L'attività della concia delle pelli è da ritenersi tra i mestieri più antichi della civiltà umana in quanto l'uomo ha imparato ben presto ad utilizzare la pelle degli animali uccisi sia per proteggersi dal clima, sia per la realizzazione di manufatti utili come ripari. Il Veneto è una regione dove l'arte della concia ha trovato un humus fecondo in tutti i periodi della storia, sia per posizione geografica, essendo dislocato ai confini con i paesi dell'Europa centrosettentrionale, sia per il ruolo negli scambi con l'Oriente esercitato da Venezia per diversi secoli. Inoltre, la particolare e variegata configurazione del territorio ne ha favorito l'ampia espansione. Attorno ai maggiori centri di lavorazione dell'area veneta, come Venezia, Bassano, Vicenza e Verona, si incrementarono nel corso dei secoli interessi economici e istanze sociali di non indifferente portata. Scambi commerciali, rapporti con maestranze di altre regioni, Lombardia, Trentino, Toscana..., e i susseguenti processi innovativi, portarono a risultati quantitativi e qualitativi del tutto sorprendenti. A detenere la leadership conciaria veneta è oggi la Provincia di Vicenza, soprattutto con Arzignano nella valle del Chiampo. Arzignano, è nota oramai nel mondo come “Città della Concia” in quanto ha saputo sviluppare e attuare una avanzata ricerca tecnologica e produttiva, raggiungendo il massimo livello qualitativo nei principali segmenti di mercato: pellami per calzature, pelletterie, arredamento di interni abitativi e automobilistici. Contrariamente di quanto comunemente si pensa, le attuali concerie non sono una realtà relativamente recente, intese come caratteristica della ripresa postbellica; è ovvio che l'importanza mondiale attualmente raggiunta non ha precedenti in epoche passate, ma è interessante sapere che le nostre concerie hanno da sempre goduto di una memorabile tradizione. I conciatori veneti sono portatori inconsapevoli, o consapevoli solo in parte, di memorie e usanze antiche e incomparabili. Il settore della concia delle pelli e l'industria conciaria nazionale sono ancora oggi al centro di notevoli trasformazioni. Questioni come l'ecologia, la tutela ambientale, lo smaltimento dei fanghi, la concorrenza dei colossi economici emergenti come Cina, India, Brasile e altri paesi in via di sviluppo, i materiali succedanei sintetici, le innovazioni tecnologiche, in un panorama di incremento produttivo già di per sé in continua accelerazione, stimolano fortemente il settore. Il presente lavoro, nel prendere in considerazione lo sviluppo dell'industria conciaria veneta del 2° dopoguerra, che ha visto emergere la Valle del Chiampo quale polo distrettuale dell'intera filiera conciaria al mondo per produzione, innovazione e ricerca, viene introdotto da una indagine storica sulle principali tappe evolutive che hanno caratterizzato l'arte della concia in area veneta. Venezia. i suoi scambi commerciali con l'oriente, l'Altopiano di Asiago con l'abbondanza delle materie prime naturali e le tradizioni germaniche del popolo cimbro, le antiche e raffinate tradizioni del territorio pedemontano di Bassano del Grappa, la significativa realtà dell'arte conciaria Veronese, i territori dell'entroterra Trevigiano, Padovano e Rodigino. Sarà questo capitolo un approccio storico, che ricerca nel tempo le ragioni dei cambiamenti e degli sviluppi susseguenti, percependo l'analisi storica come punto di riflessione da cui partire prima di ricercare le ragioni geografiche, le condizioni sociali ed economiche, il substrato socio-culturale, le vie di comunicazione e le relazioni commerciali che hanno permesso la forte radicazione territoriale di questa attività che da semplice condizione artigianale diviene, soprattutto negli anni della ricostruzione postbellica della seconda guerra mondiale, un modello di sviluppo dell'industria conciaria riconosciuta in tutto il mondo.

L'industria conciaria veneta nel secondo dopoguerra

BALBO, SIMONE
2021/2022

Abstract

L'attività della concia delle pelli è da ritenersi tra i mestieri più antichi della civiltà umana in quanto l'uomo ha imparato ben presto ad utilizzare la pelle degli animali uccisi sia per proteggersi dal clima, sia per la realizzazione di manufatti utili come ripari. Il Veneto è una regione dove l'arte della concia ha trovato un humus fecondo in tutti i periodi della storia, sia per posizione geografica, essendo dislocato ai confini con i paesi dell'Europa centrosettentrionale, sia per il ruolo negli scambi con l'Oriente esercitato da Venezia per diversi secoli. Inoltre, la particolare e variegata configurazione del territorio ne ha favorito l'ampia espansione. Attorno ai maggiori centri di lavorazione dell'area veneta, come Venezia, Bassano, Vicenza e Verona, si incrementarono nel corso dei secoli interessi economici e istanze sociali di non indifferente portata. Scambi commerciali, rapporti con maestranze di altre regioni, Lombardia, Trentino, Toscana..., e i susseguenti processi innovativi, portarono a risultati quantitativi e qualitativi del tutto sorprendenti. A detenere la leadership conciaria veneta è oggi la Provincia di Vicenza, soprattutto con Arzignano nella valle del Chiampo. Arzignano, è nota oramai nel mondo come “Città della Concia” in quanto ha saputo sviluppare e attuare una avanzata ricerca tecnologica e produttiva, raggiungendo il massimo livello qualitativo nei principali segmenti di mercato: pellami per calzature, pelletterie, arredamento di interni abitativi e automobilistici. Contrariamente di quanto comunemente si pensa, le attuali concerie non sono una realtà relativamente recente, intese come caratteristica della ripresa postbellica; è ovvio che l'importanza mondiale attualmente raggiunta non ha precedenti in epoche passate, ma è interessante sapere che le nostre concerie hanno da sempre goduto di una memorabile tradizione. I conciatori veneti sono portatori inconsapevoli, o consapevoli solo in parte, di memorie e usanze antiche e incomparabili. Il settore della concia delle pelli e l'industria conciaria nazionale sono ancora oggi al centro di notevoli trasformazioni. Questioni come l'ecologia, la tutela ambientale, lo smaltimento dei fanghi, la concorrenza dei colossi economici emergenti come Cina, India, Brasile e altri paesi in via di sviluppo, i materiali succedanei sintetici, le innovazioni tecnologiche, in un panorama di incremento produttivo già di per sé in continua accelerazione, stimolano fortemente il settore. Il presente lavoro, nel prendere in considerazione lo sviluppo dell'industria conciaria veneta del 2° dopoguerra, che ha visto emergere la Valle del Chiampo quale polo distrettuale dell'intera filiera conciaria al mondo per produzione, innovazione e ricerca, viene introdotto da una indagine storica sulle principali tappe evolutive che hanno caratterizzato l'arte della concia in area veneta. Venezia. i suoi scambi commerciali con l'oriente, l'Altopiano di Asiago con l'abbondanza delle materie prime naturali e le tradizioni germaniche del popolo cimbro, le antiche e raffinate tradizioni del territorio pedemontano di Bassano del Grappa, la significativa realtà dell'arte conciaria Veronese, i territori dell'entroterra Trevigiano, Padovano e Rodigino. Sarà questo capitolo un approccio storico, che ricerca nel tempo le ragioni dei cambiamenti e degli sviluppi susseguenti, percependo l'analisi storica come punto di riflessione da cui partire prima di ricercare le ragioni geografiche, le condizioni sociali ed economiche, il substrato socio-culturale, le vie di comunicazione e le relazioni commerciali che hanno permesso la forte radicazione territoriale di questa attività che da semplice condizione artigianale diviene, soprattutto negli anni della ricostruzione postbellica della seconda guerra mondiale, un modello di sviluppo dell'industria conciaria riconosciuta in tutto il mondo.
2021
The Venetian tanning industry after World War II
industria conciaria
veneto
secondo dopoguerra
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11781