L’analisi si propone di approfondire il tema relativo al fenomeno della separazione patrimoniale come efficiente mezzo riconosciuto all’imprenditore per la gestione e soluzione della crisi d’impresa. L’iniziale inquadramento sulla separazione patrimoniale permette di descrivere il fenomeno in generale e ripercorrere il percorso evolutivo del pensiero dottrinale sul tema. Infatti, rispetto all’iniziale atteggiamento critico nei confronti di ogni forma di segregazione basato sul principio di responsabilità patrimoniale ex articolo 2470 c.c., la dottrina è arrivata a riconoscere l’ammissibilità di un numero sempre maggiore di forme di separazione dando rilievo alla deroga posta al secondo comma dell’articolo citato. Il mutato orientamento ha quindi portato al riconoscimento degli effetti derivanti dall’impiego del trust tramite la ratifica della Convenzione de L’Aja. La riflessione si concentra sull’analisi dell’istituto di origine anglosassone e – in particolare – sulle sue applicazioni nell’ambito della crisi d’impresa. Nello specifico, l’approfondimento è stato articolato in tre momenti principali che si distinguono per il livello di gravità della crisi che l’impresa si trova a dover fronteggiare individuati nella fase preconcorsuale, endoconcorsuale e fallimentare. Per ognuna di queste fasi verrà tracciato il perimetro entro cui si ritiene legittimo l’impiego dell’istituto tenendo conto dei limiti posti dalla disciplina inderogabile contenuta nella legge fallimentare e delle utilità che derivano dalla sua applicazione. La parte finale dell’analisi è infine dedicata ad una rassegna degli istituti domestici introdotti dal legislatore italiano come strumenti per porre in essere forme di destinazione patrimoniale che permettono la segregazione di parte del patrimonio riferito ad un soggetto al fine di agevolare il raggiungimento di un determinato scopo. L’individuazione di tali istituti è seguita da una breve descrizione delle rispettive discipline codicistiche che permettono di condurre una riflessione comparativa tra questi e il trust. La conclusione metterà in risalto che, sebbene gli istituti domestici rappresentino utili strumenti da impiegare nel contesto della crisi d’impresa, non riescono a coprire il più ampio ventaglio di utilizzi e benefici derivanti dal trust il quale – grazie alla sua caratteristica duttilità e flessibilità – risulta essere lo strumento più idoneo ad agevolare l’imprenditore nel gestire e/o superare la crisi della propria impresa.

Separazione patrimoniale e crisi di impresa

MARANGON, LISA
2021/2022

Abstract

L’analisi si propone di approfondire il tema relativo al fenomeno della separazione patrimoniale come efficiente mezzo riconosciuto all’imprenditore per la gestione e soluzione della crisi d’impresa. L’iniziale inquadramento sulla separazione patrimoniale permette di descrivere il fenomeno in generale e ripercorrere il percorso evolutivo del pensiero dottrinale sul tema. Infatti, rispetto all’iniziale atteggiamento critico nei confronti di ogni forma di segregazione basato sul principio di responsabilità patrimoniale ex articolo 2470 c.c., la dottrina è arrivata a riconoscere l’ammissibilità di un numero sempre maggiore di forme di separazione dando rilievo alla deroga posta al secondo comma dell’articolo citato. Il mutato orientamento ha quindi portato al riconoscimento degli effetti derivanti dall’impiego del trust tramite la ratifica della Convenzione de L’Aja. La riflessione si concentra sull’analisi dell’istituto di origine anglosassone e – in particolare – sulle sue applicazioni nell’ambito della crisi d’impresa. Nello specifico, l’approfondimento è stato articolato in tre momenti principali che si distinguono per il livello di gravità della crisi che l’impresa si trova a dover fronteggiare individuati nella fase preconcorsuale, endoconcorsuale e fallimentare. Per ognuna di queste fasi verrà tracciato il perimetro entro cui si ritiene legittimo l’impiego dell’istituto tenendo conto dei limiti posti dalla disciplina inderogabile contenuta nella legge fallimentare e delle utilità che derivano dalla sua applicazione. La parte finale dell’analisi è infine dedicata ad una rassegna degli istituti domestici introdotti dal legislatore italiano come strumenti per porre in essere forme di destinazione patrimoniale che permettono la segregazione di parte del patrimonio riferito ad un soggetto al fine di agevolare il raggiungimento di un determinato scopo. L’individuazione di tali istituti è seguita da una breve descrizione delle rispettive discipline codicistiche che permettono di condurre una riflessione comparativa tra questi e il trust. La conclusione metterà in risalto che, sebbene gli istituti domestici rappresentino utili strumenti da impiegare nel contesto della crisi d’impresa, non riescono a coprire il più ampio ventaglio di utilizzi e benefici derivanti dal trust il quale – grazie alla sua caratteristica duttilità e flessibilità – risulta essere lo strumento più idoneo ad agevolare l’imprenditore nel gestire e/o superare la crisi della propria impresa.
2021
Assets segregation and insolvency
Trust
crisi di impresa
creditori
insolvenza
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