità di crescita, di miglioramento” (Santi & Zorzi, 2015, p.355).

La didattica nel periodo COVID: Un'analisi delle opinioni degli insegnanti

CAZZARO, GIULIA
2021/2022

Abstract

A causa dell’emergenza sanitaria causata dal COVID-19, da febbraio 2020 sono stati presi alcuni provvedimenti necessari al contenimento della diffusione del virus, con restrizioni riguardanti la mobilità dei cittadini e la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale. Per circa due mesi i bambini e loro famiglie hanno vissuto in quasi totale isolamento, senza la possibilità di tornare in presenza a scuola fino a settembre. Di conseguenza, gli insegnanti, molti senza alcun tipo di formazione e di preparazione preliminare, hanno attivato una nuova modalità di didattica e apprendimento a distanza (DaD), erogata attraverso diversi canali, tra cui piattaforme online, video e materiali didattici cartacei. Successivamente, a settembre 2020, si è passati alla didattica digitale integrata (D.D.I.), la quale ha dato la possibilità ai docenti e agli studenti di ritornare a fare lezione tra le mura scolastiche. Sotto la supervisione della prof.ssa Manuela Scioni del Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università degli Studi di Padova, ho condotto uno studio finalizzato ad indagare le opinioni degli insegnanti di Scuola Primaria sulla didattica in periodo Covid, con l’obiettivo di verificare se certi elementi, come la formazione ricevuta o l’età, possono aver influenzato alcuni aspetti della didattica a distanza e della didattica digitale integrata. L’indagine svolta è di tipo quantitativo, poiché vengono individuati i fattori rilevanti in una realtà educativa, che vengono poi descritti attraverso l’uso degli strumenti della statistica, permettendo di organizzare le osservazioni, ordinare i dati in tabelle, sintetizzarli e operare confronti. Il questionario anonimo è stato inviato ai 68 Istituti Comprensivi di Padova e provincia tramite una mail indirizzata ai Dirigenti Scolastici; inoltre, riguardava solamente i docenti di scuola primaria. Le mail di invito sono state inviate i primi giorni di giugno 2021 e il questionario doveva essere compilato entro la fine di giugno 2021. Purtroppo, dei 68 Istituti coinvolti, 47 hanno deciso di non partecipare all’indagine, pertanto, le risposte complete raccolte sono state di 149 docenti. Dalla ricerca è emerso che gran parte dei docenti, a prescindere dalla formazione ricevuta, ha riscontrato la problematica dell’aumento del monte ore settimanale, dovuto alla necessità di modificare le strategie didattiche per adattarle alla DaD. Una particolare criticità è stata rilevata nel riuscire ad individualizzare le attività didattiche in relazione ai bisogni dei singoli studenti, soprattutto per gli alunni con bisogni educativi speciali e stranieri. Inoltre, nonostante si possa pensare che gli insegnanti più giovani siano più competenti riguardo le nuove tecnologie e le risorse digitali, dai dati dell’indagine è evidente che questi docenti hanno riscontrato più difficoltà in alcuni aspetti. In particolare, per quanto riguarda la gestione della classe, si è rivelata fondamentale l’esperienza didattica maturata nel tempo nei soggetti con età ≥ 51. Un ulteriore problema è stato individuato nella gestione della vita lavorativa e familiare. I docenti con età ≤ 50 hanno avuto maggiori difficoltà nel conciliare il lavoro e le attività scolastiche. Questo fatto è stato riscontrato non solo durante la didattica a distanza, ma anche tra le preoccupazioni per il ritorno a scuola in presenza. La flessibilità si è rivelata una caratteristica fondamentale, soprattutto in questo periodo storico, in quanto il docente si è trovato a dover improvvisare, poiché colto alla sprovvista. Improvvisare “significa imparare ad aprirsi alla categoria del rischio, dell’imprevisto, accettandole come opportunità di crescita, di miglioramento” (Santi & Zorzi, 2015, p.355).
2021
Education in the age of COVID-19: An analysis of teachers' opinions
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11754