Nel corso degli ultimi anni, l’evoluzione delle tecnologie utilizzate per raccogliere dati, per analizzarli e per adottare decisioni correlate ha posto problemi e sfide complessi, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista sociale, giuridico ed etico. L’analisi di tali problematiche ha evidenziato una generale inadeguatezza delle soluzioni normative, a causa della difficoltà che, in un contesto in così rapida evoluzione, i meccanismi di protezione giuridica riescano a tenere il passo con la rapidità con la quale muta la tecnologia. Il presente lavoro si propone di analizzare la disciplina sul trattamento dei dati personali da un punto di vista comparatistico, in particolare concentrando l’attenzione sulla legislazione di Unione europea e Stati Uniti. Le differenze tra i due ordinamenti rispecchiano quelle, più generali, tra modello neoliberale e modello democratico-sociale dello stato interventista che caratterizzano rispettivamente l’ordinamento statunitense e quello europeo. La prima parte dell’elaborato è dedicata all’approfondimento storico del concetto di privacy, nato negli Stati Uniti a fine ‘800; viene poi affrontato ed analizzato il peculiare caso Snowden che si è rivelato un punto di svolta per la disciplina sul trattamento dei dati e in particolare per i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione europea. La seconda parte del lavoro si occupa di analizzare più nel dettaglio gli accordi commerciali intercorsi tra Stati Uniti e Unione europea in materia di trattamento dei dati, partendo da un inquadramento del contesto socio-economico, passando ad esaminare le problematiche che circondano la condivisione dei dati tra USA e UE; si analizza il caso del Registro dati dei passeggeri (Passenger Name Record code); si prosegue poi con l’analisi delle due sentenze che precipuamente hanno influenzato lo sviluppo della materia, ossia le sentenze Schrems I e II, con cui si sono intersecati altri due importanti accordi commerciali in materia di dati tra USA e UE, ossia il Safe Harbor prima e il Privacy Shield poi, entrambi annullati proprio a fronte delle sentenze suddette. Viene poi analizzato il nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati, il General Data Protection Regulation (GDPR), verrà esaminato in particolare il concetto cui la disciplina ruota attorno: il concetto di «accountability». L’ultimo capitolo è dedicato all’analisi della proposta di Regolamento UE (Artificial Intelligence Act – AIA) del 21 aprile 2021, in materia di Intelligenza Artificiale (I.A.). Quello dell’I.A. è il campo di applicazione più importante e vasto della disciplina sul trattamento dei dati, infatti i sistemi di I.A. devono il loro funzionamento alla raccolta massiva di dati. Si rivela quindi fondamentale, per dare una lettura il più completa possibile, analizzare come operi il campo dell’I.A. Negli ultimi anni poi, sempre più frequentemente la classe dei giuristi è stata parte attiva, insieme ai media, nello sviluppare il dibattito e la consapevolezza sociale intorno alle questioni sottese all’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale. Le potenzialità dell’I.A. esigono di essere cristallizzate in uno statuto di regole capace di restituire alla persona quella centralità altrimenti negatagli dall’economia fondata sullo sfruttamento dei dati. L’aspetto più complesso che si trova ad affrontare chi si occupa di questi temi è la pluralità, la velocità, la mutevolezza del campo. Per fare un parallelo, è lo stesso problema che incontrò Umberto Eco già negli anni Sessanta del secolo scorso, quando, elevando a livello di studio teorico la cultura di massa, scoprì che “ogni mattina ci si sveglia e le cose sono cambiate”.

Il trattamento dei dati personali come diritto fondamentale. L'incidenza nelle relazioni commerciali tra Unione europea e Stati Uniti

CAGNIN, CAMILLA
2021/2022

Abstract

Nel corso degli ultimi anni, l’evoluzione delle tecnologie utilizzate per raccogliere dati, per analizzarli e per adottare decisioni correlate ha posto problemi e sfide complessi, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista sociale, giuridico ed etico. L’analisi di tali problematiche ha evidenziato una generale inadeguatezza delle soluzioni normative, a causa della difficoltà che, in un contesto in così rapida evoluzione, i meccanismi di protezione giuridica riescano a tenere il passo con la rapidità con la quale muta la tecnologia. Il presente lavoro si propone di analizzare la disciplina sul trattamento dei dati personali da un punto di vista comparatistico, in particolare concentrando l’attenzione sulla legislazione di Unione europea e Stati Uniti. Le differenze tra i due ordinamenti rispecchiano quelle, più generali, tra modello neoliberale e modello democratico-sociale dello stato interventista che caratterizzano rispettivamente l’ordinamento statunitense e quello europeo. La prima parte dell’elaborato è dedicata all’approfondimento storico del concetto di privacy, nato negli Stati Uniti a fine ‘800; viene poi affrontato ed analizzato il peculiare caso Snowden che si è rivelato un punto di svolta per la disciplina sul trattamento dei dati e in particolare per i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione europea. La seconda parte del lavoro si occupa di analizzare più nel dettaglio gli accordi commerciali intercorsi tra Stati Uniti e Unione europea in materia di trattamento dei dati, partendo da un inquadramento del contesto socio-economico, passando ad esaminare le problematiche che circondano la condivisione dei dati tra USA e UE; si analizza il caso del Registro dati dei passeggeri (Passenger Name Record code); si prosegue poi con l’analisi delle due sentenze che precipuamente hanno influenzato lo sviluppo della materia, ossia le sentenze Schrems I e II, con cui si sono intersecati altri due importanti accordi commerciali in materia di dati tra USA e UE, ossia il Safe Harbor prima e il Privacy Shield poi, entrambi annullati proprio a fronte delle sentenze suddette. Viene poi analizzato il nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati, il General Data Protection Regulation (GDPR), verrà esaminato in particolare il concetto cui la disciplina ruota attorno: il concetto di «accountability». L’ultimo capitolo è dedicato all’analisi della proposta di Regolamento UE (Artificial Intelligence Act – AIA) del 21 aprile 2021, in materia di Intelligenza Artificiale (I.A.). Quello dell’I.A. è il campo di applicazione più importante e vasto della disciplina sul trattamento dei dati, infatti i sistemi di I.A. devono il loro funzionamento alla raccolta massiva di dati. Si rivela quindi fondamentale, per dare una lettura il più completa possibile, analizzare come operi il campo dell’I.A. Negli ultimi anni poi, sempre più frequentemente la classe dei giuristi è stata parte attiva, insieme ai media, nello sviluppare il dibattito e la consapevolezza sociale intorno alle questioni sottese all’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale. Le potenzialità dell’I.A. esigono di essere cristallizzate in uno statuto di regole capace di restituire alla persona quella centralità altrimenti negatagli dall’economia fondata sullo sfruttamento dei dati. L’aspetto più complesso che si trova ad affrontare chi si occupa di questi temi è la pluralità, la velocità, la mutevolezza del campo. Per fare un parallelo, è lo stesso problema che incontrò Umberto Eco già negli anni Sessanta del secolo scorso, quando, elevando a livello di studio teorico la cultura di massa, scoprì che “ogni mattina ci si sveglia e le cose sono cambiate”.
2021
The personal data processing as a fundamental right. Its impact on the trade between the European Union and the United States
diritto alla privacy
rapporti commerciali
Unione Europea
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12608/11872